tag:blogger.com,1999:blog-90449113111526880272024-02-18T23:00:06.976-08:00AlQuds AngoloCucinaCulturaBassima Awad e Fatima Abbadihttp://www.blogger.com/profile/16945385238786825804noreply@blogger.comBlogger44125tag:blogger.com,1999:blog-9044911311152688027.post-44452284549731646302015-10-14T13:09:00.000-07:002015-10-14T13:09:02.260-07:00Cena Palestinese al Circolo Operaio di Magrè<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqWRWdy8iE-xCQkQYV-BCwMbpWTEgQgiLgN-hKuM_jcfV6TpvZlG-fna2bUsjco5CwNkguFi7pAUYtZ3JbiB1IGyzDqVgqoi8Kj1WZhwofiF-9hS5Hx1o5fs-1MVv1NVhHFfpZ1J6QEQA/s1600/cena-palestinese.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqWRWdy8iE-xCQkQYV-BCwMbpWTEgQgiLgN-hKuM_jcfV6TpvZlG-fna2bUsjco5CwNkguFi7pAUYtZ3JbiB1IGyzDqVgqoi8Kj1WZhwofiF-9hS5Hx1o5fs-1MVv1NVhHFfpZ1J6QEQA/s640/cena-palestinese.jpg" width="451" /></a></div>
<br />Bassima Awad e Fatima Abbadihttp://www.blogger.com/profile/16945385238786825804noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-9044911311152688027.post-16722802909069171502015-03-02T05:29:00.000-08:002015-03-02T05:29:45.822-08:00 Incontro con Sr Antonella<b>Padova 18 febbraio </b><br />
<b><br /></b>
<b>Oggi sabato 13 febbraio incontro piacevole con Sr Antonella , Don Renato e Simone a casa mia alle ore 15.00 . </b><br />
Qualche giorno fa mi chiama Sr Antonella e mi chiede se potevo esserle d’aiuto per preparare una cena tipica palestinese, ma io con i problemi che ho di deambulazione e di respiro corto che mi assilla dall'ultima broncopolmonite, decidiamo di vederci a casa mia e di darle alcune ricette pratiche e facili da preparare e non pensavo mai che quell'incontro sarebbe avvenuto ed anche trasformato in una lezione vera e propria, avevo dato per scontato che non sarebbe arrivata in quanto abita a Mestre ed anche perché scoraggiata dal mio rifiuto iniziale. Invece mi sono sbagliata ed eccola che arriva.<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDH161QjWWC1qWs0_3Tcp0gi2Zz2_06n_2wDM71Skdj3OdzgLAEMP2IQPiGzVuGjWodJ863TgTYGwmnoeAo-5WeXwkpQaXsHnypTL7yD4ypgsdVpcJPDErAgzIDhAeXmW29OspxCw6LOA/s1600/CIMG8329%5B1%5D.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDH161QjWWC1qWs0_3Tcp0gi2Zz2_06n_2wDM71Skdj3OdzgLAEMP2IQPiGzVuGjWodJ863TgTYGwmnoeAo-5WeXwkpQaXsHnypTL7yD4ypgsdVpcJPDErAgzIDhAeXmW29OspxCw6LOA/s1600/CIMG8329%5B1%5D.JPG" height="240" width="320" /></a>Alle 15.00 insieme a Don Renato Parroco del Lido (VE) e del giovane Simone carichi di voglia di fare e di imparare per capire come si fanno alcuni cibi che avevano assaggiato in Palestina durante il pellegrinaggio effettuato qualche tempo fa.<br />
<br />
Certo che mi devo ricredere che la <b>“nostra cucina palestinese attira”</b> Non pensavo mai di trovare davanti a me tre persone determinate a imparare, cosa che mi ha stupito e per fortuna avevo fatto la spesa giusta e preparato alcune cose che si devono avere pronte in anticipo tipo la pasta per il pane (lievitata) e le lenticchie già cotte e pronte per il piatto più delizioso e più povero ma nutriente e completo che mia madre preparava al venerdì e in quaresima (considerato dell’astinenza per i cristiani) forse anche perché eravamo poveri.<br />
<br />
<b>Mujaddarah مجدره</b> , forse qualcuno dirà che insisto su questo piatto come si fa non amare le lenticchie piccole che insieme alburgulo al riso oltre alla cipolla aglio e cumino formano “una nozze”.<br />
<br />
<b>Il pane fatto in casa خبز التنور</b> : quello tirato sottile e cotto sulla piastra antiaderente.<br />
<br />
<b>Il kebab o shawerma شاورما</b>:La mia idea del kebab è molto rigida perché non sono mai riuscita a mangiare il kebab pronto qui in Italia forse perché non viene più preparato come una volta, (per fortuna in Palestina viene ancora preparato alla maniera tradizionale)e così mi sono impegnata a prepararlo da sola e come <b>“piatto palestinese”</b>e sono disponibile ad insegnarlo e consigliarlo agli amici che desiderano un cibo buono sano e bello da vedere.<b> Lo considero il primo piatto da prima lezione da insegnare. </b><br />
<br />
<b>Le 7 spezie </b>e lo yogurt e l’olio d’oliva mescolati con sapiente cura e dedizione non possono mancare alla marinata della carne sottilmente tagliata. La carne (vitello o pollo o montone) tagliata con cura e sgrassata è molto importante per chi deve stare a dieta, ricordando che l’uso corretto delle spezie non fa che stare bene in salute .<br />
<b>Il “HUMMOS”il RE صحن الحمص</b> delle salse da antipasto, per me è diventato un abitudine molto piacevole che lascia esterrefatto chi osserva e impara correttamente tutti gli ingredienti che non sono mai improvvisati .<br />
<br />
<b>TABBULEH”</b> <b>(è al femminileتبوله)</b> è un piatto che preparo spesso d’estate ma dimostrarlo ai miei ospiti è una priorità assoluta perché tante persone usano ingredienti diversi da quelli richiesti, spesso usano il couscous magrebino che boicotto assolutamente e boicotto anche chi aggiunge carote e mais, i soli ingredienti giusti sono solo tanto prezzemolo poco pomodoro fresco e duro e un po’di cetrioli sgocciolati dall'acqua e solo d’estate, da non dimenticare il mazzetto di menta fresca.<br />
<br />
Alla preparazione hanno partecipato tutti e tre ed alla fine assaggiato, mangiato piaciuto e portato via .<br />
<br />
<b>BUON APPETITO SR ANTONELLA DON RENATO E SIMONE.</b>Alla prossima volta.<br />
Si accettano iscrizioni per lezioni di cucina palestinese a casa mia. <b>SCRIVETEMI</b>.<br />
<div>
<br /></div>
Bassima Awad e Fatima Abbadihttp://www.blogger.com/profile/16945385238786825804noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9044911311152688027.post-74408817880542724012015-02-17T02:55:00.001-08:002015-02-17T02:55:20.863-08:00A TAVOLA COL MONDO - Incontri di cucina e cultura<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiyH-VbMjLd7gqJJ6KTx5rcyyCXPVxf6FhWr06wFi43guayHHIv07kfikg_s6Ijs41rhZPxOk01BqeCA7EtBBIqMt6CpWa5MXLwTPi-nFXR5TbybXOmphjdnLvMK0HUIW4nTDYYt7c0dsM/s1600/tavola.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiyH-VbMjLd7gqJJ6KTx5rcyyCXPVxf6FhWr06wFi43guayHHIv07kfikg_s6Ijs41rhZPxOk01BqeCA7EtBBIqMt6CpWa5MXLwTPi-nFXR5TbybXOmphjdnLvMK0HUIW4nTDYYt7c0dsM/s1600/tavola.jpg" height="400" width="283" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: center;">
Giovedì 26 febbraio 2015 dalle ore 19.45</div>
<br />
<b>MILLE ANNI DI CULTURA CULINARIA PALESTINESE con Bassima Awad</b><br />
“Raccontare il cibo della mia terra mi ha sempre affascinata e indotta a manifestare come la “resistenza del cibo” o il “cibo della resistenza” possono dimostrare che il nostro popolo palestinese vanta una storia culinaria millenaria. Il mio impegno è sempre stato di portare avanti un progetto preciso che risalta il lavoro delle donne in tutte le sue sfaccettature ed in particolare “la cucina”. (…)<br />
<br />
<br />
Preparemo e assaggeremo: –<br />
- Kebab e le sue spezie con Pane steso sulla piastra, salsa e insalata.<br />
- Kebbeh vegetariana con frumento spezzato fino, accompagnata con yogurt alla menta.<br />
- Tabbuleh (quella vera, femminile!) con frumento spezzato fino.<br />
- Dolce di datteri, noci e spezie.Bassima Awad e Fatima Abbadihttp://www.blogger.com/profile/16945385238786825804noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9044911311152688027.post-54471641617816826672015-01-26T01:30:00.003-08:002015-01-26T01:30:59.203-08:00 Assaggi e degustazione di Cultura Mediterranea<b>Il 14 novembre 2014 toccava alla Palestina sfoggiare le spezie ed alcuni manicaretti di cucina palestinese .</b><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtmJBPq2r2bcjnc6ffm7ZIMqkZKKOP5ExZfORgTtjuJxpSDI4nSVRbcvnI2-ef43NacWYsKeyTmZix7QTl2bmbX7uZIHd1sDqA0fcqDP1dksoL1nIRCj-tQZTy8K_LEFHrJbvS6FJ9jz4/s1600/volantino-lezioni-cucina+(1).jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtmJBPq2r2bcjnc6ffm7ZIMqkZKKOP5ExZfORgTtjuJxpSDI4nSVRbcvnI2-ef43NacWYsKeyTmZix7QTl2bmbX7uZIHd1sDqA0fcqDP1dksoL1nIRCj-tQZTy8K_LEFHrJbvS6FJ9jz4/s1600/volantino-lezioni-cucina+(1).jpg" height="400" width="276" /></a></div>
<b><br /></b>
<div style="text-align: justify;">
Ero stata contattata dalla Presidente del gruppo “donne della Banca del Tempo” di Piove di Sacco, avevo come al solito accettato l’invito a testimoniare attraverso il “cibo” in quanto sono convinta che l’identità di un popolo è rappresentata anche dal suo gusto e dai suoi abitudini alimentari. Non potevo non accettare di partecipare a questo “corso” presentando alcune portate tipiche di cibo da “strada” del mio paese. Anna Paola mi informava che ci sarebbero state una trentina di donne interessate a conoscere da vicino alcuni elementi della cultura del cibo palestinese. Al corso sono state chiamate altre due donne dell’area del Mediterraneo (Marocco e Tunisi)per rappresentare il loro cibo. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Raccontare il cibo della mia terra mi ha sempre affascinata e indotta a manifestare come la “resistenza del cibo” o il “cibo della resistenza” possono dimostrare che il nostro popolo palestinese vanta una storia culinaria millenaria. Il mio impegno è sempre stato di portare avanti un progetto preciso che risalta il lavoro delle donne in tutte le sue sfaccettature ed in particolare “la cucina”.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Da diversi anni lavorato con le donne palestinesi in Palestina ed anche a distanza organizzando cene e aperitivi e buffets attraverso l’appoggio di diverse associazioni ed amici in diverse città del Veneto contribuendo così al sostentamento di un gruppo di donne e bambini del villaggio di “Artas” . Fatta questa premessa potrei spiegare che la serata è andata benissimo in quanto tutte le donne presenti erano desiderose di vedere e commentare e chiedere sul come e perché certi cibi e certe spezie messi insieme possano risultare gradevoli nel gusto e nell'aspetto. Ho raccontato l’importanza delle spezie specialmente quelle più usate : cannella cardamomo zenzero curcuma pepe nero cumino coriandolo nigella sesamo e sommacco che se misurate e mescolate possono dare un sapore speciale alle carni e verdure dando il “marchio”che identifica e distingue alcuni da altri. Il pane tirato a mano e cucinato su una piastra e così pure la carne cucinata velocemente su una padella antiaderente oltre alle insalate di verdure fresche da accompagnare come farcitura al panino. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Tante domande e tante risposte e tanti sorrisi e ringraziamenti reciproci per aver conosciuto il loro interesse insieme alla mia disponibilità ad insegnare loro altri modi di altri mondi così distanti così vicini . Tante piadine sono state farcite e mangiate nel nome dell’interscambio culturale battendo il pregiudizio che spesso ci rende diffidenti gli uni dagli altri. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Viver sotto lo stesso cielo vuol dire essere potenziali amici, mangiare lo stesso cibo e respirare la stessa aria.</div>
<div style="text-align: justify;">
Grazie Mariapaola per aver creato le condizioni. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Bassima e Fatima</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYviEvr-YhoN-vtk118FJwsCzQurbGEA_JQRSnIMmSEbp2WdZB7-1Vuu0agUmdv6DeOCJ9eh6vD9NP3kI9IQ_8p4Hy9icnXdnZ70wrMIPls6izFo2Rah9kU9WqwpaVxRzPM3GfjkEaQXw/s1600/1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYviEvr-YhoN-vtk118FJwsCzQurbGEA_JQRSnIMmSEbp2WdZB7-1Vuu0agUmdv6DeOCJ9eh6vD9NP3kI9IQ_8p4Hy9icnXdnZ70wrMIPls6izFo2Rah9kU9WqwpaVxRzPM3GfjkEaQXw/s1600/1.jpg" height="240" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjU-nZAm0mA3M-gz4cQt8mVhHkGVoabbIMOjr4v6fHmfSwUYF1MKt79GsXrsagHLMD1JEoQjLqru_qsIc9JK4W-ri1vurHm-oSL05GXrp3Y8SrSOj-ZIu6QlqR5yQujyeGjJIXM3O_WGlU/s1600/2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjU-nZAm0mA3M-gz4cQt8mVhHkGVoabbIMOjr4v6fHmfSwUYF1MKt79GsXrsagHLMD1JEoQjLqru_qsIc9JK4W-ri1vurHm-oSL05GXrp3Y8SrSOj-ZIu6QlqR5yQujyeGjJIXM3O_WGlU/s1600/2.jpg" height="240" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgge636mqrLO42tp2oCyLIL04GetKlklIC0ODYik8_XGKZXViVQKSP9H89DkcNEcJfd4XeKAT4B1zw5EOH7aIUTGnqKDj-9Y_c9gOzUqcxEUhYyVGB_sVbDqVxUHjXYPDRZxplmYviNFmc/s1600/3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgge636mqrLO42tp2oCyLIL04GetKlklIC0ODYik8_XGKZXViVQKSP9H89DkcNEcJfd4XeKAT4B1zw5EOH7aIUTGnqKDj-9Y_c9gOzUqcxEUhYyVGB_sVbDqVxUHjXYPDRZxplmYviNFmc/s1600/3.jpg" height="240" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5odw7_8YPzASAV5nf2CzdF_VLjNUBH9cIHgs0cKJr3F03s1bKAQ9QIKbwKEYTVn-Jywts2QEYNtnce9gF_qU3KtIBZ3WctqK3if-GQ9C8ctm2uVJXXSo8tt8q_bkeiVNuHSWDA4Ph3kA/s1600/4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5odw7_8YPzASAV5nf2CzdF_VLjNUBH9cIHgs0cKJr3F03s1bKAQ9QIKbwKEYTVn-Jywts2QEYNtnce9gF_qU3KtIBZ3WctqK3if-GQ9C8ctm2uVJXXSo8tt8q_bkeiVNuHSWDA4Ph3kA/s1600/4.jpg" height="240" width="320" /></a></div>
<br />
<div>
<br /></div>
Bassima Awad e Fatima Abbadihttp://www.blogger.com/profile/16945385238786825804noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9044911311152688027.post-84940361297912591232014-12-19T09:26:00.001-08:002014-12-30T01:29:01.837-08:00Ultimo incontro del 26 novembre con gli studenti nella scuola alberghiera di Dolo<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhI3F7glAxuL_jFvnTSYV0sXaGDOaYDiNB_pl8yks-nbv5HKyYYY-G4MBbcxEt27U17QNKDiF40K9lF7sPn3KsiG8r_ZsN4C5LkzoOvvaVoCWci-1O9kN0wveHzABv5ZX6xnKzaflmBPNA/s1600/LOCANDINA-BEAMS.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhI3F7glAxuL_jFvnTSYV0sXaGDOaYDiNB_pl8yks-nbv5HKyYYY-G4MBbcxEt27U17QNKDiF40K9lF7sPn3KsiG8r_ZsN4C5LkzoOvvaVoCWci-1O9kN0wveHzABv5ZX6xnKzaflmBPNA/s1600/LOCANDINA-BEAMS.jpg" height="320" width="234" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Ecco allora com'era andato il nostro ultimo incontro del 26 novembre con gli studenti nella scuola alberghiera di Dolo:</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Arrivo alle ore 9.00 del mattino e vado direttamente in cucina dove trovo ad attendermi lo CHEF insieme ad una decina di studenti, mi sono confrontata subito con lo Chef ed ho trovato pronta la spesa che la scuola poteva provvedere: Riso lenticchie cipolle pasta/pane, tiro fuori la spesa che ho provveduto a comperare io: </div>
<div style="text-align: justify;">
<b>burgul (frumento spezzato) tahina e labaneh (crema di yogurt) oltre alle spezie e la pianta di menta. </b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Le lenticchie erano già cotte e così pure i ceci, anche la pasta/pane l’aveva già preparata lo Chef ed era pronta per essere stesa a piadina per cucinarla sull'antiaderente, cosa che avevano provveduto i ragazzi. Altra pasta era preparata per le focacce al sesamo ed alla nigella.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ho chiesto ai ragazzi di tagliare le cipolle a julienne per farle glassare in padella prima di metterle insieme alle <b>lenticchie per la “mujaddara” e per il riso e ceci “qidreh” per fare il pranzo.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il Prof delle bevande ha preso le indicazioni per preparare<b> “sharab al laimun u na’na’” </b>la bevanda con la menta fresca e limoni e si è arrangiato con altri studenti in un’altra sala. Ha preparato anche due bricchi di thè alla menta con cardamomo e thè alla salvia con cannella (per restare con il tema delle spezie).</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Prima di versare il cibo nei vassoi ho fatto un salto nell'auditorium dove si svolgeva il convegno per salutare</div>
<div style="text-align: justify;">
e ringraziare gli organizzatori e gli ospiti e quando entro in sala sento un saluto con ovazione e affetto da parte degli studenti che già mi conoscevano. Mi presento e ringrazio gli organizzatori ed i docenti che mi hanno invitata. Non potendo fermarmi fino alla fine torno di corsa in cucina per versare il cibo nei<b> “vassoi tipici”</b> portati da casa oltre alla tovaglia/kefia tipica, che il prof di sala ha steso in maniera elegante (certo che curano anche l’aspetto), il <b>hummos </b>è stato in parte spalmato dai ragazzi sulle fettine di pane e così pure il <b>labaneh </b>per facilitare la consumazione. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiC7oGKiOSW6vSRq3H6s9BXn__d-knSHsV9iMWhB7Ezur5uPxVa4-ovz3vnVesGz2eCi6_u7vUufDhxm-zzV6CJV_AS9VzBCPmFzr0Glx8VOq4ZqOsVlZ_g5zUSoGLaeyAb4niZtMA_uds/s1600/CIMG8261.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiC7oGKiOSW6vSRq3H6s9BXn__d-knSHsV9iMWhB7Ezur5uPxVa4-ovz3vnVesGz2eCi6_u7vUufDhxm-zzV6CJV_AS9VzBCPmFzr0Glx8VOq4ZqOsVlZ_g5zUSoGLaeyAb4niZtMA_uds/s1600/CIMG8261.jpg" height="150" width="200" /></a>Quel giorno tutti i ragazzi si sono impegnati perché riesca bene i loro lavoro di futuri CHEF sia in cucina che al bar . Diverse tartine e dolci fatte da loro hanno completato e affiancato il nostro cibo palestinese . Non potevo che rimanere felice ed augurarmi che un nuovo incontro simile possa realizzarsi presto.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Tutti i Prof ed i Dirigenti della scuola insieme agli studenti e invitati hanno potuto assaggiare un cibo non loro ed apprezzare i sapori <b>“dell’altro”</b>. Hanno spezzato il pregiudizio e rotto il muro dell’indifferenza. Sono sicura che questo progetto rimarrà nelle menti degli studenti e così pure le foto ed i video girati per l’occasione oltre alle interviste.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiY8j4uR6DvdsCSgSyIB3BGmd76ZeO_qjKT3WRR8UAY5NmG_eWzFnbVCphOdCyKG-Adv7d6kTs1gxe-xtS64VwhRslykmIm86idm5bjEvmwOXMSsDR1d4OZdFGRX8wiEyyiG1aFDZ4v7f4/s1600/CIMG8263.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiY8j4uR6DvdsCSgSyIB3BGmd76ZeO_qjKT3WRR8UAY5NmG_eWzFnbVCphOdCyKG-Adv7d6kTs1gxe-xtS64VwhRslykmIm86idm5bjEvmwOXMSsDR1d4OZdFGRX8wiEyyiG1aFDZ4v7f4/s1600/CIMG8263.jpg" height="150" width="200" /></a>Nell'auditorium c’erano anche due ospiti importanti dell’Africa regolarmente residenti in Italia che raccontavano le loro esperienze ma che purtroppo non sono riuscita a sentire le loro testimonianze. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Giornate così si dovrebbero fare regolarmente per superare l’intolleranza, il pregiudizio e favorire l’integrazione, lo scambio e la relazione dei diversi “culturalmente” in quanto è solo utile e arricchente. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
Mi sento molto felice di portare un pezzo della Palestina nei luoghi lontani dove in genere non sono mai presente.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Grazie di tutto per tutti gli attori dell’evento e spero abbiano il coraggio di ripetere esperienze simili con altre realtà culturali presenti sul territorio.<br />
<br />
<b>Bassima</b><br />
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="//www.youtube.com/embed/s3vhMpYqdX8" width="560"></iframe>
</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="//www.youtube.com/embed/YpBJf8q3DHg" width="560"></iframe>
</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
</div>
Bassima Awad e Fatima Abbadihttp://www.blogger.com/profile/16945385238786825804noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-9044911311152688027.post-38180755688708565922014-11-28T02:06:00.002-08:002014-11-28T02:06:37.850-08:00"A tavola dell'altro"<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEaMSg59IuVYbfwKNBC_rWumW3N6HGOH3X_IGMBq8-yUmEZ0RCkTJoOJ0uCklw3Ced0S6AAcviSNZlB7Pf6QuU-uk1n50-GBQTw6WicSQ2kCJ4_tkawaJ02Gsscndy_WxAK0tHx9ur18Q/s1600/LOCANDINA-BEAMS.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEaMSg59IuVYbfwKNBC_rWumW3N6HGOH3X_IGMBq8-yUmEZ0RCkTJoOJ0uCklw3Ced0S6AAcviSNZlB7Pf6QuU-uk1n50-GBQTw6WicSQ2kCJ4_tkawaJ02Gsscndy_WxAK0tHx9ur18Q/s1600/LOCANDINA-BEAMS.jpg" height="640" width="469" /></a></div>
<br />Bassima Awad e Fatima Abbadihttp://www.blogger.com/profile/16945385238786825804noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9044911311152688027.post-81227699000864373532014-11-28T02:02:00.003-08:002014-12-01T08:41:22.978-08:00Incontro con gli studenti ottobre/novembre 2014<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 12pt;">
<b><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Eccoci di nuovo a scrivere sul
nostro (Fatima ed io ) blog “cucina cultura” oppure “cucina della resistenza”:
Incontro con gli studenti ottobre/novembre 2014.</span></b><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><br />
Quando mi ha chiamato Loredana (amica di Roberta e Presidente dell’Auser di
Dolo) per chiedermi se ero disponibile a incontrare gli studenti presso <b>l’Istituto
Professionale di Stato per l’Enogastronomia e l’Ospitalità Alberghiera Cesare
Musatti di Dolo</b> per un interscambio culturale contro il pregiudizio razziale
e per parlare con gli studenti e presentare il cibo palestinese come cultura e
storia di appartenenza ad un territorio che da sempre in conflitto, questo
popolo ha sempre combattuto e resistito per non perdere la sua identità e la
sua cultura come ha perso gran parte della sua terra .<br />
<b>Il giorno 30 ottobre ed il 5 novembre</b> sono stati indicati dai docenti
come <b>“due appuntamenti con la Palestina” </b>facente parte di una rassegna di
cucina etnica<b>“teorico/pratica”</b>oltre ad un terzo incontro da preparare
per il 26 novembre prossimo. Accetto l’invito e vado con i miei tipici
strumenti di resistenza pacifica per spiegare loro come vengono impiegate
<b>le spezie</b> nella gastronomia palestinese, ritengo che le spezie sono
l’anima della cucina e della gastronomia in tutto il mondo ed anche in
Palestina.<br />
Una ventina di vasetti contenenti le varie polveri, semi , oli profumati
e colorati oltre alle piante aromatiche. Disposti su un tavolino coperto con la
mia solita kefiah “bianco/nera”insieme a due focacce fatte con la pasta/pane al
sesamo ed alla nigella .<br />
Nell'aula video c’erano una quarantina di studenti oltre a qualche docente ben
disposti ad ascoltare ciò che avevo da dire. Non potevo non iniziare con la mia
storia personale e quella della Palestina ed il motivo che mi ha indotta ad
avvicinare la <b>cucina tipica</b> pur sapendo che il mestiere <b>d’infermiera
professionale</b> era ben lontano dalla cucina e dal cibo. Raccontavo che
al mio arrivo in Italia non ero minimamente interessata a cucinare perché nei
miei primi 18 anni non avevo mai cucinato nemmeno un uovo.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiImgFLgarELzm_Y444uy4l-lYfhyphenhyphenPEPh5xv_1kbPI6VAYyK3Bn25n0ruKycKluuLgpRQqxvDNjciwTustf0z4Dg4EIvPfHbRfiedCS6Rxi2NWQEhprAF2wg5AieLJVREsg24dUCOWjgKw/s1600/1-329.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiImgFLgarELzm_Y444uy4l-lYfhyphenhyphenPEPh5xv_1kbPI6VAYyK3Bn25n0ruKycKluuLgpRQqxvDNjciwTustf0z4Dg4EIvPfHbRfiedCS6Rxi2NWQEhprAF2wg5AieLJVREsg24dUCOWjgKw/s1600/1-329.jpg" height="240" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">E come mai
questo risveglio? Eppure non ero convinta di questa scelta nemmeno io ma per
amor di patria tutto si può e partendo dall’INIZIO mi riportai alla mia adolescenza
ed iniziai a ricordare il mio rapporto conflittuale con il cibo e con la cucina
e con mia madre. Forse perché non avevamo il gas in casa? O forse perché
non avevamo nemmeno l’acqua? E nemmeno la luce (ed io studiavo su una lampada a
gasolio)? Forse perché mia madre era una mamma molto giovane e non mi lasciava
spazio per non competere?<br />
Non importa cosa erano le risposte che non mi sono mai data, mi bastava
soltanto il mio legame spirituale con quella “terra” che, se fossi
rimasta lì forse non mi sarei mai accorta del mio talento e per questo <b>ringrazio
all'infinito l’Italia</b> per avermi dato la libertà e l’apertura mentale e
spirituale di approfondire Il mio legame con l’Italia prima e con la Palestina
poi, cose che mi hanno convinta d’iniziare un percorso quasi per gioco ma
non era così, ad interessarmi del cibo e della <b>“qualità dei prodotti”, forse
avevo</b> un debito ed un dovere che mi ha spinta a scoprire la bontà del
nostro cibo palestinese.<br />
All'epoca vivere a Gerusalemme voleva dire vivere di spiritualità, di studio,
di cultura e di convivenza stretta con la famiglia e spesso perdere di vista la
bellezza della natura e dei campi coltivati e fioriti dei villaggi che la
circondavano e non vedere mai gli animali e gli uccelli e non avere la minima idea
di come si mangia nei villaggi e nelle campagne più o meno vicine.<br />
Come si fa a non riconoscere che l’Italia in questo e<b> senza nessun
pregiudizio ne discriminazione</b> mi ha insegnato e guidato nelle scelte da
raggiungere che oltre allo studio della lingua e delle tradizioni e abitudini
sono riuscita anche a cercare la mia vera identità e rafforzare e riportare in
superficie i miei desideri ed i miei sentimenti .<br />
Ho iniziato a cucinare piatti italiani insieme a quelli palestinesi perché non
sapevo se a mio marito sarebbe piaciuto il <b>“mio cibo” </b>che oltretutto non
sapevo fare bene, ho tanto sbagliato e bruciato pietanze delle due cucine
italiana e palestinese ma la mia tenacia e perseveranza come in tutte le cose
che faccio alla fine si è realizzato il mio grande sogno di<b> “prestarmi
alla cucina palestinese attraverso una finestra italiana”</b><br />
Le mie condizioni economiche sono migliorate e la prima cosa che ho fatto è
comperare un pezzo di terra che in Palestina non avevo mai sognato ed ho
coltivato alcuni ortaggi ,ho costruito un forno a legna per riprendermi il
passato che non avevo, ho imparato a fare il pane “arabo” in casa ho cercato i
cibi che non mi piaceva da piccola e li ho amati e perfezionati più degli
altri, ho piantato alcuni alberi che non avevo mai visto prima scegliendo
quelli a rischio estinzione a causa del continuo sradicamento da parte
dell’esercito israeliano come forma di attacco e conquista e occupazione delle
terre palestinesi, ecco che ho piantato l’azzeruolo, il giuggiolo, il
fico il melograno le viti ed il sommacco ecc e non per ultimo L’OLIVO (vittima
dei coloni israeliani) albero sacro e millenario che si identifica con le
grandi famiglie rurali dedite da centinaia di anni alla sua coltivazione ed
all’uso e vendita dei suoi numerosi consumi che vanno dal legno all'olio
alle olive e per ultimo al famoso sapone di Nablus. Un milione di alberi
d’olivo sono stati fin’ora bruciati o sradicati dai coloni come forma di vendetta
verso un popolo intero.<br />
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br />
<!--[endif]--><o:p></o:p></span></div>
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Non potevano mancare anche le erbe aromatiche come
la “nigella la salvia e la menta e l’origano”.<br />
<br />
Con tutto questo laborioso e faticoso lavoro ho cominciato a capire <b>la lotta
e la resistenza giornaliera </b>del grande popolo palestinese contro
l’occupazione sionista che dura da quasi 70 anni. Ho puntato molto sulla <b>resistenza
delle donne</b> a conservare la tradizione del cibo nonostante l’introduzione
del fast-food da parte delle multinazionali che con un astuzia approfittando
della debolezza storica di una nazione che stava andando a rotoli, hanno inserito
gli hamburger e gli hot dog per sostituire il nostro cibo millenario. Con tanta
passione ho sempre cercato dei siti e links arabi sul cibo e sulla storia dei
piatti tipici palestinesi e mi sono arricchita di nozioni che spesso ho
confrontato con links italiani per capire le differenze e le similitudini onde
evitare ogni discriminazione e pregiudizio.<br />
<br />
Con piacere ho raccontato agli studenti che era molto importante non abusare ma
<b>usare con cautela e parsimonia le spezie in cucina </b>, e dato che la Palestina
è un paese del Mediterraneo , non sarebbe difficile spiegare loro che le due
cucine<b> “italiana e palestinese”</b> possono essere simili ma con procedure
diverse.<br />
Le due ore sono passate in fretta e non poteva mancare la curiosità degli
studenti nell'avvicinare una storia di gastronomia non tanto lontana dalla loro
ma privilegiava l’uso abituale delle più importanti spezie tipo la cannella la
curcuma il comino la noce moscata il cardamomo ecc. loro non esitavano a
toccare ed annusare e assaggiare stupefatti le varie spezie.<br />
<br />
Il secondo incontro era più impegnativo perché dovevo andare in cucina insieme
a tanti ragazzi ed al loro CHEF , ero un po’ emozionata ma felice
d’essere lì per insegnare loro 2/3 piatti semplici e per restare nel tema delle
spezie ho scelto due menù contenenti le 7 famose spezie usate più o meno in
quasi tutto il MO ma con modalità diverse..<br />
<br />
Dopo una breve intervista fattami da parte di due studenti sono entrata in
cucina accompagnata da due docenti, ho indossato un camice bianco (con
sotto un mio grembiule abituale fatto con stoffa di kefiah) e in mano il
mio solito canovaccio anch'esso dello stesso materiale per asciugarmi gli
eventuali sudori.<br />
<br />
<b>Il menù era semplice : KEBAB (fatto in casa), PANE tipo piadina
(anch'esso fatto in casa) e un piatto di HUMMOS tipico (fatto in
casa). Tutto fatto e consumato in casa anche se considerato “cibo di strada”.</b><br />
<br />
Il KEBAB in questione si chiamerebbe Shawerma ed è fatto inizialmente con la
carne di montone o di vitello ed è di origine turca conosciuta fin dai tempi
dell’Impero Ottomano mentre quella (Shawerma) di pollo è di origine
Siriana, sono loro che hanno per primi adottato l’uso dello spiedo di metallo e
la sua cottura sul carbone. ma per semplificare la richiesta dei clienti
viene chiamato kebab come per la carne macinata e speziata ed infilata
anch'essa su uno spiedino.</span><br />
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><br /></span>
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">E’ stato
molto interessante mostrare loro la marinatura della carne (usando il pollo)
con lo yogurt e le varie spezie necessarie per il kebab: zenzero noce moscata
pepe nero cumino curcuma cardamomo cannella oltre allo yogurt olio d’oliva
aglio e limone.<br />
<br />
La pasta per il pane era già preparata dallo chef, ma io con alcuni studenti
l’abbiamo stesa sottile con il mattarello e cucinata sulle piastre antiaderenti
, sono stati molto collaborativi ed interessati , mi ha stupito la loro
educazione e rispetto oltre all'interesse mostratomi.Dopo aver cucinato una
decina di piadine le abbiamo messe in un canovaccio per tenerle morbide al
caldo.<br />
<br />
Per il HUMMOS (crema di ceci condita con crema di sesamo) avevo incaricato 3
ragazzi a prepararlo.<br />
<br />
Per ultimo siamo arrivati alla cottura della carne di pollo già marinata,
l’abbiamo versata con il liquido di marinatura in due grandi padelle preriscaldate
e con l’aiuto dei ragazzi l’abbiamo rigirata energicamente per farla asciugare
in fretta. Una volta asciugata ero sicura che era già cotta al punto giusto ed
allora l’abbiamo versata su un piatto grande ovale su un letto di cipolla
bianca tagliata a julienne e spolverata con del SOMMACCO .<br />
<br />
Anche la salsa HUMMOS è stata versata su un piatto di ceramica e decorata con
alcuni ceci interi oltre alla spolverata di paprica dolce ed un filo di olio
d’oliva.<br />
<br />
Anche il PANE è stato messo su un vassoio vicino agli altri piatti e poi ci
siamo dati il via alle foto ricordo e le riprese di gruppo, mi sono congedata
salutando e ringraziando i docenti e lo CHEF lasciando tutti intorno ai piatti
per gli assaggi.</span><!--EndFragment--><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhD4jNIuPEkGMxl03Uu6nbAk0gbVA2IYDw-39XshS3UTo5k7nViJuS_s0qYhzFYMLlsicuzqtR9Y657poHf47rpNf6GDttERQ41L-o8dqYETQb4Yvhoyu5qczUFjyU5Y4ibmdPF7yyhFx0/s1600/CIMG8222.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhD4jNIuPEkGMxl03Uu6nbAk0gbVA2IYDw-39XshS3UTo5k7nViJuS_s0qYhzFYMLlsicuzqtR9Y657poHf47rpNf6GDttERQ41L-o8dqYETQb4Yvhoyu5qczUFjyU5Y4ibmdPF7yyhFx0/s1600/CIMG8222.jpg" height="240" width="320" /></a></div>
<br />
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Certo che
nel mondo migliaia di persone muoiono ogni giorno per la carenza di cibo o per
gli sprechi che il mondo “CIVILE” compie ogni giorno. No allo spreco no alla
fame no alla morte per denutrizione e no alla povertà.Mi piace molto ricordare
questo semplice proverbio </span><b style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt; line-height: 115%;">MANGIARE PER VIVERE E NON VIVERE PER
MANGIARE.</b><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt; line-height: 115%;"> Ricordando sempre che</span><b style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt; line-height: 115%;"> “il cibo” è RELAZIONE è COMUNICAZIONE è
INCONTRO è PIACERE è SICUREZZA e PACE </b><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt; line-height: 115%;">, e chi ha una </span><b style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt; line-height: 115%;">storia solida e
sicura </b><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt; line-height: 115%;">di cucina, di sicuro potrà competere ed aiutare tanti popoli a
combattere contro la fame nel mondo.</span><br />
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">
<br />
<b>“Come dice acutamente Benjamin R. Barber,<i> ‘nessun bambino americano potrà
sentirsi sicuro nel suo letto se i bambini di Karachi o Baghdad non si
sentiranno sicuri nei loro. Gli europei non potranno vantarsi a lungo delle
proprie libertà se i popoli di altre parti del mondo rimarranno poveri e
umiliati.”.</i></b><br />
<b><i><br />
</i>Ed io aggiungo anche “i bambini della Palestina hanno bisogno e diritto
alla sicurezza libertà e pace”.</b></span><div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZdqGP_izbT_YqtmLknQomYAnI0oBsbwmaYAB_yTH7wEeAnWHp-B7BRS4OfJfG3chKtApdF46uQJlks9wTVInc-4h7zCCZUQcV1Al3IxPlV7wYuIvs49hyphenhyphenPYK4qd0xLvWC7CeMATE4IS4/s1600/CIMG8224.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZdqGP_izbT_YqtmLknQomYAnI0oBsbwmaYAB_yTH7wEeAnWHp-B7BRS4OfJfG3chKtApdF46uQJlks9wTVInc-4h7zCCZUQcV1Al3IxPlV7wYuIvs49hyphenhyphenPYK4qd0xLvWC7CeMATE4IS4/s1600/CIMG8224.jpg" height="240" width="320" /></a></div>
<br />
<b><span style="color: red;"><br /></span></b>
<b>Saluti a tutti e ci sentiamo dopo il terzo incontro/cucina/seminario di mercoledì 26 novembre e sempre nella stessa scuola.</b></div>
</div>
Bassima Awad e Fatima Abbadihttp://www.blogger.com/profile/16945385238786825804noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9044911311152688027.post-68058189836835820182014-03-03T01:04:00.000-08:002014-03-03T01:04:22.453-08:00Lo chiamiamo APERITIVO che ha lo stesso significato come per il “MASAT” فاتح شهيه <div style="text-align: justify;">
Il nostro aperitivo è stato commissionato e preparato da noi appositamente per una presentazione di una mostra fotografica, lo possiamo inserire benissimo come seguito del buffet che abbiamo già preparato prima di questo inserto.</div>
<div style="text-align: justify;">
Lo chiamiamo APERITIVO che ha lo stesso significato come per il “MASAT” فاتح شهيه </div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhz5-mIk2j8K6E4rt0y-D5Gy15hQgNjMhWhx8C-833YreQ8Js6TsA38KJAjYHLkSgTFiH4bqy1LcL6_A-CIp6df7ToKq0s7neD5_a68djd830yB0NKyR_i8YHVg9hwZEDHre_w5L4ncen4/s1600/1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhz5-mIk2j8K6E4rt0y-D5Gy15hQgNjMhWhx8C-833YreQ8Js6TsA38KJAjYHLkSgTFiH4bqy1LcL6_A-CIp6df7ToKq0s7neD5_a68djd830yB0NKyR_i8YHVg9hwZEDHre_w5L4ncen4/s1600/1.jpg" height="268" width="320" /></a></div>
<br />
<div>
<span style="text-align: justify;">Siccome l’incontro per la presentazione era dedicato alla Palestina, non poteva che essere un aperitivo palestinese . L’abbiamo preparato in giornata e in modo che arrivi fresco e saporito. Le cose importanti che abbiamo preparato erano in parte uguali al menù del buffet con la differenza che in questo caso sarà limitato al consumo in piedi e senza posate, cosa che obbliga i partecipanti a fare degli assaggini senza doversi sedere e concentrare l’attenzione più all'evento in questione. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
Cos'è un aperitivo? A questa domanda si risponde sempre pensando al bere ed è spesso così, un analcolico o un amaro o uno spumantino o anche dei semplici succhi di frutta (<b>per le bevande in Palestina guardate in fondo a questo articolo</b>). Spesso sembra che sia così ma forse non facciamo caso alle cose che accompagnano queste bevande che altrimenti provocherebbero dei capogiri o bruciori lo stomaco. Di solito sono consumati al mattino dopo una laurea oppure nel pomeriggio durante una presentazione di una mostra oppure quando si è con gli amici per annunciare un evento o anche per congratularsi di ricorrenze importanti di 25° o 50°.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
In Palestina l’aperitivo si offre spesso agli invitati ad un matrimonio “<b>che non parteciperanno al pranzo nuziale</b>”, si fa in genere subito dopo il matrimonio all'uscita dalla cerimonia, <i>può essere all'ingresso della chiesa o all'interno di una sala attigua</i>. In genere si prediligono i dolci ma ormai è diventato abituale offrire un piccolo aperitivo in piedi per brindare ed augurare felicità agli sposi, di solito è senza piattini e nemmeno posate e perciò “il cibo”, “dolce o salato” deve essere di misura piccola da consumare in fretta in un boccone tipo le pizzette formato piccolo con carne <i>sfiha</i>,o involtini <i>sambusek </i>o <i>manakish </i>o sfoglie con <i>zatar </i>o con creme o anche dei bignè che sono molto in uso in Palestina e per facilitare e velocizzare la consumazione, le eventuali salse vengono spalmate direttamente sulle fettine di pane tostato.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il mondo ormai globalizzato partorisce idee e ricette di mille tradizioni diverse e le fa simili nel servizio rispettando i costumi e le abitudini locali di ogni paese. </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhm-nHV_8bhIV-lRvDl7s799B1ecqiIFWQdnYJ60Y7VVSotGAlPkYRQRaoKbQxLa2swMM4c9uP4L6mITVWFdoc7f2_r44K8izL4UzVUMRSw0wAUx8sRoXrGymfaOhyphenhyphenJ6BJzQoc1KLTo-1Y/s1600/2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhm-nHV_8bhIV-lRvDl7s799B1ecqiIFWQdnYJ60Y7VVSotGAlPkYRQRaoKbQxLa2swMM4c9uP4L6mITVWFdoc7f2_r44K8izL4UzVUMRSw0wAUx8sRoXrGymfaOhyphenhyphenJ6BJzQoc1KLTo-1Y/s1600/2.jpg" height="216" width="400" /></a></div>
<br />
<i>Come girano i popoli girano anche le cucine e le ricette, oggi troviamo i fagiolini dell’Egitto in inverno e così pure l’uva del Cile o l’aglio della Cina ecce ecc giusto per dire che non ci sono più “frutta e verdura di stagione” e a malincuore dobbiamo accettare questi grandi cambiamenti.</i><br />
<br />
<b>Per le bevande in Palestina</b><br />
<div style="text-align: justify;">
Spesso mi chiedono: come mai voi palestinesi non bevete vino? Tutti credono che siamo dei poveretti perché non beviamo vino ma non sanno forse che gli alcolici non sono permessi, perciò non è permessa la distribuzione del vino e degli alcolici e super alcolici. Sono invece di grande consumo le bevande analcoliche e la grande varietà di spremute di frutta e di acque ai fiori d’arancio o di rose o anche alla menta o il succo di melograno e tamarindo e carrubo e mandorlo tutti con il ghiaccio, ci sta anche la birra analcolica ecc ecc. Sappiamo che la Palestina non produce vino e non vende vino ma sappiamo anche che tante persone (cristiani e stranieri ) lo consumano nei luoghi privati e non pubblici.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
In Palestina il vino è stato da sempre prodotto dai Salesiani arrivati in Palestina già dal 1880 circa lo producevano per il loro consumo privato e per le messe, questo vino veniva prodotto presso le loro sedi e conventi dislocati in tutta la Palestina e con il tempo è diventato uno strumento di reddito .</div>
<div style="text-align: justify;">
Allora questo vino non lo si può chiamare palestinese solo perché i vitigni sono palestinesi e la terra è palestinese, la stessa cosa allora sarà la considerazione del vino prodotto dai coloni negli insediamenti (stessa terra e stesse viti) ma questo non è corretto nonostante la differenza tra i Salesiani ed i coloni anche se tutti i due insediati su terreni palestinesi, sappiamo che i primi prestano opere di sostegno ed aiuto sociale alle famiglie mentre gli altri sfruttano le terre fertili e l’acqua per i loro interessi.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Parlando del vino non si può non parlare di <b>Cremisan </b>e del muro che tra non molto attraverserà la collina di <b>Beit Jala </b>(villaggio dove sorge il convento dei frati) il fiore all'occhiello di bellezza naturale e panoramica Beit Jala presto sarà circondata da un muro alto 8 metri uguale a quello di Betlemme e questo benedetto convento sarà collocato dalla parte di Gerusalemme perché qualcuno lo ha voluto così.</div>
<div style="text-align: justify;">
Non facendo parte della tradizione palestinese il vino non viene consumato da tutti i palestinesi perché i palestinesi musulmani non consumano vino ed i cristiani non lo bevono molto perché tradizionalmente non fa parte degli usi e costumi e perché costa molto, allora è più conveniente ai frati passare dall'altra parte anzi sarà il muro a fare questa spartizione, il convento passerà sotto la giurisdizione degli israeliani che bevono abitualmente molto vino e da dove i frati potranno vendere meglio il loro vino (500.000 bottiglie di vino all'anno a 18.00 EU a bottiglia) lo venderanno agli israeliani e lo esporteranno più facilmente da Israele che dalla Palestina rinchiusa in un recinto senza vie d’uscita al mondo esterno.</div>
<div style="text-align: justify;">
Sono convinta che la solidarietà non deve passare attraverso il vino ma attraverso la lotta pacifica per impedire che questo muro venga eretto per non condannare le famiglie di Bet Jala a non coltivare e vivere il piacere dell’ambiente sano e libero dagli invasori. </div>
<div style="text-align: justify;">
Chiedo per favore a tutti coloro che cucinano cibi tipici palestinesi di non abbinare il cibo al vino salesiano/palestinese e di non chiamare la degustazione “<b>enogastronomica</b>”, perché i palestinesi che tanti chiamano arabi per dire musulmani non possono bere vino e noi arabi cristiani dobbiamo portare rispetto e consumarlo in privato e senza tanti proclami perché anche noi facciamo parte di questa società palestinese.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Bassima Awad e Fatima Abbadihttp://www.blogger.com/profile/16945385238786825804noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-9044911311152688027.post-90703388185467707242014-02-04T07:40:00.002-08:002014-03-04T09:03:24.902-08:00Cosa sono i “masat” o muqabbalat o antipasti مقبلات او مازات<div style="text-align: justify;">
Gli antipasti o <i>Muqabbalat </i>sono dei cibi o alimenti vari freddi o tiepidi che di solito precedono il pasto vero e proprio per questo si chiamano <i>muqabbalat, </i>che significa prima o "<i>qabl" </i>o anche stimolanti dell’appetito.</div>
<div style="text-align: justify;">
Sono cibi fatti di verdure e di cereali o legumi conditi con spezie e con limoni, ogli, aglio, cipolla, prezzemolo e frutta secca per rendere il piatto ancora più appetitoso e preparare lo stomaco al piatto più importante e caldo che segue. Questa tradizione, famosa in tutto il MO è un autentico monumento nazionale già conosciuta fin dal Medioevo ed anche in Turchia e Iran, ma ovviamente con nomi diversi. Fin dai tempi dei sultani questi cibi rappresentavano un rito collettivo che ci riporta agli antichi fasti dei banchetti di corte dell’era Ottomana (XIX sec.). La parola <i>masa </i>deriva dal persiano “tamazzaza” (gustare a piccoli bocconi), e dal vocabolo turco “mezegater” (tavola), e usata dall’area geografica di “<b>Biladassham</b>” o <b>il levante</b>.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La cucina levantina è diffusa in molti stati arabi: Siria, Libano, Israele, Giordania, Palestina, Iraq del Nord e Turchia del sud e anche nell'Egitto.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Tutte le cucine dell’Impero Ottomano usavano preparare un’infinità di piccoli piatti da offrire all'ospite, che grazie alle diverse forme e colori dovevano sedurre l’occhio prima ancora del palato. Questo culto per gli antipasti, rappresenta per i <i>libanesi</i>, <i>palestinesi</i> ed i <i>siriani </i>il miglior pretesto per brindare allegramente con la bevanda nazionale: “<i>l’arak</i>” (distillato d’uva aromatizzato all'anice verde di Damasco, noto anche come “<b>lacrime della Vergine</b>” (comunità cristiane) o “<b>latte dei leoni</b>”, (una bevanda che mette d’accordo tutti, musulmani e cristiani in quanto spesso viene usata anche per scopi “curativi”: impacchi da mettere sulla fronte o sulla pancia per lenire i dolori e come gargarismi per il mal di denti e la disinfezione del cavo orale. Ricordo bene mia madre sempre con un impacco di arak sulla “bocca dello stomaco” oppure con un fazzoletto imbevuto di arak sulla fronte e lo usava anche per noi in caso di qualsiasi disturbo).</div>
<br />
<span style="font-size: large;">Come nascono i “<b>masat</b>”?</span><br />
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMoXzx5qHL_A33ZSaU3vgN_h78HPnkOut8PnIMI2Mr77WlDUsF4Afwb6LNKAjKYfGr5i6qo41GqvCQdObyCQYqwzuzUEYfUmY9ex5W9_M5LJsC0TX6W7K8avgzPO2OkOTHx9zygtHps28/s1600/unnamed.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMoXzx5qHL_A33ZSaU3vgN_h78HPnkOut8PnIMI2Mr77WlDUsF4Afwb6LNKAjKYfGr5i6qo41GqvCQdObyCQYqwzuzUEYfUmY9ex5W9_M5LJsC0TX6W7K8avgzPO2OkOTHx9zygtHps28/s1600/unnamed.jpg" height="240" width="320" /></a>Data la loro storia antica si può credere che questo cibo non necessitava per forza di una lunga cottura, era facile per le famiglie preparare un pranzo velocemente usando poco il fuoco, in quanto non si aveva più di un solo fornello (noi a casa avevamo il famoso <i>babor </i>svedese in ottone che andava a gasolio) e per questo che la maggior parte dei nostri pranzi si mandavano al forno pubblico. L’uso smoderato del fornello incideva molto sul menù e sul bilancio famigliare e sulla qualità dei vegetali che arrivavano direttamente dai campi per essere consumati senza doverli conservare per la mancanza di frigoriferi. Era comodo anche perché si potevano preparare in tempo per un eventuale pranzo o banchetto di festa. </div>
<br />
<span style="text-align: justify;">Nel Libano per esempio (il paese più importante in questo tipo di preparazione), questa nobile origine deriva da una tradizione popolare fra le donne contadine della vallata della Bekaa nel Libano meridionale ( oasi fertile piantata di frutta e verdura e cereali), le quali celebravano il rito del raccolto e le feste agricole e religiose intorno ad una tavola imbandita con decine di delizie. </span><br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfQc6NhL1I207NkikW3du5c49Sga-HLSWlKFHLg2YiOn4GRBDHx4rinnTw4PJ2jWXwzhsKU3Q_5Vs4QnJFZoqNvbsskToL1XlLIKqnV0Yp5vhQ1m0igt98Wa8x5ws52OJxJsLsDyDK8W0/s1600/P1360843.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfQc6NhL1I207NkikW3du5c49Sga-HLSWlKFHLg2YiOn4GRBDHx4rinnTw4PJ2jWXwzhsKU3Q_5Vs4QnJFZoqNvbsskToL1XlLIKqnV0Yp5vhQ1m0igt98Wa8x5ws52OJxJsLsDyDK8W0/s1600/P1360843.JPG" height="150" width="200" /></a><b>Nel caso della Palestina</b> “almuqabbalat” vengono usati a largo spettro e senza essere per forza seguiti da un pranzo caldo, alcuni vengono consumati al mattino tipo il Hummos, olive sotto aceti labaneh, za’tar, ecc ecc ed altri a pranzo e cena. I masat più usati sono: Olive(verdi e nere), hummos (con tahina e limoni), tabbouleh (burgul con prezzemolo e pomodori), muhammara o salsa piccante (con peperoncino e pomodori e paprika), manakish (focacce con za’tar ), fattoush (insalata con verdure rigorosamente fresche e pane raffermoa pezzetti), labaneh (yougurt sgocciolato dall’acqua), babaganouj (purè di melanzane con yogurt o tahina), tahineh ( in salsa con limone e aglio), falafel (ceci e prezzemolo fritti), za’tar u zeit (due piattini di za’tar e olio d’oliva), pane pita arabo o shrak stirato e cucinato sulla piastra.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Ecco la maggior parte di questi piatti elencati sono fatti a freddo o comperati da una bottega specializzata perché costano meno e perché <i><b>non si debba consumare la bomboletta di gas </b></i>di casa per cucinare cose che si possono reperire al mercato tipo il falafel ed il hummos ed i manakish a buon mercato.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Ci sono altri piatti degni di essere presentati in caso di ospiti e che costano una cifra maggiore tipo il shawarma (che qui chiamano kebab) la sfiha (tipo pizzette coperte con carne macinata e speziata), sambusek (mezze lune ripiene di carne che si possono comperare come fare in casa e mandare al forno), kibbeh (fatta di burgul fine e ripiena di carne e cipolla e poi fritta), spiedi di kebab o kifta (carne macinata e condita con spezie) ecc ecc ecc ). Per servire queste varietà di alimenti è necessario assolutamente il pane tipico arabo (quello a tasca o anche quello tirato sottile) per poterlo staccare dal piatto tra il pollice, l’indice ed il medio della mano destra, sostituendo l’uso delle posate.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ricordo che da piccola andavo a volte a Ramallah con i miei, città famosa per i masat tipici chiamati “libanesi” e serviti in ristoranti tipici con giardini con altalene e giochi e parchi estivi per famiglie. </div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Mia madre non aveva mai preparato tanti piatti così per precedere un pranzo vero e proprio forse per i costi o forse per il lungo tempo che richiede per prepararli o forse perché non avevamo tutte le verdure necessarie contemporaneamente ma di sicuro quando raramente andavamo a Ramallah (la signora degli antipasti) non ci faceva mancare <b>tutto quel ben di dio in una volta sola</b> insieme agli spiedini di carne ai ferri ed al polletto (<i>frakh</i>) con le patate fritte. Lei sapeva bene che tutti gli altri pranzi poteva prepararli a casa ma queste delizia <b>no</b>.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Guardando la situazione attuale del M.O non possiamo più tenere in considerazione le possibilità economiche delle famiglie medio basse e non possiamo di sicuro pensare che tutte le famiglie possano pranzare o cenare allo stesso modo, basta vedere Gaza oggi senza corrente elettrica e acqua e gas e non dobbiamo stupirci se una famiglia di 10 persone si siede intorno ad un piatto di HUMMOS comperato con pochi shekel e qualche pomodoro e qualche pane per mangiare un pasto unico nella giornata. Così pure nell'Egitto delle due facce (ricca e povera) dove la classe media non esiste più, anche lì troviamo un piatto di fave che sfama una grande famiglia. Oggi vediamo anche la Siria che per noi palestinesi è considerata la madre del M:O ridotta a macerie per la volontà di un mondo senza scrupoli che arma le mani di delinquenti e terroristi per distruggere una storia millenaria, per poi dividersi “<b>le commesse</b>” della ricostruzione che mai sarà com'era prima.</div>
<div style="text-align: justify;">
Per tutti questi motivi drammatici siamo sempre chiamati a rispondere alla storia e per continuare a vivere e far sopravvivere le nostre tradizioni per non scomparire nel nulla e fare il gioco di chi ci vuole morti insieme alle nostre tradizioni. Per questi motivi noi della diaspora insieme ai nostri fratelli dobbiamo continuare la nostra resistenza culturale portando avanti anche la nostra cucina e tutti i nostri deliziosi piatti. </div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbxW4GhYPhuGFjlttTRzzE1W-YI81CrVx6A1vcrTlQD_Nq-XA6DM3-m5sAZtxkP4ZXjFjEBYNmbl2zZuLsnv06XKlzzA_ua3vAR1s7IofnHtF_GmbPMCeS9aJiD85pbt0EobDiei2m8O8/s1600/2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbxW4GhYPhuGFjlttTRzzE1W-YI81CrVx6A1vcrTlQD_Nq-XA6DM3-m5sAZtxkP4ZXjFjEBYNmbl2zZuLsnv06XKlzzA_ua3vAR1s7IofnHtF_GmbPMCeS9aJiD85pbt0EobDiei2m8O8/s1600/2.jpg" height="231" width="320" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: center;">
<b>Sono un pezzo di carta e controllo la tua intera vita.</b></div>
Bassima Awad e Fatima Abbadihttp://www.blogger.com/profile/16945385238786825804noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9044911311152688027.post-60696774628873400872013-12-31T00:29:00.002-08:002013-12-31T05:03:55.643-08:00Al ‘araes العرايس <b>LE SPOSE o عروس sposa </b><br />
<b><br /></b>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Cosa sono? Sembra parlare di vestito da sposa, quell’abbigliamento elegante stretto e lungo che fascia il corpo di una bella donna per renderlo ancor più bello in un giorno speciale.</div>
<div style="text-align: justify;">
Questa piccola premessa mi permette di entrare nell'argomento che oggi vorrei presentare come uno stuzzichino da mangiare in piedi o per strada e senza i convenevoli obbligatori che di solito uniscono a tavola diverse persone per consumare un pranzo tipico palestinese o arabo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Dopo questa dovuta piccola premessa posso dire che la parola <i><b>‘arous</b></i> vuol dire un panino arrotolato ripieno di carne speziata o di verdure o qualsiasi altra cosa da portare a presso o acquistare per strada da consumare freddo o caldo. Questo panino è facile e veloce da preparare e non costa molto, lo si trova in tutta la Palestina ed in diversi paesi arabi principalmente mediterranei. </div>
<div style="text-align: justify;">
La prima volta che ho sentito chiamare un panino <b>‘arous</b> fu tantissimi anni fa nel Libano mentre ero andata con i miei genitori a trovare la famiglia di mia zia anch'essa profuga nel Libano, andammo in treno da Gerusalemme ed io avevo 5/6 anni e mio fratello 4/5 anni, restammo lì per 15 gg. La famiglia di mio zio era scappata dal loro villaggio Fassuta al nord della Galilea subito dopo il matrimonio del figlio e finiti nel Libano, sappiamo benissimo che i palestinese dei villaggi del nord tipo Safed, Sakhnin, Daburiyya e Saffourah trovarono rifugio oltre il confine con il Libano. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Per tornare al mio panino ricordo che la parola <b>‘arous</b> l’ho sentita per la prima volta quando mia zia mi chiese se volevo “<i><b>’arous bi labaneh</b></i>”, non capivo cosa fosse <b>‘arous</b> ma quando mi diede il panino fatto di pane sottile tirato ma arrotolato come un sigaro grosso capì che il labaneh (crema di yogurt) era spalmata dentro, non capivo però il perché di questo nome.</div>
<div style="text-align: justify;">
Dopo tanti anni scoprì il pane “<b>shraq</b>” tirato sottile che si usa in Palestina per il piatto tipico più famoso “<b>mansaf</b>”e così capì di nuovo che non c’era niente di strano se non il modo raffinato ed elegante di presentare un panino ai bambini o anche ai grandi per non sporcarsi le mani e nemmeno gocciolare per terra, così facendo rendevano il panino più gradevole nel gusto e nell’aspetto. Dopo tantissimi anni ancora e durante una visita a Nazareth ed altre città del nord vidi che nelle botteghe vendevano dei mega panini arrotolati con <b>labaneh o con za’tar u zeit o con shawarma o kebab e tutti si chiamavano “’arous”.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
Nazareth come tutte le città della Palestina storica del nord ha diverse cose in comune con il Libano, tipo la cadenza dialettale il modo di vestire oltre al cibo ed il pane buonissimo sottile e tirato che sicuramente è diverso da quello di Betlemme o di Ramalla. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Nella Palestina del centro e del sud abbiamo un pane simile ed anche le piadine e anche il pane pita arabo conosciuto anche come “<b>raghif</b>”, sono tutti diversi ma ugualmente buoni e si prestano a qualsiasi farcitura: <b>falafel, kabab, shawarma e labaneh, frittata ecc ec</b>c, anche se non lo chiamiamo “<b>arous</b>” ma “sandwich” non fa niente, è importante il contenuto e io preferisco chiamarlo sandwich (parola presa dagli inglesi che ci hanno occupato più di 20 anni).Quando uso il pane steso che faccio io in casa, allora lo chiamo “<b>‘arous sposa</b>” per la bellezza dell’involucro e la bontà del ripieno. Il pane pita in Palestina diventa Arous per le frequenti trasformazioni ed i cambiamenti ecco che la corsa al panino farcito di tutto di più e secondo il mio modesto parere dobbiamo chiamarlo sempre “sandwich” oppure “<b>raghif</b>” se è pitta/arabo e <b>‘arous</b> se è steso sottile e farcito con l’amalgama di carne cruda macinata e speziata come per il kabab ma con l’aggiunta di un pomodorino tagliato a dadini, il tutto dentro questo panino arrotolato o piatto e metterlo poi in una tostiera o anche sotto la piastra di un fornetto per tostare pane e carne insieme .</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>E’ delizioso in una o nell’altra maniera.</b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjR7NqQNhKtKFPC56qf1IBQsCLhvQ_BYJSIW5L2261KAAxpZb-3tCW6L5XIWLyYT2y7OWUoyNoAvKpjgpxE_LyKhTLwMeQxfRW2Tl9Z4a96TByQ-tMrqpmPBH6ybnoIYalhe2ftEU3TfWI/s1600/1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="238" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjR7NqQNhKtKFPC56qf1IBQsCLhvQ_BYJSIW5L2261KAAxpZb-3tCW6L5XIWLyYT2y7OWUoyNoAvKpjgpxE_LyKhTLwMeQxfRW2Tl9Z4a96TByQ-tMrqpmPBH6ybnoIYalhe2ftEU3TfWI/s320/1.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicEo9MUSCp_PxSuIHqth2telDKS9VvDicD71KBkfZMETDNiEO_MKnQO_6UwDdIGZNWv92mIsHl-0ayAWpGIMJHPAUhGXXrNE9qScjglQbI8VwXDnDCQWYMvATQaH7_xKLjG84SUBzDcTI/s1600/2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="238" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicEo9MUSCp_PxSuIHqth2telDKS9VvDicD71KBkfZMETDNiEO_MKnQO_6UwDdIGZNWv92mIsHl-0ayAWpGIMJHPAUhGXXrNE9qScjglQbI8VwXDnDCQWYMvATQaH7_xKLjG84SUBzDcTI/s320/2.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><br /></b></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Certamente è più facile e elegante tenere in mano un panino arus arrotolato perché assorbe l’eventuale liquido e non colerebbe sui vestiti e le mani, ma se si preferisce il pane piatto arabo tipico di Gerusalemme, basterebbe usare un pane leggermente più grosso che assorba i famosi liquidi. Per il nome non ha nessuna importanza ma conviene sempre chiamarlo <b>AROUS SOLO IN LIBANO</b> perché solo loro lo sanno fasciare e rendere bello e buono come la bella linea di una sposa libanese.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>La giovane donna libanese è come la sorgente che sprizza dal cuore della terra e scorre per le valli serpeggianti. Dal momento che non trova una foce nel mare, si trasforma in un calmo lago sulla cui superficie che cresce si riflettono le stelle e la luna scintillante. Autore sconosciuto</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<span style="color: #b45f06;"><b>Buon Appetito</b></span><br />
Bassima e FatimaBassima Awad e Fatima Abbadihttp://www.blogger.com/profile/16945385238786825804noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9044911311152688027.post-43462034344157663062013-11-27T07:30:00.000-08:002013-11-27T07:30:50.070-08:00Dolce cremoso chiamato “le notti del libano” قشطليه او ليالي لبنان <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEglNnWoOHjiAX_wloV0h8BcuutELPXrdjGXT4O_tx1plPSM5UhKcZPwNYFIqSNxbz0t-NLku5nTuH4p0FDNtRFAgD0glHVHFh9ifgypZNquz1Ip0mDha3vxwFeRMubTqEGEAlKlznNZK2M/s1600/3.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEglNnWoOHjiAX_wloV0h8BcuutELPXrdjGXT4O_tx1plPSM5UhKcZPwNYFIqSNxbz0t-NLku5nTuH4p0FDNtRFAgD0glHVHFh9ifgypZNquz1Ip0mDha3vxwFeRMubTqEGEAlKlznNZK2M/s1600/3.jpg" style="cursor: move;" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Oggi ho deciso di fare questo dolce a cucchiaino veloce e buono al palato ma anche bello da vedere, è nutriente e senza burro e uova, l’unico grasso che potrebbe essere è il grasso del latte e della panna qualora si scegliesse di metterla, del latte uso quello scremato e la panna la metto quando devo offrire questo piatto agli amici . Questa crema che io non posso chiamare budino che gli inglesi hanno adottato dopo averla presa dagli arabi mettendo il nome “pudding” ma continuo a chiamare crema qualsiasi piatto di dolce a cucchiaio che va dal “creme caramel” hitalieh= crema con amido con sciroppo allo zucchero bruciato, riso/latte o semolino/latte o amido/ latte. La crema di oggi è chiamata “<i>layalilubnan</i>” ليالي لبنان che vuol dire le “notti libanesi” o قشطليه che vuol dire hitalieh con قشطه panna, io da piccola non avevo mai mangiato questa crema con la panna, le nostre creme casalinghe erano al massimo semolino tostato con acqua e zucchero, non era male, qualche volta mia madre faceva anche l’amido con il latte e zucchero e aggiungeva l’<b><i>acqua di rose</i></b> elemento molto importante per distinguere le creme dai budini, pudding che in Palestina c’erano in abbondanza specialmente dopo il ventennio del Mandato Britannico che ha fatto e disfatto in Palestina.Ricordo anche che un giorno alla settimana preparavo delle coppette di semolino all'acqua e zucchero (حلاوة سميد) ed altri con riso e latte spolverati di cannella e li mettevo su un vassoio che mio fratellino portava su un piccolo banco in strada sotto casa per venderli, lo controllavo dalla finestra e correvo in caso di litigio con i compagni, aveva solo 6/7 anni era emozionante vedere che le persone si fermavano a degustare queste creme quando finiva dava una parte alla mamma come rimborso spese ed il resto lo tenevamo noi due per noi due per pagarci la scuola ed altre necessità. Questo succedeva quando ormai ripresi dalla catastrofe iniziavamo a vivere una vita in via di guarigione dalla tragedia del 48 che noi bambini ignoravamo la dimensione perché a scuola (privata) nessuno ci parlava. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Per tornare al dolce con la panna molto diffuso nel Libano paese che ha rifinito il piatto guarnendolo con dei pistacchi oltre alla panna e lo sciroppo di zucchero e la cannella perché il Libano è considerato un paese delle raffinatezze e delle bellezze naturali e anche della sua popolazione multietnica multiculturali e religiosa dove si mescola il divino ed il profano, lo ha adattato al gusto dei suoi cittadini molto più diversi che in Palestina (forse la tragedia del 48 ci ha uniti di più per resistere meglio alla dispersione della nostra eredità culturale) . Siccome il Libano è considerato il paese più energico per le movimentate notti di festa e divertimento, è risaputo che il Libano è il più ricco di clubs e di ristoranti e luoghi di svago con musica e balli, e per questo ho pensato all'origine di questo dolce che assomiglia un po’ alle caratteristiche del Libano in quanto è semi solido e cremoso con uno sciroppo che cola insieme alla panna ed al pistacchio in movimento, in Palestina non potrà mai chiamarsi “notturni palestinesi” o le notti in Palestina, sarebbe un insulto alle persone che vivono tutti i giorni e tutte le notti in stato di assedio o di resistenza agli attacchidell’esercito e coloni dell’occupazione. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Altro che divertimento e spensieratezza.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjgYOjtSbOAa-JCd6bWbhpTSlhhMXb-K1nV_gPbSJ0JlMEPqMEA9p_e_3qHnKQSB8ClTyLoYHd92V25ccon3ULlNGNUNf1LzsQDBZdjMf1NsVp0rLpQjqYK2fhTERWJVLUW1suJjXpqFt4/s1600/2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjgYOjtSbOAa-JCd6bWbhpTSlhhMXb-K1nV_gPbSJ0JlMEPqMEA9p_e_3qHnKQSB8ClTyLoYHd92V25ccon3ULlNGNUNf1LzsQDBZdjMf1NsVp0rLpQjqYK2fhTERWJVLUW1suJjXpqFt4/s200/2.jpg" width="200" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><i>Il Libano prese la sua indipendenza dalla Francia nel 43 e le rimase fedele come usi e costumi più che ai paesi arabi specialmente alla madre patria <span style="font-size: large;">“La grande Siria”</span>(prima della colonizzazione europea era una provincia della Siria) come del resto la Giordania e la Palestina ed una parte del sud della Turchia, cosa che ha sempre creato conflitti e rivalità tra tutti questi staterelli appena staccati dalle costole della Siria Madre per volere delle grandi potenze europee che continuavano a controllare a distanza dopo essersi spartiti la torta per motivi strategici economici e militari.I Libanesi hanno continuato a rimanere legati alla Francia continuando a parlare la lingua francese considerata quasi la prima lingua del paese oltre all’arabo, che parlano con una cadenza allungata che deriva dal siriaco e dall’aramaico storico della Siria. Il Libano nonostante tutte le guerre subite continua ad essere considerato “la svizzera del M.O” . Anche se i libanesi si sentono spesso “francesi”,i loro cibi restano comunque gli stessi nostri anche se i loro atteggiamenti assomigliano più ai loro colonizzatori, le nostre abitudini da palestinesi sono differenti, forse per la triste sorte che ci ha toccato e forse perché noi palestinesi abbiamo avuto la storia contro, siamo stati molto più sfortunati dagli altri stati arabi e per questo siamo più uniti per il nostro triste destino che ci aiuta a resistere per proteggere la nostra terra che pian piano ci sta sfuggendo via e per questo dobbiamo continuare la nostra battaglia pacifica che prima o poi ci darà ragione “questo mondo ingiusto e di parte”.</i></b></div>
<div style="text-align: justify;">
Per tornare al cibo ed al piatto che propongo oggi che è formato principalmente da una <b>crema </b>fatta di farina di riso al latte o di amido o di semolino che nasce nella Palestina/Siria e prende il via nel resto del M.O con delle modifiche a seconda del luogo e del ceto sociale e del gusto, la si può guarnire con la frutta fresca pregiata oppure spruzzarla con l’acqua di rose o fior d’arancio ecc.ecc e spolverarla con le spezie più profumate tipo la resina la cannella e la noce moscata, per ultimo spalmarla con la panna “<b>Qishta</b>” alla frutta secca, tutte le versioni sono buone quando gli invitati sono dei ben venuti.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><i>Negli ultimi tre giorni l’ho fatta due volte in due modi diversi, a mio marito insieme agli amici è piaciuta molto ed hanno condiviso questa ricette e gustato questo boccone dolce e morbido che la bocca non può non muoversi estasiata.</i></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Qui sotto c’è un annuncio che ho trovato in internet che mostra una frazione della vita sociale dei palestinesi prima della Nakbah del 1948. Riporto ciò che è scritto.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><i>Annuncio per il turismo nel Libano nel 1932 con le ferrovie palestinesi in 19 ore e dice “venite in Libano paradiso dell’Est”, sono previste riduzioni estive dei prezzi da maggio a novembre. Era già allora considerata “paradiso” per le sue bellezze naturali;come dicevo sopra e se si viaggiava vuol dire che c’era anche il benessere.Per chi viaggiava in prima classe c’erano anche le cabine con i letti. </i></b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXwvYHoeqDTJi_9cl7Z2PsDXGwtofrfzZVGMJDCexlcWIV-0kw93n1VYZmaXmOxmRjjEzvE2xPBUZ98fVFlrvyIcSUYyoxmb2ESuXmECR1mk-mD7PxgV2Jx9HLAL6oBcTZDxuQsGYAWf0/s1600/1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXwvYHoeqDTJi_9cl7Z2PsDXGwtofrfzZVGMJDCexlcWIV-0kw93n1VYZmaXmOxmRjjEzvE2xPBUZ98fVFlrvyIcSUYyoxmb2ESuXmECR1mk-mD7PxgV2Jx9HLAL6oBcTZDxuQsGYAWf0/s320/1.jpg" width="184" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<i>Grazie e saluti a tutti da Bassima e Fatima </i></div>
<div>
<br /></div>
Bassima Awad e Fatima Abbadihttp://www.blogger.com/profile/16945385238786825804noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-9044911311152688027.post-53263809695411716162013-11-13T03:31:00.002-08:002013-11-13T05:27:06.827-08:00Le coste in cucina ورق السلق<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWSm49BegJHKzQwvS0c4DXNKBrfmzOi1L1qWYHmbnTMNi0FyoE0VVL3MXEgsq-iDcWUXCbip2OBYakUrzy6Uo751gdgn-Q6mCFEbVe9mDL4IonaRmYQq2-p83Qu-MMAwWveTO9mnW84Tc/s1600/1.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="181" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWSm49BegJHKzQwvS0c4DXNKBrfmzOi1L1qWYHmbnTMNi0FyoE0VVL3MXEgsq-iDcWUXCbip2OBYakUrzy6Uo751gdgn-Q6mCFEbVe9mDL4IonaRmYQq2-p83Qu-MMAwWveTO9mnW84Tc/s320/1.jpg" width="320" /></a><br />
<div style="text-align: justify;">
Oggi facciamo le coste che chiamiamo anche “<i>biete</i>” che sono più piccole e più tenere delle coste. L’altro giorno mentre facevo la spesa in piazza ho visto un banco con delle coste sottili e lunghe, di colore verdissimo e con gambo bianco e sottile, in quel preciso momento mi vennero in mente le coste che si vendono nei <i>suk arabi</i> e più precisamente in Palestina, lì le coste si vendono a mazzetti (ضمم ) “<i>dumam</i>” legati con lo spago o l’elastico come per il prezzemolo. In quel preciso momento ho cominciato a viaggiare con la mente e questo mi succede molto spesso quando vedo le cose simili che mi fanno tornare a 50 anni indietro quando ero ragazzina e mia madre mi diceva: vai di corsa a prendermi ضمة سلق ossia <i>un mazzo di coste</i> e pensavo: “a cosa serve un mazzo di coste”? correvo verso la prima contadina che incontravo chiedendo delle coste; sapevo che tutte le contadine avevano coste, spinaci, prezzemolo, menta oltre alle erbe curative e profumate. La pianta non viene mai sradicata del tutto dal terreno perché continua a buttare dei nuovi germogli e nuove foglie e siccome la richiesta del mercato locale non è altissima e nello stesso tempo l’orticello delle contadine è piccolo e vario ed anche perché le contadine non possono portare in testa tanto peso e nemmeno un tipo solo di verdura, i mazzetti saranno pochi e grandi tale da soddisfare le massaie.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Spesso mi capita di fermarmi e pensare e questo succede quando sono in contatto con il cibo, “forse perché ho avuto con esso una relazione morbosa”, mi sentivo inadeguata forse perché secondo mia madre, dovevo solo studiare e studiare e aiutarla con le pulizie di casa e tenere a bada i miei due fratelli più piccoli, non c’era spazio per imparare a cucinare nemmeno un uovo nel tegamino, insomma m’impediva di farlo, le facevo solo le commissioni urgenti come per le coste e vedere il cibo solo quando lo trovavo nel piatto. Qualche volta e quando lei e mio padre uscivano di sera per andare a trovare parenti o amici, noi fratelli ci mettevamo a fare i CHEF INCAPACI ma contenti di realizzare un piatto di risotto o patate pure al burro e olio d’oliva stando molto attenti a non lasciare tracce, questo succedeva molto spesso e ci rendeva un’autonomia direi dovuta specialmente a me come donna. Quelle erano le mie esperienze culinarie nella casa paterna. Le benedette coste le trovavo nelle zuppe di lenticchie o anche lessate e condite con aglio e limone che allora odiavo ma che ora adoro.</b><br />
<b><br /></b>
<b>Cosa sono le coste e come si mangiano “in Palestina”? </b></div>
<div style="text-align: justify;">
Sono verdure dalle foglie verdi più o meno grandi con un gambo bianco sottile e lungo, della costa si mangia tutto,dopo averle lavate e sgocciolate lesi può consumare cotte a vapore e condite con olio d’oliva pepe e sale e limone oltre al pesto d’aglio“<i>mtawameh</i>” متومه in quanto condita con l’aglio.</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiOLtkyv5t60XXJAEmAzTglbUknlYMfwBREpk7K0bQ9OJXrNsFz3Wy0KAkJRmQ2md1prlIVJN7ZJyO1EkytsDK7oiqLd-Nq6zbwRpG-xXFmTZdBuE889uwv2nvCYJ3kqahRC5UbVkigSFY/s1600/2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="238" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiOLtkyv5t60XXJAEmAzTglbUknlYMfwBREpk7K0bQ9OJXrNsFz3Wy0KAkJRmQ2md1prlIVJN7ZJyO1EkytsDK7oiqLd-Nq6zbwRpG-xXFmTZdBuE889uwv2nvCYJ3kqahRC5UbVkigSFY/s320/2.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
I gambi bianchi invece, si possono tagliare a pezzi e bollire con pochissima acqua e condire come per le foglie oppure con l’aggiunta di <i>tahina </i>(crema di sesamo), sono veramente deliziose.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il piatto più famoso in Palestina è il <b>“ملفوف السلق”</b>e cioè le foglie arrotolate di coste. Come per tutte le altre foglie di verdura anche la costa la si può arrotolare e riempire vegetariano all'olio d’oliva (vedi le “foglie di vite” nel nostro blog)<b>, oppure con carne macinata mescolata al burgul o al riso con pepe e sale e olio e un po’ di concentrato di pomodoro</b>, queste due versioni si possono facilmente fare dopo aver fatto scottare le foglie per renderle malleabili in mano e girarle con facilità come un sigaro dopo aver tolto la parte centrale dura. In tutte e due le versioni si può stendere in fondo alla pentola uno strato di gambi di costa oppure dei pomodori riempiti dello stesso ripieno dopo averli scavati. Questo serve a proteggere la costa dalla bruciatura del fondo data la sua delicata natura. Nella pentola si allineano questi “sigari” a strati e poi coperti con acqua bollente e sale, con aggiunto un po’ di olio d’oliva e a seconda del gusto un po’ di polpa di pomodori per una ventina di minuti. Le foglie di coste o biete le mescolo a volte agli spinaci per fare i SAMBUSEK involtini con pasta pane e spinaci con cipolle e sommacco, rigorosamente a crudo (VEDERE NEL NOSTRO BLOG)<b>.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiioyFdtowmMXDIDH7roK52RMXOjxkz_0tjsmu8LwtlB2GflP5H3xYPwCCPvEIz9ABsybq7PSvK41o48KEzze-O8KUzDw4ohqjNKXkmj9Bc1ojyT2ge6GfyHT6rzJN3c_C7jsQUvlT-DBU/s1600/5.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiioyFdtowmMXDIDH7roK52RMXOjxkz_0tjsmu8LwtlB2GflP5H3xYPwCCPvEIz9ABsybq7PSvK41o48KEzze-O8KUzDw4ohqjNKXkmj9Bc1ojyT2ge6GfyHT6rzJN3c_C7jsQUvlT-DBU/s400/5.jpg" width="246" /></a><b>Ora che sono “diasporana”, scusate il termine grossolano, mi sento padrona di me e della mia cucina che curo con amore e dedizione, cerco sempre di studiare e scoprire le ricette che mia madre non aveva mai fatto e quelle che sono scomparse dalla società,cucino anche molto bene il cibo italiano che adoro come quello palestinese, molto spesso faccio dei paragoni coerenti su come viene considerata la nostra cucina palestinese. Io la vedo mediterranea e completa, molto simile a quella italiano ma con modi diversi di elaborazione, cosa che mi ha dato dimestichezza nel muovermi da una all'altra con agilità e piccole modifiche con risultati straordinari e delicati al palato. Se devo cucinare arabo per gli italiani so che devo ridurre le spezie e l’olio ma se devo cucinare italiano per arabi devo condire un po’ di più per esaltare il sapore, riesco a giocare con le dosi per riuscire a soddisfare tutti i palati.</b></div>
<div class="" style="clear: both; text-align: justify;">
Per quanto riguarda le vitamine presenti in questo ortaggio vale la pena dire che le coste sono mineralizzanti, <b>depurativi, antianemici, tonici</b>: sono una preziosa fonte di pro vitamina A e di vitamine B (in particolare acido folico), C, E e K, di fibre e di minerali come ferro, rame, potassio, magnesio. Per assimilare il ferro è utile aggiungere il succo di limone che favorisce il suo assorbimento. Nelle coste ci sono anche alcuni aminoacidi utili per la salute e la bellezza dei capelli. Nelle persone affette da malattie urinarie e renali bisogna stare attenti a non consumarne tante. </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<b>La cucina palestinese è semplice e più delle volte vegetariana e leggera per l’uso dell’olio d’oliva considerato il RE dei condimenti e fonte di vita per famiglie intere palestinesi prima dell’arrivo della tragedia che ha colpito i palestinesi nel 48. (Gli alberi di olivi sradicati sono più di un milione con una caduta catastrofica sulla società che si trova senza una fonte di guadagno e di sussistenza; gli olivi “simbolo di resistenza” davano da vivere a tutta la popolazione contadina: olive, olio, sapone e legno che forniva tutto il resto della Palestina, ora sono più quelli che si trovano di là del muro che quelli presso i legittimi proprietari).</b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<b><br /></b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<b>Per tornare al cibo trovo che la cucina sana mediterranea palestinese è un fiore all'occhiello che fa invidia a tutto il mondo in quanto è considerata completa anche senza il consumo della carne che comincia a costare molto e si deve ricorrere quasi sempre all'importazione .</b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<b>La questione politica penalizza sempre più il cibo e le materie prime che diventa sempre più difficile reperire, frutta e verdura palestinese doc (una volta a kilometri zero) per motivi che tutti sapete già: difficoltà e ostacoli al movimento delle persone e merci, chiusure e sottrazione sempre più di terre coltivabili e acqua al punto da rendere i palestinesi dipendenti dalle produzioni delle colonie ecc. ecc. A livello internazionale la situazione non è migliore in quanto non troviamo una politica seria e sincera che tratti la questione con determinazione e ugual attenzione per risolvere e per sempre questo problema. </b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<b>Vorrei tanto poter scrivere un libro sulla “cucina palestinese” per combattere l’indifferenza e lasciare un segno tangibile che noi esistiamo come nazione e come popolo operoso ed energico e produttivo, se lasciato in pace nella sua terra. Le cucine tipiche e tradizionali di tutti i popoli sono presenti nei libri ma quella palestinese viene scimmiottata e poco menzionata per causa dell’occupazione e del tabù creato ad hoc intorno al problema politico/storico falsato da bugie raccontate per spodestare con violenza i legittimi proprietari del territorio e consegnarla ai sempre nuovi arrivati di ebrei da tutto il mondo. Sappiamo che gli ebrei arrivati in Palestina sono principalmente dall'est Europa e dagli USA e dall'Africa del Nord e di recente sono dall'est Asiatico e sono lontani anni luce dalla cucina mediterranea e palestinese e si legittimano attraverso l’appropriazione anche di questa realtà culturale che gli occupanti israeliani tentano di rivendicare come loro. </b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
Per tutti questi motivi invoco che ci lascino la nostra identità culturale identificata nei nostri scrittori, poeti, artisti e cuochi e cuoche donne e uomini con la resistenza che tutti i giorni praticano per conservare gli ultimi valori che non possiamo mollare per decretare la nostra fine. Abbiamo consegnato alla storia la nostra politica e la nostra economia ma non possiamo più stare zitti di fronte a questo accanimento brutale ma dobbiamo continuare a misurarci con la nostra tradizione e le nostre <b>abitudini e modi di mangiare.</b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<b><span style="color: #e69138;">“se vogliamo essere noi stessi, dobbiamo combattere con i denti per la cosa che più ci identifica, dobbiamo rivendicare le varietà di cibo che da secoli ci distinguono per non smarrire l’ultima risorsa di vita!"</span></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNQ37P6NA_GGlbgL8QsPocLMsqHe89X-q79-nC06vQbEgtaXP9QsDZLmEr9VUb5Cc6d9KBhgNOZGLcOuKVJyOQvau-4Z6L6xphngm8hdfTY8NlDxvElSW4RoxVkVaFoWLuPFo1KFqdFno/s1600/4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="298" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNQ37P6NA_GGlbgL8QsPocLMsqHe89X-q79-nC06vQbEgtaXP9QsDZLmEr9VUb5Cc6d9KBhgNOZGLcOuKVJyOQvau-4Z6L6xphngm8hdfTY8NlDxvElSW4RoxVkVaFoWLuPFo1KFqdFno/s400/4.jpg" width="400" /></a></div>
<b><i>Saluti e ringraziamenti da Fatima e Bassima</i></b><br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><br /></b></div>
Bassima Awad e Fatima Abbadihttp://www.blogger.com/profile/16945385238786825804noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9044911311152688027.post-81386719058376120052013-10-22T03:26:00.000-07:002013-10-22T03:26:15.003-07:00AL MAFTOUL المفتول <div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Il maftoul è un elaborato fatto da una parte molto piccola di frumento (burgul fino) che viene lavorato da mani esperte e ricoperto di farina dopo aver spruzzato un po’ di acqua, muovendo le dita in senso rotatorio si fa sì che la semola si copra di farina, si devono accarezzare delicatamente i grani e velocemente muoverle in senso orario, si spruzza nuovamente acqua e nuovamente farina, così si attacca al granello di frumento, è un lavoro molto accurato e preciso che non avevo mai visto prima di andare a Gerico in una giornata cuocente di caldo afoso ad assistere ad una decina di donne palestinesi sedute per terra con le gambe alternativamente piegate per poter tenere quasi in grembo un (<i>lagan</i>) catino grande di plastica contenente il grano ed un altro catino con della farina ed un bricco d’acqua leggermente salata.</span></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: justify;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiOA92LHodtBvj4a2go9v1Rcs0DT-SXhoAURl-qG3zUSRt9hks_tzO9v5dN3fMIvxANXOH0VsKxSrbiuz8dD1sm-wfIE4niAxGyKigeUHndoiLhCgEB34mcIEX2oA8VWWIRT0Abk65m9NY/s1600/1.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiOA92LHodtBvj4a2go9v1Rcs0DT-SXhoAURl-qG3zUSRt9hks_tzO9v5dN3fMIvxANXOH0VsKxSrbiuz8dD1sm-wfIE4niAxGyKigeUHndoiLhCgEB34mcIEX2oA8VWWIRT0Abk65m9NY/s320/1.jpg" width="273" /></span></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: small;">le
donne del maftoul di Gerico </span></span></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><b><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Una volta si usava farlo in grandi bacinelle di terracotta che aiutava molto di più della plastica per l’adesione dei granelli tra le dita ed il fondo che facilitava molto di più il lavoro, ora si fa nelle bacinelle di plastica perché pesano meno e risulta più veloce passarli da una donna ad un’altra.</span></b></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><b><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></b></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Con tutto l’occorrente intorno la donna non si alza mai ma continua a ruotare le mani mettendo una manciata di farina e una spruzzata di acqua, il tutto dosato e preciso.</span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Una volta terminata una certa quantità, questa viene passata ad un’altra donne seduta vicino per continuare il lavoro facendo passare il manufatto attraverso il ghurbal, setaccio con buchi grandi quanto la grossezza del maftoul che si vuole avere, la grossezza in genere è già determinata ed è di media grandezza in quanto questi nuovi grani sono più saporiti se non sono grandi e nemmeno molto piccoli.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4DK5hvicPrKQNDIYMgJOzAG3vAKxr_0tFSmY86HLFFEGH-MBrXLqQ_PS6TJroh7yRlck6sY9oRRWJyxf3UpGU2WbUOo5eHTQe_hc8iNlrPhukbP6ysAUJQZxonMnv8KAfbkzQf4zJotc/s1600/2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><img border="0" height="152" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4DK5hvicPrKQNDIYMgJOzAG3vAKxr_0tFSmY86HLFFEGH-MBrXLqQ_PS6TJroh7yRlck6sY9oRRWJyxf3UpGU2WbUOo5eHTQe_hc8iNlrPhukbP6ysAUJQZxonMnv8KAfbkzQf4zJotc/s400/2.jpg" width="400" /></span></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Il
maftoul è molto conosciuto </span>nell'area<span style="font-size: small;"> del
Mediterraneo, portato dagli arabi in Sicilia e così pure in tutto il MO, </span><b><i>ciò
che varia è la presentazione, la cottura ed il condimento</i></b><span style="font-size: small;">, questo sì
che distingue il piatto da un paese all'altro. Il </span><b><i>Maftoul</i></b><span dir="RTL" lang="AR-SA">المفتول </span></span><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: small;"> è palestinese ed è considerato superiore agli
altri in quanto è fatto a mano dalle donne e spesso viene confuso con il </span><b style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><i>couscous </i></b><b style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><i><span dir="RTL" lang="AR-EG">كسكس</span></i></b><span dir="LTR" style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"></span><b style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><i><span dir="LTR"></span> M</i></b><b style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><i>agrebino </i></b><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">molto usato in
tutto il mondo e allo stesso tempo molto diverso sia come sapore che come
qualità tenendo conto del lavoro impegnativo che sta dietro questo grano dorato
profumato e delicato al palato. </span><b style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><i>Maftoul </i></b><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">si chiama anche in
Giordania che a sua volta può essere fatto a mano o a macchina e da tenere
conto che il 70% degli abitanti della Giordania sono palestinesi . Simile ma
non uguale quello usato in Libano e in Siria e viene chiamato </span><b style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><i>Magrebieh </i></b><span dir="RTL" lang="AR-SA" style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">مغربيه </span><span dir="LTR" style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"></span><span dir="LTR" style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"></span><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">. </span><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">In Palestina si usava e si usa ancora fare
questo piatto tradizionale nelle occasioni di cerimonie funebri o in occasioni
di festa e allegria che per tali motivi tante donne si mettevano insieme a lavoravano il maftoul, questo
aiutava a sollevare gli animi in caso di tristezza e di aumentare la gioia e la
festosità in caso di matrimoni o battesimi ecc. ecc. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b><i>Vorrei ricordare che
nella società palestinese vigeva la forma di vita patriarcale allargata dove le
donne provvedevano in comunione accordo, alla cura ed al mantenimento delle
tradizioni tramandate sia del cibo che degli usi e costumi</i></b>. <o:p></o:p></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Da piccola non avevo mai conosciuto il maftoul e a dire il vero
nemmeno il couscous perché mia madre aveva i suoi piatti classici e non aveva <b>forse</b>
nemmeno la curiosità di voler sapere come si mangia nei villaggi e nel mondo
rurale, non vorrei con questo farle una colpa ma anzi la comprendo in quanto
aveva passato un infanzia difficile e un matrimonio precoce giusto nel momento
della proclamazione dello stato d’Israele(maggio del 48). </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b><i>Nel periodo
delle grandi rivolte e dei fuggi fuggi, nel 48 nacqui io con parto prematurocausato dallo stress e
la fatica che i miei dovettero passare, correndo da una parte all’altra, Amman
/Gerusalemme / Amman ed infine Gerusalemme per partorire e continuare a vivere in
miseria, perfino il latte non si trovava e mi allattò una mia zia che aveva un
bambino della mia età.Le trasformazioni del territorio e della gente che
scappava e trovava rifugio o da parenti
in Cisgiordania o nei campi profughi. La divisione della Palestina ha procurato
molto doloree disperazione e da lì tutto è cambiato e niente fu come prima
(dice mia madre). Dalla disgrazia che ha colpito il mio popolo mio padre ha
trovato lavoro presso l’UNRWA (l’agenzia delle UN) parlava bene l’inglese e
l’italiano e così fu assegnato all’ufficio
censimenti,partiva la mattina verso i villaggi ed i campi profughi dei
territori occupati per documentare e controllare il numero dei senza tetto e
dei profughi che arrivavano dalle città e villaggi della Palestina storica.Mi
raccontava il suo metodo di censimento violando le regole dettate, lui contava
tutti i componenti della famiglia anche se alcuni non erano partiti verso i
paesi del petrolio in cerca di lavoro, cercava di aiutarli in modo che prendano
qualche kilo in più di riso o di zucchero ed avere almeno qualche diritto alle
cure sanitarie. </i></b><b>Ora basta tristezza</b><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="text-indent: -18pt;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="text-indent: -18pt;">Torno al mio maftoul, se mia madre </span><span style="text-indent: -18pt;"> non lo faceva mai</span><span style="text-indent: -18pt;">, vedevo però
mia vecchia zia lavorare tra “pollice e indice” tanti lunghi fili di pasta per
fare una pastina molto famosa in Palestina che si chiama </span><span dir="RTL" lang="AR-EG" style="text-indent: -18pt;">لسان العصفور </span></span><b style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; text-indent: -18pt;"> lingua d’uccello </b><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; text-indent: -18pt;">ed altri tipi di
pasta per poi stenderla sui setacci di legno per asciugarla, ero piccolissima
quando andavo a trovarla perché mi colpiva l’abilità nel girare le dita, faceva
anche i tortellini chiamati “<i>sheshbarak</i>” ripieni di formaggio e qualche volta
di carne macinata.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b><i><span style="font-size: small;">Sono stati gli arabi per primi a
lavorare la pasta, la asciugavano al sole nel deserto e per secoli hanno
lavorato la pasta a mano usando sempre frumento e farina e ricordiamo che i
Cananei furono i primi a coltivare il frumento e di macinarlo tra due pietre
(si usano ancora nei villaggi) a seconda della grossezza desiderata (per fare
il burgul) e poi condirlo con ortaggi e carni rosse che </span>all'epoca<span style="font-size: small;"> avevano a
disposizione</span></i></b><b>. <o:p></o:p></b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="line-height: 115%;">Io, il maftoul ho
imparato a farlo soltanto da poco e questa mattina ho voluto provare a farlo da
sola e con stupore sono riuscita a perfezione. Ho girato una mano sola perché
non avevo un catino abbastanza grande per due mani e usando le mie 5 dita ho
iniziato a girarle in senso orario e immaginavo pensavo alla danza dei DERVISH
che con grazia girano e girano e così ho paragonato la manovra del </span><span dir="RTL" lang="AR-EG" style="line-height: 115%;">فتل</span><span dir="LTR"></span><span style="line-height: 115%;"><span dir="LTR"></span> anche alla danza araba molto distinta nel
movimento del ventre e delle mani.</span><span style="font-size: small;"><span style="line-height: 115%;"> Ho provato una sensazione emozionale che mi ha
fatto ridere da sola come fossi in estasi come i dervish, non credevo ai miei
occhi che le perline di maftoul mi venivano a perfezione stando molto attenta a
dosare l’acqua e la farina.Appena raggiunta la misura necessaria ho passato i
grani attraverso lo scola pasta per far uscire i frammenti di farina rimasti
sul fondo. Ho messo una pentola piena d’acqua con un po’ di sale e 2 foglie di
alloro e qualche pezzo di zenzero, </span></span><span style="line-height: 18px;">all'ebollizione</span><span style="font-size: small;"><span style="line-height: 115%;"> ho messo sopra un’altra
pentola, che uso solitamente per la cottura a vapore con uno strato del maftoul
appena fatto e un po’ di zenzero e di cipolla grattugiati e un po’ di aneto</span></span><span dir="RTL" lang="AR-EG" style="line-height: 115%;">عين الجراده </span><span dir="LTR"></span><span style="line-height: 115%;"><span dir="LTR"></span>(occhio
della cavalletta) e coperto con un altro strato di maftoul c</span><span style="line-height: 115%;">he non deve toccare
l’acqua sottostante. Ho coperto il tutto con un telo che lasciava uscire il
vapore in alto, dopo 15 minuti i grani erano cotti ed hanno raddoppiato il loro
volume. Ho versato il tutto su un vassoio versando sopra un po’ di olio d’oliva
e un cucchiaino di comino mescolando tutto insieme, una parte l’ho coperta con
verdure cotte e l’altra lasciata in bianco perché a mio marito piace con lo
yogurt come di solito mangia il riso. Non sono mancati i suoi complimenti anche
se si considera una cavia per tutti i miei esperimenti.Per il condimento, lo si
può condire con semplice salsa di pomodoro o con verdure passate in padella o
anche con polpettine piccole al pomodoro ma “la sua morte” è <i>Il Yakhni</i></span><span dir="RTL" lang="AR-EG" style="line-height: 115%;">يخني </span><span dir="LTR"></span><span style="line-height: 115%;"><span dir="LTR"></span> che si usa di solito in presenza di ospiti è
composto da diversi tipi di verdure: ceci cipolle intere carote a rondelle
zucchine melanzane e zucca a dadi e rosolati in olio d’oliva e coperti con
il brodo del pollo con pepe e sale
cannella cardamomo e un po’ di comino e di aneto, l’aggiunta di pomodori è
facoltativa.</span></span></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjr6SQk5lq_FaVacJ5OK5uJIF9DpR379p4lAp_mvprdeKTuj0DQ2LFH7getKkwooMZPZeyq_UwUAblRl05W6ylRE5hgW0jSBBaCRiBCNiEM_jjDF-cIRvTutKrBOvJ8SXFa9mkEtAK-na0/s1600/3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><img border="0" height="287" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjr6SQk5lq_FaVacJ5OK5uJIF9DpR379p4lAp_mvprdeKTuj0DQ2LFH7getKkwooMZPZeyq_UwUAblRl05W6ylRE5hgW0jSBBaCRiBCNiEM_jjDF-cIRvTutKrBOvJ8SXFa9mkEtAK-na0/s400/3.jpg" width="400" /></span></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">il pollo bollito con spezie e verdure varie e ceci lascia cadere un
liquido squisito su questa montagna di grani.<o:p></o:p></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b><a href="http://akhbar.alaan.tv/news/post/21496/palestine-maftool-festival-traditional-west-bank">http://akhbar.alaan.tv/news/post/21496/palestine-maftool-festival-traditional-west-bank</a></b><b><o:p></o:p></b></span><br />
<b><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></b>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><a href="http://www.panet.co.il/online/articles/110/111/S-726495,110,111.html"><b>http://www.panet.co.il/online/articles/110/111/S-726495,110,111.html</b></a><b><o:p></o:p></b></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Il maftoul è molto famoso in tutta la Palestina e ogni anno si
organizzano dei festival con un concorso a premi per i migliori piatti e in </span>quell'occasione</span><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"> concorrono tante donne provenienti da diversi villaggi della Palestina
e tutte in abiti tradizionali per presentare il piatto che viene sottoposto al
giudizio di diversi chef che assaggiano e assegnano dei voti. Quello più famoso
è quello di <i>Beer Zeit</i> appena concluso che è alla 6° edizione ed hanno
partecipato 17 donne da 17 villaggi diversi con la partecipazione di più di 400
persone. </span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><o:p></o:p></span></span><br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: 15.6pt;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 15.6pt;">
<b><i><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; letter-spacing: 1.2pt;"><span style="color: #b45f06;">"Il mondo è quel disastro che
vedete, non tanto per i guai combinati dai malfattori, ma per l'inerzia dei
giusti che se ne accorgono e stanno lì a guardare." Albert Einstein</span><o:p></o:p></span></i></b></div>
<div>
<br /></div>
Bassima Awad e Fatima Abbadihttp://www.blogger.com/profile/16945385238786825804noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9044911311152688027.post-46335979515557708582013-10-01T05:23:00.000-07:002013-10-01T05:23:38.033-07:00WARAQ ELSAN ”ورق لسان او لسينه“ "lingua del toro o di vacca”<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
E’ una pianta erbacea commestibile selvatica perenne con foglie basali a forma di rosetta, si trova nei prati soleggiati del mediterraneo ed anche in Europa e per questo motivo si chiama <b><i>Salvia pratensis</i></b> che significa anche : salvo, guarisco, sano, per le molte virtù. Il termine usato <i>pratensis </i>fa riferimento all'habitat preferito: <i>prati e altri terreni erbosi preferibilmente aridi e magri, si ritrova anche lungo le strade e zone ruderali.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhghcr9RAt8Ejb2KvaLvsjKOsllCt-pcr-qPClVcApgqF3RDs_Ms0c8SP8WNojxjpPw_IY3GW9X5cRySq4LVuCePMNKBssmennl6UurxpQkZIfX8AuqyqcxefCMxzp6DMw7yQAUdy62gmc/s1600/1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="155" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhghcr9RAt8Ejb2KvaLvsjKOsllCt-pcr-qPClVcApgqF3RDs_Ms0c8SP8WNojxjpPw_IY3GW9X5cRySq4LVuCePMNKBssmennl6UurxpQkZIfX8AuqyqcxefCMxzp6DMw7yQAUdy62gmc/s400/1.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>La salvia dei prati prende origine dalla salvia coltivata,</i> è una pianta perenne, alta anche oltre i 50 cm e con radici molto lunghe, che si distingue facilmente anche da lontano per i suoi fiori intensamente violacei. </div>
<div style="text-align: justify;">
Prima della formazione dello stelo e della fioritura presenta una rosetta basale facilmente riconoscibile per la rugosità delle foglie che sono larghe e appuntite lanceolate mentre i fiori sono di color violetto azzurro, essendo a forma di lingua in Palestina la chiamiamo “<i>lingua del toro o di vacca</i>” è molto simile alla borragine. </div>
<div style="text-align: justify;">
In Palestina si presenta molto più larga di quella che trovo qui e perciò la si deve tagliare in 3 o 4 pezzi, ricordo che quando la vedevo(40/50 anni fa) mi sembrava di vedere una “tovaglia” o un “fazzolettone”, forse perché ero piccola e per me sembrava molto grande, comunque in casa mia non l’abbiamo mangiata che poche volte e mia madre diceva che costava molto e preferiva le foglie di vite o di coste anche se costavano molto pure quelle ma di sicuro non la prendeva perché era una erba da campo e lei figlia di un italiano non aveva mai creato dei contatti con il mondo rurale/ contadino(in campagna non andavamo mai) perché le città come Gerusalemme erano separate completamente dai villaggi, erano le contadine che venivano in città per portare i loro prodotti. Mio padre invece conosceva bene tutti i villaggi palestinesi in quanto lavorava per conto dell’ UNRWA (l’agenzia delle nazioni unite nata nel 50 in seguito alla cacciata dei palestinesi nei campi profughi). “Torniamo alla lingua del toro”, erano passati molti anni prima di rintracciarla qui in Italia, l’ho ritrovata dopo più di 30 anni e solo quando comperai un pezzo di terra dove in mezzo a tante erbe cresceva anche questa bellissima pianta e da lì cominciai a pensare alla mia infanzia e presi a raccoglierla e sperimentare la sua cottura ed assaporare di nuovo il suo speciale sapore e odore. Ripresi a studiarla come faccio di solito con le erbe spontanee ed anche arrotolare le sue foglie riempendole di riso e carne o riso e verdure insieme a qualche pomodoro e qualche zucchina e cipolla (sempre scavate e riempite con lo stesso ripieno).</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEifRETHQxsC1ybXR17TjMiO9kKVUnJxU5giV1UUMWZnhYzPrdVZdXYwBurPwMF_OGw6KPSAVUr2IUoz3dXwsNwzoQwDKg_6tIDksCZmbslVpGQs5eF-pQTwOnAcOTPDNIOvmnZdKK44Deg/s1600/2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEifRETHQxsC1ybXR17TjMiO9kKVUnJxU5giV1UUMWZnhYzPrdVZdXYwBurPwMF_OGw6KPSAVUr2IUoz3dXwsNwzoQwDKg_6tIDksCZmbslVpGQs5eF-pQTwOnAcOTPDNIOvmnZdKK44Deg/s400/2.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<i><b>Grazie alla “mia diaspora e all'Italia ho potuto rivedere tutta la mia vita cominciando dal basso e dalle piccole cose che da giovane non avevo mai conosciuto</b></i>.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
La trovo nel campo in primavera/estate con fioritura che si protrae in autunno in seguito agli sfalci e così pure nel mercato di Gerusalemme ma molto meno frequente per le difficoltà che ho citato nell'articolo precedente (difficoltà di movimento e di divieto di raccolta) diventa molto raro trovarla con le contadine che stentano di arrivare nelle città a vendere questa delizia ormai in via di scomparsa perché la nuova generazione di giovani sono ormai indirizzati verso il fast food e il cibo facile che mantiene intatte le unghie ricamate e non fa perdere ore di lavoro per prepararla (battuta cattiva lo so).</div>
<div style="text-align: justify;">
<div>
Di sicuro è un piatto tipico palestinese molto importante da far conoscere, qui in Italia di sicuro la conoscono in qualche parte e la cucinano “forse” come verdura lessa o in insalata, in quanto è presente e viene spesso calpestata senza sapere il valore dietetico che racchiude. </div>
<div>
<br /></div>
<div>
<b>E’ molto importante però che venga raccolta in terreni lontani dai bordi stradali e in luoghi non trattati da pesticidi. </b></div>
<div>
<b>N.B: va comunque lavate bene e sbollentata prima dell’uso.</b></div>
<div>
<b><br /></b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUwO8Pvrv2Azha2HYqdT9amtNRulEQm4f1pTM2th6-xcBnbHkdnZEc8cHXvUJA7CCZVZZQXBYcxHFzGswqGFv38prMSjdsLOVg3HdNyyP4sRD2rYcrYrnyEm75dfzaxthGXe5iN7m4TJc/s1600/3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="257" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUwO8Pvrv2Azha2HYqdT9amtNRulEQm4f1pTM2th6-xcBnbHkdnZEc8cHXvUJA7CCZVZZQXBYcxHFzGswqGFv38prMSjdsLOVg3HdNyyP4sRD2rYcrYrnyEm75dfzaxthGXe5iN7m4TJc/s320/3.jpg" width="320" /></a></div>
<div>
<b><br /></b></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #274e13;">Le foglie fresche si possono mangiare insieme ad altre piante e fiori da campo nell'insalata insieme a malva, borragine alcune foglie di crescione e rucola, cuore di tarassaco o cicoria di campo, con un ciuffo di prezzemolo e di rucola e si condiscono con una emulsione di olio extravergine di oliva e limone.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #274e13;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
Mi sento felicissima di averla ritrovata e riprendere ad usarla sia come pianta curativa che in cucina e farla assaggiare agli amici e compaesani che purtroppo non l’avevano più ritrovata dal momento della loro diaspora. Noi, palestinesi la chiamiamo <b>LSAENEH </b>oppure <b>“WARAQELSAN”</b> ورق لسان او لسينه ,difatti “lingua” di toro o di vacca fa lo stesso è importante aver la riscoperta anche se mi fa passare delle ore a cercarla in mezzo alle erbacce, prima che mio marito falciasse il terreno e così salvare queste fantastiche foglie dalle lame del falcetto. Mi capita a volte di portarla giù in Palestina ma mia madre ormai tanto vecchia non si fida del cibo che propongo e mi considera ancora giovane inesperta come allora, ma la mia costanza e determinazione l’hanno fatta cambiare idea sul mio conto e spesso assaggia i miei piatti palestinesi che lei non aveva mai fatto, la vedo più malleabile e senza pregiudizi perché ha capito che nella disgrazia dell’abbandono e della lontananza sono riuscita a completare ciò che lei non ha potuto insegnarmi. </div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjW8sEbXgixYGTWNOZfcbXzULbAcGznx_VPK52RgvTWVrkfzmscvJgEQvuLP0CyNbl2vBUbkxsEZDHqIne0AfhBk1vOhPm02mqY-ZzgvxxpNS9UVEJ2EC5aXRY3O_NE_CmXSuYgxTvmTLs/s1600/4.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjW8sEbXgixYGTWNOZfcbXzULbAcGznx_VPK52RgvTWVrkfzmscvJgEQvuLP0CyNbl2vBUbkxsEZDHqIne0AfhBk1vOhPm02mqY-ZzgvxxpNS9UVEJ2EC5aXRY3O_NE_CmXSuYgxTvmTLs/s1600/4.jpg" /></a><div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Scusate la deviazione, purtroppo non si può conservarle (le foglie naturalmente) in freezer come si fa con le foglie di vite in quanto questa foglia e molto delicata ed in freezer perde il suo colore sapore ed il profumo che la distingue e diventa <b>“erba e basta”</b>.</div>
<div style="text-align: justify;">
<div>
Per questo motivo mi procuro quanto basta per alcuni pasti durante la primavera/estate da mangiare con amici e famigliari e se avanzano un po’ di foglie le regalo ai miei compaesani. </div>
<div>
<br /></div>
<div>
<b><i>I suoi lati curativi??? Sono tantissimi ma io menziono solo alcuni: </i></b>Rinforza l’organismo e le difese immunitarie e dà carica di energia contro lo stress e la fatica fisica, aumenta la produzione di adrenalina ed aiuta a superare le situazioni emotive.Contiene saponina e sostanze lamiacee oltre ai minerali come potassio e calcio. La si può usare per curare gli eczemi della pelle e per la tosse e le complicanze dell’influenza. Viene usata anche in fitoterapia come febbrifugo, antisettica espettorante, digestiva e depurativa. Si può trovarla anche pronta dal droghiere mescolata ad altri estratti di erbe curative.</div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #274e13;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="color: #38761d;">"Di tutti questi popoli oppressi (Angola, Sud Africa, Zimbabwe solo i palestinesi sono stati totalmente sradicati dalle loro terre, essendo loro negato il diritto di viverci e di goderne i frutti" (Seconda Conferenza Internazionale di Appoggio ai Popoli Arabi, Il Cairo, 25-28 gennaio 1969).</span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="color: #38761d;"><br /></span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="color: #38761d;">(tratti da "Lotta del popolo palestinese", introduzione di Guido Valabrega e a cura di Carlo Pancera, Feltrinelli Editore, 1969, Milano).</span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ricordo che siamo sempre disponibili a preparare dei pasti tipici per far conoscere le virtù e le delizie che un popolo fa resistere per farli sopravvivere in eterno(spero).</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Bassima Awad e Fatima Abbadihttp://www.blogger.com/profile/16945385238786825804noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-9044911311152688027.post-83768381559722192222013-09-20T05:07:00.001-07:002013-09-20T05:07:13.959-07:00ZA’TAR o الزعتر<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><span lang="EN-GB" style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: EN-GB;">Oggi vorrei parlare un po’ dello ZA’TAR o </span><b><span dir="RTL" lang="AR-SA" style="color: green; font-size: 12pt; line-height: 115%;">زعتر </span></b><span lang="EN-GB" style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: EN-GB;">come
lo pronunciamo noi in Palestina, lo za’tar o origano o timo suo parente stretto
è semplicemente una pianta perenne, la si può considerare una pianta selvatica
antica e resistente che cresce nei campi del Mediterraneo arabo della Syria,
Libano e Palestina. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><span lang="EN-GB" style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: EN-GB;"><br /></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9iVsMC6D9wZW0WNUVlVt0aNZ9zlVNZrK5y0dmWePDVMz2qwp0X97GmRjPnLg3suCvRajs97XUNQlxb6q1G8Nax3pJpECdR_LsTrvlQHKLraJI9oT0G6m7hY75vQ8ggeMAEmN7VG3IKxE/s1600/3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="145" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9iVsMC6D9wZW0WNUVlVt0aNZ9zlVNZrK5y0dmWePDVMz2qwp0X97GmRjPnLg3suCvRajs97XUNQlxb6q1G8Nax3pJpECdR_LsTrvlQHKLraJI9oT0G6m7hY75vQ8ggeMAEmN7VG3IKxE/s400/3.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><span lang="EN-GB" style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: EN-GB;"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">I Palestinesi da
millenni raccoglievano questa pianta in
primavera quando ancora fresca e tenera e la mangiavano con pane e olio d’oliva
oppure la aggiungevano all’impasto del pane o anche dentro ad un semplice
fagotto insieme alla cipolla ed al summacco (anch’esso una pianta selvatica
famosa palestinese) ed all’olio d’oliva diventando così un piatto <b><i>rituale</i></b>
della stagione come tanti altri piatti tipici da cucinare nei forni all’esterno
della casa. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Lo Za’tar
che viene più frequentemente consumato in Palestina è quella “<i>mescolanza</i>”
fatta di foglie di origano seccate e macinate insieme ad altre spezie oltre al
summacco ed al sesamo tostato che varia da una regione all’altra sia come colore
e sapore a seconda delle spezie che si aggiungono. Nei mercati troverete Za’tar
verde o giallo/senape o rosso ed i palestinesi conoscono la provenienza: Nablus,
Gerusalemme, Hebron o Gaza (chiamato anche <i>za’tar ducca</i> </span><b><span dir="RTL" lang="AR-SA" style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">زعتر الدقة</span></b><span dir="LTR"></span><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><span dir="LTR"></span>)
ed ecc ecc. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></span></div>
<div align="right" class="MsoNormal" style="text-align: right;">
<span dir="RTL" lang="AR-EG" style="font-size: 10pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></span></div>
<div align="right" class="MsoNormal" style="text-align: right;">
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="line-height: 14px;">مكونات</span></span><span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><span dir="RTL" lang="AR-SA" style="line-height: 115%;"> الزعتر من اليانسون
والكزبرة والكمون والقضامة والسماق وبزر دوار الشمس والسمسم والملح و ورق الزعتر</span></span></span></div>
<div align="right" class="MsoNormal" style="text-align: right;">
<span dir="RTL" lang="AR-SA" style="font-size: 10pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9uo4PZ_Rio3TGOfPAdjQZBgbyr1wngR3ZSTAaxjJzS8CFQI32KQv5ua115nayKQRGJVE6WylSFSMatNctYLnWCIWEo9n63zHgLeAQRkz20kT1dVup4skkeevyQQ8qA1UUtvybZXihx5Q/s1600/2.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="159" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9uo4PZ_Rio3TGOfPAdjQZBgbyr1wngR3ZSTAaxjJzS8CFQI32KQv5ua115nayKQRGJVE6WylSFSMatNctYLnWCIWEo9n63zHgLeAQRkz20kT1dVup4skkeevyQQ8qA1UUtvybZXihx5Q/s200/2.jpg" width="200" /></a><span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Questo benedetto
ZA’TAR divenne una forza culturale e simbolica in Palestina quando fu vietato
ai palestinesi la raccolta dello za’tar dopo il 48 perché l’autorità israeliane
da quel momento hanno considerato quella
terra “proprietà dello stato” dichiarando lo za’tar una “pianta protetta”.Ciò
che il governo israeliano chiama “state land” fu originariamente terra
espropriata dai suoi proprietari nativi palestinesi. Più tardi a queste “nuove
regole” che ritengo siano delle forme di repressione anziché di conservazione dell’ambiente
sapendo bene che tagliando l’erba la si rinforza e non si danneggia, l’origano
prende un’altra forma ed un altro significato:
ora viene coltivato e diventa un vero e proprio </span><b style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 115%;"><i>simbolo della
resistenza</i></b><span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 115%;"> che si diffonde e si riconosce come tale anche fuori dalla
Palestina e direi anche in tutto il mondo attraverso I visitatori e gli
attivisti che solidarizzano con la causa palestinese.<span style="color: #b45f06;"> </span></span><b style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 115%;"><i><span style="color: #b45f06;">“IL CIBO A VOLTE E’
PIU’ DI QUALCOSA DA MANGIARE”</span> </i></b><span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 115%;">dice</span><b style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 115%;"><i> </i></b><span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Jeff Klein. Ed io aggiungerei:
</span><b style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 115%;"><i><span style="color: #b45f06;">è dignità è rispetto è condivisione è anche preghiera</span></i></b><span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 115%;"><span style="color: #b45f06;">…</span> </span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><i><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Ed è per
questo che dico sempre di rispettare questo cibo palestinese ed aiutare i
palestinesi a mantenere intatte queste millenarie tradizioni senza pasticciare
inconsapevoli del valore culturale e simbolico necessari per la conservazione
di questo popolo</span></i><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">.<br /><b>“CIBO
E POPOLO VANNO A PARI PASSO”<o:p></o:p></b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><b><span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></b></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">I contadini
palestinesi lo chiamano <b><i>“la gioia dei monti”</i></b>che viene dal
Greco“oras" </span><span dir="RTL"></span><span dir="RTL" lang="AR-SA" style="font-size: 12pt; line-height: 115%;"><span dir="RTL"></span>(جبل)
</span><span dir="LTR"></span><span lang="AR-SA" style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><span dir="LTR"></span> </span><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">"ganos" </span><span dir="RTL"></span><span dir="RTL" lang="AR-SA" style="line-height: 115%;"><span style="font-size: large;"><span dir="RTL"></span>(مفرح أو مبهج</span></span><span dir="RTL" lang="AR-SA" style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">) </span><span dir="LTR"></span><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><span dir="LTR"></span>, perché
predilige le zone collinari e rocciose oltre alla Palestina in abbondanza
anche nelle pinete della Syria e del
Libano in quanto emana un profumo forte e caratteristico dal sapore un po’
piccante e un po’ amaro .<o:p></o:p></span></span></div>
<span style="font-size: 12pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></span>
<table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" class="MsoNormalTable" style="border-collapse: collapse; mso-padding-alt: 0cm 5.4pt 0cm 5.4pt; mso-yfti-tbllook: 1184;">
<tbody>
<tr style="height: 25.85pt; mso-yfti-firstrow: yes; mso-yfti-irow: 0;">
<td style="height: 25.85pt; padding: 0cm 5.4pt 0cm 5.4pt; width: 488.9pt;" valign="top" width="652">
<div align="center" class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><b><i><span dir="RTL" lang="AR-SA" style="font-size: 12pt;">لن
يدخل الزكام منزلاً في مطبخه ضمة زعتر بر</span></i></b><b><i><span dir="RTL" lang="AR-EG" style="font-size: 12pt;">ي</span></i></b><b><i><span style="font-size: 12pt;"><o:p></o:p></span></i></b></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<br /></div>
</td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: 0cm 5.4pt 0cm 5.4pt; width: 488.9pt;" valign="top" width="652">
<div align="center" class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><b><i><span style="font-size: 12.0pt;">Non
entra il raffreddore in quella casa in cui si trova un mazzetto di origano</span></i></b><i>!<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;">
<br /></div>
</td>
</tr>
</tbody></table>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh58sPl4al7DEmB6bejd3lfh2ammzfvDPMFbELSdjdqcrHBb9mMIJilyHDjONZN5M2kNqNoLZBZGe1BPW2UAdyVfmzOl5ZAaBXqlBAJovId3Hf29UuWJHWOvocVZSucImKDYm4KFbCD0bU/s1600/1.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="159" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh58sPl4al7DEmB6bejd3lfh2ammzfvDPMFbELSdjdqcrHBb9mMIJilyHDjONZN5M2kNqNoLZBZGe1BPW2UAdyVfmzOl5ZAaBXqlBAJovId3Hf29UuWJHWOvocVZSucImKDYm4KFbCD0bU/s200/1.jpg" width="200" /></a><span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Oltre all’uso dello za’tar in
cucina e in tavola non possiamo ignorare alcuni suoi benefici sulla salute e vi
garantisco non sono pochi. E’ ricco di vitamine che assicura gran parte delle unità
necessarie nutritive all’organismo, è antiossidante e efficace anche per
eliminare l’ameba intestinale. Lo si può bere come una tisana con miele contro
la tosse canina e bronchiti e raffreddori, o anche per disintossicare e
purificare il fegato i reni e lo stomaco. Lo za’tar serve anche per rafforzare
il sistema immunitarie insieme alla nigella ed allo zenzero ed anche per
abbassare il colesterolo e distruggere i microbi (elicobacter) dello sto</span><span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">maco.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Insomma non posso elencare tutte le caratteristiche di
questo “farmaco” speciale che tutti i palestinesi conoscono non solo come
alimento ma anche come fonte di benessere fisico e psichico. Ricordo sempre <b><i><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">mia madre</span></i></b> che mi
correva dietro mentre andavo a scuola con un panino di <i>“za’tar u zeit”</i> perché
diceva anche lei che rafforza la memoria e fa ricordare allo studente tutta la
lezione specialmente quella di storia, <i>sarà una credenza popolare</i>! Ma ha
sempre funzionato.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">E qui mi fermo ma non posso non terminare con la famosa frase
dello scrittore </span><b style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">“SALMAN NATOUR”</b><span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"> tratta dal suo libro “memorie”</span></div>
<br />
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><a href="" name="_GoBack"></a></span><b><i><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><span style="color: #990000; font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">"chi non ha memoria lo mangiano le iene
."</span><o:p></o:p></span></i></b></div>
Bassima Awad e Fatima Abbadihttp://www.blogger.com/profile/16945385238786825804noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9044911311152688027.post-57653388316922805842013-09-12T01:27:00.000-07:002013-09-12T01:27:04.791-07:00Riflessione: Cos'è la cucina per me.<div style="text-align: justify;">
La mia decisione di cominciare a mettere giù alcune annotazioni sul cibo palestinese nasce dopo aver fatto tanti anni di lavoro sull'identità culturale palestinese attraverso mostre e incontri e serate su personaggi illustri che della cultura hanno fatto grande la nostra storia nonostante i cent’anni di oppressione e distruzione delle strutture e dei fondamenti di un paese che vanta il più alto numero di alfabetizzati e laureati in tutto il M.O ed io direi (nonostante la tragedia) in tutto il mondo basta leggere il libro<b> “cent’anni di cultura palestinese” </b>di <b><span style="color: #783f04;">Isabella Camera d'Afflitto</span></b>. </div>
<div style="text-align: justify;">
Quarantacinque anni in Italia non sono pochi per sviluppare una presa di coscienza matura e chiara per valutare quanto si è marciato in tutti questi anni su questa benedetta causa mai risolta e sono sempre convinta che i troppi aiuti umanitari verso la Palestina hanno viziato l’essenza del problema e creato dipendenza collettiva inducendo una larga fetta di popolazione ad abbandonare il lavoro per il quale hanno studiato per inseguire lavori umanitari di sussistenza con le ONG internazionali che da 60 anni operano in Palestina. Con questo non vorrei assolutamente criticare i benefici avuti sul terreno ma a lungo andare si è creata di fatto una dipendenza di comodo che difficilmente si potrà mai liberare.</div>
<div style="text-align: justify;">
Guardando il film di <b><span style="color: #783f04;">Norma Murco</span>s</b> <b>“speranza velata”</b> ho osservato le parole sacrosante che <span style="color: #783f04;"><b>AL-BARBARI, YUSRA</b></span> (1923) studiosa e pluripremiata e conosciuta a livello internazionale che condannava il fatto che la nostra causa sia stata barattata con qualche kilo di farina o zucchero che le UN da più 60 anni distribuiscono ai nostri sfollati che sostano ancora nei campi profughi vivendo di sussistenza accatastati e lasciati a se tessi senza il diritto alla giustizia ed al ritorno.</div>
<div style="text-align: justify;">
Dato che considero il cibo come la prima identità di un popolo e la colloco nei piani più alti della classifica in quanto ritengo che l’arte del <i>“cucinare”</i> è del popolo (massaie e cuochi) ed in particolare dei nostri contadini che lavoravano senza sosta per coltivare gli ortaggi e la frutta biologica che il mondo c'invidiava, ma siccome la nostra arte culinaria è millenaria sarà molto difficile assimilarla ed estinguerla nonostante i tentativi degli occupanti che prima sradicano gli alberi e poi confiscano le terre e rubano l’acqua lasciando i contadini in una specie di limbo ignari del loro futuro e disperati per uno stato di impotenza di fronte ad una potenza militare e sociale come mai vista in nessun paese al mondo. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ecco che mi diletto a portare avanti una mia piccola risorsa di cercare le informazioni per dare voce al mio cuore che resta sempre interamente palestinese per raccontare prima a me stessa e miei figli e dopo agli amici e fidati che mi accompagnano nella mia vita quotidiana e nei piccoli progetti in favore dei un piccolo villaggio palestinese ad<i> “Artas”</i> che mi da l’input di fare qualche critica e qualche<b> mea colpa</b> per aggiustare qualcosa di questo puzzle al quale manca sempre qualche pezzo. Perciò cucino e cucino e cucino con le mia amiche che da anni collaborano con me (Silvia e Fatima) e sperimentiamo le cene, i buffets, gli assaggini e gli aperitivi che spesso offriamo in cambio di qualche aiuto per i nostri progetti, Fatima è una professionista del PC diventa una risorsa per pubblicare nel blog le mie <i>“pseudo ricette”</i> che raccontano con semplicità la storia del piatto più che la ricetta stessa che si può trovare in internet o in facebook magari stravolta e monca della sua essenza . Silvia è la nostra prof. di italiano e ci aiuta nel lavoro che riguarda la preparazione ed il racconto dei progetti. Per noi invece è importante studiare e cercare i motivi ed i modi di mangiare di una popolazione che ha subito diverse invasioni ed occupazioni che nonostante tutto non hanno scalfito ma rafforzato il legame e la professionalità nella cultura palestinese in generale.</div>
<div style="text-align: justify;">
Spesso passo delle ore nella ricerca sia nei libri che nei siti arabi che inglesi per capire questo sublime legame fisico e spirituale del palestinese con la terra e di seguito con il piatto.</div>
<div style="text-align: justify;">
Racconto qualche aneddoto di me e di mia madre e come vedevamo il cibo e come mia madre ormai 80 enne sceglieva le materie prime che ormai non ci sono più, non solo per causa dell'occupazione ma della nostra colpa come palestinesi che a volte corriamo a cercare il cibo facile <i>“fast food”</i> che danneggia la salute e anche la causa.</div>
<div style="text-align: justify;">
La nostra lotta per la nostra conservazione come popolo passa per forza attraverso la conservazione delle nostre tradizioni e usi e costumi. In questo momento storico non dobbiamo accettare di barattare la ns storia culturale con del cibo facile e veloce. </div>
<br />
Saluti da BassimaBassima Awad e Fatima Abbadihttp://www.blogger.com/profile/16945385238786825804noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9044911311152688027.post-83073749879102307172013-09-10T05:47:00.000-07:002013-09-10T06:36:40.475-07:00Al Musakhan مسخن<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Tra i mille pensieri e mille domande che mi assillano, spesso non riesco a rispondermi anche se so che l'ingiustizia sia quasi sempre la causa dei mali di tutto il mondo e quando penso convinta che un giorno un barlume di luce ci sarà per illuminare quel piccolo pezzo di terra molto amato e molto odiato, amato dai suoi cittadini oppressi e oppressori che in tutti i modi hanno cercato di distruggerlo e di ricostruirlo in maniera diversa per impedirci di amarlo e costringerci a non riconoscerlo, le pietre gridano, gli alberi gridano e le persone gridano e non si arrendono convinti come me che un giorno il cerchio si fermerà lì, il treno si fermerà lì, ed anche il Cristo si fermerà lì come una volta per curare le ferite e ridare il sorriso e rimettere le cose al loro posto dicendo:<b> <span style="color: #783f04;">“la terra è di tutti coloro che la abitano”</span></b> . </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiA2Tzi2sBiFgARDAM18o0bH3x2DFd0zpyBuKSXMsQogXK7_ommjJcWw3OYi0eYKryY_UlqrdVoqDyVNaOC9K8BjHeaJc-rQ4KaOTO80iW9ZX_P8JbCZdDYojkauygzjixOhtBx1l4BfhE/s1600/2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><img border="0" height="228" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiA2Tzi2sBiFgARDAM18o0bH3x2DFd0zpyBuKSXMsQogXK7_ommjJcWw3OYi0eYKryY_UlqrdVoqDyVNaOC9K8BjHeaJc-rQ4KaOTO80iW9ZX_P8JbCZdDYojkauygzjixOhtBx1l4BfhE/s400/2.jpg" width="400" /></span></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br />Quella terra l'abbiamo abitata da secoli ed il nostro legame è forte e vero, noi moriamo per lei, siamo incollati al suo cospetto per una identità cultura storica solida e resistente.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">La <span style="color: #783f04;"><b>cucina palestinese</b></span> fa parte della cultura della resistenza come per il ricamo e l'artigianato nonostante tutte le angherie ed i soprusi che non fanno altro che rinsaldare questo legame in attesa di un riscatto e di una giustizia che verrà.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Il piatto che propongo oggi è il <span style="color: #783f04;"><b>Musakhan مسخن</b></span>, piatto tipico rurale contadino con un legame forte alla terra a rischio assimilazione e scomparsa dai menù palestinesi.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Il piatto <i>Musakhan </i>è il piatto più popolare e tradizionale della Palestinese, viene di solito preparato nella stagione della raccolta e la spremitura delle olive invitando parenti e amici intorno a questo piatto delizioso per festeggiare la generosità di Dio.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggGyhjAnSZwDso5lqoUtLicF1IIg5Odcf2GvBW6rlouhUPGTz8q23z3j5zk1puNmOLY-fSCaavGrXAFX7ZXekAlKYCJGCyXmzVl8AVbPYWUZ7KmVV4Vdqut5QizPCXDswhfdUJUs3iN9I/s1600/3.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="187" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggGyhjAnSZwDso5lqoUtLicF1IIg5Odcf2GvBW6rlouhUPGTz8q23z3j5zk1puNmOLY-fSCaavGrXAFX7ZXekAlKYCJGCyXmzVl8AVbPYWUZ7KmVV4Vdqut5QizPCXDswhfdUJUs3iN9I/s320/3.jpg" width="320" /></a><span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">E' considerato un piatto tipico del nord della Palestina ma viene consumato anche in tutto il resto del paese ma con delle modifiche a seconda della stagione o della regione. Essendo considerato il piatto più “grasso” di tutti i piatti tradizionali, alcune regioni ed anche massaie hanno cambiato un po' i dosaggi per renderlo meno pesante ma i contadini dichiarano “se l'olio è buono, di sicuro non darà nessun problema” ed io do atto a questo. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">L'ingrediente principale di questo piatto è il <i>pane taboon</i> fatto esclusivamente nelle zone rurali e cotto su sassi ardenti e in forni a legna con paglia e sterco secco di animali che gli conferiscono un sapore ed un profumo tipico e particolare. Questo pane viene sommerso d'olio d'oliva e coperto con tanta cipolla tagliata a striscioline e rosolata con l'aggiunta di tanto <i>summacco </i>(ingrediente determinante raccolto anch'esso fresco di stagione). Si mescola il tutto e si mette sopra il pane già grondante d'olio. Sopra questa base deliziosa va messo il pollo lesso tagliato in quattro pezzi e salato e pepato, alla fine si annaffia il tutto con il brodo e si mette finalmente nel forno sotto il grill per la doratura e si serve coperto con mandorle e pinoli tostati</span><span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"> </span><span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">(si può fare anche con altri tipi di volatili)</span><span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Un pane per persona con sopra un quarto di pollo sono sufficienti ed una volta fuori va mangiato rigorosamente con le mani. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Questo è il piatto originale che continua ad essere consumato da millenni nella maggior parte della regione del nord Tulkarm, Jenin, </span><span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Nablus ecc ecc. dove questo piatto nasce, ma per motivi di praticità e di risparmio di olio (grazie allo sradicamento di migliaia di alberi) e perché spesso non ci sono le stesse condizioni sia per il pane “<i>cuore del piatto</i>” che per la quantità enorme d'olio d'oliva; tanti chef e massaie hanno provato a presentare e a malincuore una versione moderna ed elegante usando il pane sottile <i>shrak </i>o <i>marquq </i>cotto su piastra di ghisa convessa oppure il pane “<i>finto Taboon</i>” fatto nei forni del pane comune. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">La versione del <i>shrak </i>è quella che si presta di più, perché si arrotola dopo averlo spalmato di olio e messo tutti gli ingredienti esattamente come la ricetta originale ma con pollo disossato, in questo caso lo si può servire nelle case e nei ristoranti senza sporcarsi le mani e senza ingerire tanto olio che risulta a volte pesante per chi non è abituato o chi ha problemi di stomaco (anche in questo caso si spruzzano i rotoli con poco brodo e si allineano in una teglia da forno per la doratura più o meno croccante)</span><span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">. Vicino a questo piatto si può servire anche dell'insalata con pomodori e dello yogurt oltre alle olive e sottaceti. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">In aprile 2010 fu cucinato il più largo piatto di <span style="color: #783f04;">Musakhan </span>mai preparato prima ed entrato nel Guiness dei primati mondiali, 4 metri di diametro ed un peso totale di 1350 kg. ha impiegato 40 cuochi ed usato 250kg. di farina, 170kg di olio d'oliva, 500kg di cipolle e 70 kg di mandorle tostate.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Questo progetto è stato pensato 1 anno prima per espletare le pratiche burocratiche e 3 mesi prima dell'inizio di preparazione per poi arrivare al 16 aprile del 2010 per dichiarare la vincita alla presenza del primo ministro Fayad che lo descrisse come un riconoscimento in onore del popolo palestinese. Questo riconoscimento ha una grande riscatto e valore culturale ed invia un messaggio al mondo per rivendicare i suoi legittimi diritti.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Non è stato facile registrarsi nella lista dei canoni e le misure del concorso, per arrivare alla fine alla vittoria del piatto con eccellenza e combattere nello stesso tempo i prodotti israeliani degli insediamenti e la promozione dei loro piatti locali. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Questa vincita conferma la volontà di conservare l'eredità culturale contro la prepotenza israeliana che cerca di impossessarsi di questo piatto presentandolo ai turisti e nei ristoranti israeliani nel mondo come piatto popolare israeliano, certo che questo piatto ha anche viaggiato insieme ai profughi ed agli immigrati e si è confermato anche nella diaspora palestinese in giro per il mondo e così che tante altre persone l'hanno conosciuto e rispettato come<span style="color: #783f04;"> “<b>piatto musakhan palestinese</b>” صحن المسخن الفلسطيني</span></span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="color: #783f04;"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Purtroppo capita spesso a tanti piatti tipici palestinesi di prendere nomi e gusti nuovi in quanto le persone li trasformano, per l'uso sbagliato sia del nome che del contenuto e così troviamo un piatto di <u>Hummos che diventa “ummus”,</u> <u>falàfel con l'accento sulla a in falafèl sulla è</u> ed il <u>Maftul che diventa cous cous</u> e la <u>Tabbuleh che diventa tabulè</u> ed il peggio quando viene fatta con il cous cous magrebino invece del burgul e l<u>a rovesciata che viene fatta con qualsiasi tipo di riso mettendo dentro di tutto senza l'accortezza di chiedere spiegazione</u>.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Un'altra cosa molto importante che mi permetto di denunciare, sono i corsi di cucina palestinese che spuntano come funghi e sono insegnati da persone incompetenti che hanno <span style="color: #783f04;"><b>FORSE </b></span>mangiato una o due volte del cibo palestinese o hanno visitato una volta la Palestina, fanno il <u>Hummos senza tahina o senza limon</u>i o <u>fanno i falafel duri come pietre</u> ecc ecc. e tutto questo lo fanno in buona fede per aiutare questa benedetta causa palestinese, uccidendo <b>l'identità culturale</b> che mette la firma d'abilità culinaria delle donne palestinesi che dovrebbe invece essere unica risorsa vera e legittima. </span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Purtroppo le nostre condizioni di popolo occupato ed usurpato delle sue eccellenze a cominciare dal suo legame fisico e spirituale con la terra (intesa come terra rossa fertile) e dalla quale deriva questo piatto millenario, ci lasciano disorientati e sconcertati per la perdita della casa e dei beni oltre alla perdita più grave che è la terra .</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Grazie per chi mi leggerà e chi mi chiamerà per una cena tipica palestinese .</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjny_Zkc7GOuaVbRKDWy0g1ZqgOO8Q-K4Atp2wv7L3iEcz-Gbc3dtAi3KUpLLMTUREZO2cy242A1oxU05EsLxD_7GdfKDzX0ZbV6yqzztkwOEt-iEdzgk_GSiGXOIj-GjhI0nWcqfW9Xkg/s1600/1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="134" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjny_Zkc7GOuaVbRKDWy0g1ZqgOO8Q-K4Atp2wv7L3iEcz-Gbc3dtAi3KUpLLMTUREZO2cy242A1oxU05EsLxD_7GdfKDzX0ZbV6yqzztkwOEt-iEdzgk_GSiGXOIj-GjhI0nWcqfW9Xkg/s320/1.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<i><span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Mi basta morire nella sua terra</span></i></div>
<div style="text-align: center;">
<i><span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Ed esservi sepolta</span></i></div>
<div style="text-align: center;">
<i><span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">E sotto la sua polvere svanire e consumarmi</span></i></div>
<div style="text-align: center;">
<i><span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">E rinascere erba sulla sua terra</span></i></div>
<div style="text-align: center;">
<i><span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">E rinascere come un fiore</span></i></div>
<div style="text-align: center;">
<i><span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Colto dalla mano di un bimbo che cresce al mio paese</span></i></div>
<div style="text-align: center;">
<i><span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Mi basta divenir nel suo grembo</span></i></div>
<div style="text-align: center;">
<i><span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Polvere</span></i></div>
<div style="text-align: center;">
<i><span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Erba</span></i><i><span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"></span></i></div>
<div style="text-align: center;">
<i><span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">E un fiore </span></i></div>
<div style="text-align: right;">
<i><span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Fadwa Tuqan (poetessa della resistenza)</span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Bassima Awad e Fatima Abbadihttp://www.blogger.com/profile/16945385238786825804noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9044911311152688027.post-76023712919269956902013-08-30T01:34:00.001-07:002013-09-05T08:54:17.347-07:00LE FOGLIE DI VITE ورق الدوالي <div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Abbiamo già parlato molto delle foglie delle vite e come le impieghiamo in cucina insieme <i>al mahshi </i>“ripieno” di zucchine o melanzane o rape o carote o patate ecc, sappiamo che i palestinesi scavano tutte le verdure che si possono scavare per fare il <i>mahshi</i>, il cibo preferito da tutta la popolazione ma anche dalla maggior parte dei paesi arabi, è considerato un buon piatto completo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiOhsjIWt1c6Vo-fBkQi7fwPvxDacnLrwQ42hTUfTT4kfHRXKXYRblXgsuGM2IRjWMKB24IfDfs5hKHDe1845psn22M7xmoivICwK4G680N93gKQLplggHqPRCinuBMxM-dOTfgv8AcOkA/s1600/1.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="228" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiOhsjIWt1c6Vo-fBkQi7fwPvxDacnLrwQ42hTUfTT4kfHRXKXYRblXgsuGM2IRjWMKB24IfDfs5hKHDe1845psn22M7xmoivICwK4G680N93gKQLplggHqPRCinuBMxM-dOTfgv8AcOkA/s320/1.jpg" width="320" /></a><span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Anche le foglie godono di un posto di riguardo e si possono riempire con lo stesso ripieno delle verdure, oltre alle foglie di vite si possono riempire arrotolando anche le foglie di coste, verza, malva, salvia campestre, del broccolo nero (shool) e quelle tenere del cavolfiore.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Quelle più usate in Palestina sono come dicevo prima; le foglie di vite, tutte le famiglie che hanno un minimo di terra non possono non piantare “una vite” , la vite è una pianta molto antica, molto resistente e anche sacra, resiste alle intemperie fino a 15°C sotto zero in inverno, ma predilige temperature comprese fra 8° e 13°C.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Le foglie si possono utilizzare fresche, quando vengono raccolte in primavera/estate e quando i grappoli non sono ancora grandi e mai maturi, anche più avanti nel tempo a condizione che siano ancora tenere e mai in stagione inoltrata. Oltre il termine possiamo usarle solo per avvolgere polpette o carni o pesce in forno ecc ecc. perché lasciano un sapore buono e mantengono tenere le carni, in quel caso non si devono mangiare.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Prima di raccoglierle bisogna stare attenti che la pianta sia sana e non sia stata trattata con sostanze anticrittogamiche o qualsiasi altro prodotto nocivo alla salute umana e nemmeno impolverata perché piantata vicino alla strada . </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Le viti in Palestina sono piantate direttamente sul terreno in quanto manca l’acqua e la pianta così trae l’umidità dal terreno e dalla brina. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Logicamente la pianta deve essere folta con tanta vegetazione e per questo che la potatura deve essere adeguata per avere più foglie e soddisfare la richiesta del mercato.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Tenendo conto che l’uva in Palestina è solo da tavola (è vietato il consumo di alcolici), gli israeliano bevono vino e piantano viti da vino mentre i cristiani consumano vino israeliano o d'importazione spesso anche clandestina. Il monastero di Cremisan (presso Beit Jala) produce un ottimo vino e da dove lo si può anche acquistare.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Con questo possiamo capire quanto sia importante la produzione e l’utilizzo delle foglie, le massaie attendono con ansia l’arrivo delle contadine cariche di primizie di foglie d'uva per accaparrarsi le maggiori quantità e a qualsiasi prezzo (costano molto), le prime foglie arrivano per Pasqua e perciò tutte le famiglie avranno già provveduto a riempire il freezer. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Per conservarle per i periodi freddi e fuori stagione dobbiamo salarle e metterle in bottiglie sottovuoto oppure in salamoia nei vasi di vetro come per le olive, oppure in freezer, dopo averle sbollentate e messe sgocciolate nei sacchetti di nylon. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Quando ero giovane e ne sono passati di anni, ricordo come mia nonna usava infilarle a due a due su fili di cotone robusti a modi corona per metterle poi ad asciugare in mansarda o in un posto ventilato.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Le foglie non sono solo un involucro o un sapore gustoso ma oltre a questo sono anche utili all'organismo, sono una specie di farmacia naturale e biologica che fornisce l’organismo di <b>vitamine B1 B2 B6</b> che proteggono il sistema nervoso, contiene anche la <b>vitamina C</b> che aumenta le difese immunitarie ed anche la <b>vitamina A</b> che è necessaria per l'integrità della pelle. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Le foglie sono anche ricche di Sali minerali :potassio, ferro e fosforo ed anche il <b>BUDON </b>metallo importante per la presenza di estrogeni nelle donne e riduce la fragilità ossea. Le indicazioni terapeutiche delle foglie sono analoghe a quelle dei frutti di Mirtillo o di Ribes, si tratta infatti di un'attività angioprotettrice, svolta a livello del micro circolo, grazie all'azione degli antocianosidi: diminuzione della permeabilità dei capillari e aumento della loro resistenza. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Oltre alle note proprietà diuretiche, rinfrescanti, dietetiche e antinfiammatorie, le foglie e i viticci raccolti durante l'estate sono ritenute un ottimo depurativo del sangue, particolarmente adatto ai sofferenti di gotta e artrosi, mentre i fiori e i frutti spesso sono utilizzati per aromatizzare le tisane. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Le foglie di vite contengono anche zuccheri semplici ed anche glucosio e fruttosio e carboidrati non grassi e non dannosi al fegato, facilitano la digestione ed aiutano l’intestino per la presenza di fibre, perciò vediamo che il loro consumo: </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">1 - Aumenta l'attività del fegato e riduce il colesterolo cattivo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">2 - stimola la circolazione del sangue e regola l’attività cardiaca.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">3 - abbassa e regola il livello dello zucchero nel sangue nei diabetici.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">4 - utile per i pazienti con reumatismi e la gotta perché aiuta il corpo a liberarsi di acidi organici.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Benefici medici</span></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">5 - protegge da HIV. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">6 - impedisce la formazione di coaguli di sangue e batteri e tossine.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">7 - aiuta nel trattamento delle malattie gastrointestinali, dissenteria ed allevia il dolore di appendicite .</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">8 - lenisce e allevia l'infiammazione delle gengive e dei denti. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">9 - aiuta nel trattamento del cancro, in quanto ha un enzima che distrugge le cellule tumorali, in particolare il cancro intestinale.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Per tutti questi motivi ritengo sia utile cercare una buona qualità di foglie tenere e lucide e che siano di uva nera in quanto quelle di uva bianca sono più dure.</span></div>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">
</span>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><i>Come arrotolare le foglie di vite?</i> non è difficile ma ci vuole tempo per preparale e lavarle in una terrina d'acqua con sale e bicarbonato, poi sbollentarle e dividerle a gruppi della stessa grandezza e rigorosamente senza picciolo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Il ripieno può essere vegetariano o con carne ma sempre con riso dal chicco piccolo e senza amido, si posano in pentola, le grandi sotto e le piccole sopra, mi raccomando di non farle come fagotti ma devono essere simili a dei sigari ben chiuse da tutte le parti.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Nei precedenti articoli nel nostro blog del <i>7 giugno</i> trovate la spiegazione più approfondita riguardo l' arrotolamento delle foglie ed al ripieno.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="http://alqudsangolocucinacultura.blogspot.it/"><span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">http://alqudsangolocucinacultura.blogspot.it/</span></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Qui sotto vedete come si presenta il piatto.</span></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHqmPgSFxG3HHpY4ce72RH47-1TRZATzzDu6zpcco_Zr5dvoV4m68pEJN9a3RRtLgJlS6gHHZGvoa0FX-GnAjw_53B2rHG2Tg3WPbdwpNfTzQaH7HYcmp2E68A7IvWZsI_4eV1NwPCw1E/s1600/2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="223" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHqmPgSFxG3HHpY4ce72RH47-1TRZATzzDu6zpcco_Zr5dvoV4m68pEJN9a3RRtLgJlS6gHHZGvoa0FX-GnAjw_53B2rHG2Tg3WPbdwpNfTzQaH7HYcmp2E68A7IvWZsI_4eV1NwPCw1E/s320/2.jpg" width="320" /></a></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>Buon Appetito a tutti da Bassima e Fatima.</b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"> </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5IhPr5D4dxToS-lt1T5dSuokabAn44zlX3U0If3HumpcvsolYNJLkyFFRTe4D1_UT1svbOLefSYlN777McAGNEy0O3BpspT2L-bf2xHrLPd-fH0vQXLieEA7M9D-IlsHGql77OrC2OBo/s1600/3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="205" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5IhPr5D4dxToS-lt1T5dSuokabAn44zlX3U0If3HumpcvsolYNJLkyFFRTe4D1_UT1svbOLefSYlN777McAGNEy0O3BpspT2L-bf2xHrLPd-fH0vQXLieEA7M9D-IlsHGql77OrC2OBo/s400/3.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"> </span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"> <i><span style="color: #b45f06;">E' bello quando cade solo pioggia su questa nostra terra (Apicella)</span></i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
Bassima Awad e Fatima Abbadihttp://www.blogger.com/profile/16945385238786825804noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9044911311152688027.post-22586919093681020812013-07-15T01:37:00.000-07:002013-07-15T01:37:11.692-07:00La pianta del limone “Regina della frutta”<div style="text-align: justify;">
Il limone (ليمون) è una pianta molto antica della famiglia degli agrumi, inizia il suo viaggio dalla zona montana della Cina meridionale al Pakistan e dalla valle dell'Indo raggiunge la Mesopotamia e da lì si sposta verso il medio oriente e la Palestina ed a oriente verso il Mediterraneo e nell’antico Egitto dove ebbe iniziò la loro coltivazione circa 2400 a.c. In Europa è stata introdotta da Carlo Magno in seguito alle sue dominazioni ed in Italia dagli arabi. In Egitto è stato usato per la cosmesi ed i profumi e per l’imbalsamazione dei cadaveri e per la conservazione dei cibi. Il suo nome deriva dal Persiano <i>limu.</i></div>
<i><br /></i>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiOm-cMszhTorUUTkCo4K6yRV7dOV6KOrf3LbkP_7NKO2NNSC9NM4HQ6JSMdrkvte_zIVkeYwlis9kmVqzcVbLoYEqP5-FUpGC_zgILxDh9Tp5gQ-ihv8OoA8hQdXIycY7XYYcVgJUHE5E/s1600/Senza-titolo-1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="146" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiOm-cMszhTorUUTkCo4K6yRV7dOV6KOrf3LbkP_7NKO2NNSC9NM4HQ6JSMdrkvte_zIVkeYwlis9kmVqzcVbLoYEqP5-FUpGC_zgILxDh9Tp5gQ-ihv8OoA8hQdXIycY7XYYcVgJUHE5E/s400/Senza-titolo-1.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<b>Il limone è una pianta che fiorisce tre volte all'anno : da marzo a maggio con produzione da ottobre a febbraio. La seconda fioritura in giugno con produzione a marzo di limoni giallo/chiari molto succosi. La terza fioritura si ottiene effettuando la forzatura in agosto settembre con produzione a giugno di limoni “verdelli” chiamati in Palestina “Ben Zuher” piccoli e meno succosi ma vengono impiegati in cucina dopo averli seccati e grattugiati. </b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHo3PDVLQTDEcl_j1r9KSL3vav9yUoKNvKTFlEHAiHOJo_OHTFmiodfBgvnh6Jh1DYFBc1h78MaLvV6kQkOzhV9_KHgkcl8h21i-bTb3eIz0r-be29P_Ql1JvVXVGoUiJSQDuyEICq_PQ/s1600/Senza-titolo-2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="154" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHo3PDVLQTDEcl_j1r9KSL3vav9yUoKNvKTFlEHAiHOJo_OHTFmiodfBgvnh6Jh1DYFBc1h78MaLvV6kQkOzhV9_KHgkcl8h21i-bTb3eIz0r-be29P_Ql1JvVXVGoUiJSQDuyEICq_PQ/s200/Senza-titolo-2.jpg" width="200" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
Esso contiene 50-80 grammi per litro di acido citrico, e diversi altri acidi organici tra cui l'acido ascorbico; è molto ricco di vitamine. 100 grammi di prodotto contengono 45 Kcal, 85 gr. di acqua, o,6 gr. di lipidi, 149 mg di potassio, 11 mg di calcio, 11 mg di vitamina C (71% del fabbisogno giornaliero di vitamina C per un adulto), 28 mg di magnesio ecc ecc.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
La Palestina era ricca di piantagioni di limoni e per questo lo scrittore <b>“Abdel Rahim Mansour”</b> ha scelto l’albero del limone come <b><span style="color: #e69138;">simbolo di resistenza</span></b> per scrivere una canzone che rappresenti i giovani palestinesi e dice che<b> le foglie del limone non appassiscono mai </b>ma resistono alle difficoltà e semmai potessero appassire si deve cercare le cause e le condizioni in cui versano, così pure le condizioni dei giovani palestinesi hanno un limite di sopportazione alle difficoltà che riflette sul loro stato d’inquietudine e resistenza. La pianta del limone è una pianta forte che fa parte dell’orgoglio nazionale di ogni paese in cui viene coltivata. </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
La Palestina è una di questi paesi piena di agrumeti e ne produce quantità enormi di limoni e di arance. Ricordo il marchio <span style="color: #e69138;"><b>“JAFFA”</b></span> quando ero ragazzina che poi divenne un’appartenenza ad un luogo e ad un’etnia di cui la Palestina andava orgogliosa di coltivare questo frutto considerato “<b>re degli agrumi e della frutta”</b>.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
Con la Nakba del 48 le piantagioni di agrumi furono spazzati via insieme agli abitanti per far spazio alle nuove abitazioni e nuovi insediamenti. Cancellando così intere piantagioni di agrumeti che della Palestina fanno la storia. Altre piantagioni di limoni rimangono comunque in Palestina e nelle zone depresse di Gerico.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="115" src="//www.youtube.com/embed/ooXqUmVn9PY" width="220"></iframe></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
Anche il grande poeta italiano <b>Montale </b>nella sua poesia <b>“i limoni”</b> si rivolge al lettore, all'uomo comune, invitandolo a notare la differenza di poetica tra quella dei poeti illustri (Carducci e D’annunzio) che usano un linguaggio scelto con cura, menzionando piante dai nomi poco conosciuti come <b>bassi, ligustri ed acanto</b>, e <b>la sua, che utilizza termini semplici e comuni</b>. Io dice il poeta: “<b>Amo le strade di campagna che portano agli erbosi fossi pieni di pozzanghere dove i ragazzi riescono a pescare qualche anguilla, amo i sentieri erbosi, gli orti e le stradine dove crescono le piante di limoni</b>”.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
Il fresco profumo dei limoni riporta il poeta nel suo semplice paesaggio familiare che gli fa dimenticare l’angoscia della solitudine e lo mette in contatto con la realtà facendogli intuire il mistero che avvolge la vita. </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
Lo sguardo scruta intorno e la mente cerca di approfondire il mistero della natura e quando, a sera, <b>il profumo dei limoni si fa più intenso</b>, in quegli attimi di silenzio, sembra che ogni ombra sia una divinità. </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
Ma qui il poeta ritorna all'illusione che si dissolve subito, la mente non riesce a penetrare il mistero che ci avvolge e con <b>la delusione si ritorna nella triste realtà delle città rumorose</b>. Qui non c’è più il profumo dei limoni ma pioggia e freddo che rendono il giorno più breve e l’animo più triste anche se è sempre possibile ritrovare la speranza. Essa (la speranza) infatti si riaccende con le illusioni ogni qualvolta da un portone mal chiuso si intravede tra gli alberi di un cortile <b>il giallo dei limoni</b>.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<b>Proprietà terapeutiche:</b> Il limone si presenta come un ottimo antisettico e battericida, rafforza le difese immunitarie in quanto è in grado di “aumentare” la produzione dei globuli bianchi, è rinfrescante, disintossicante, e calmante, è ottimo contro i dolori reumatici e contro la pressione alta, è anti-anemico e se usato regolarmente protegge stomaco fegato e pancreas dal tumore e mantiene regolare il livello dello zucchero nel sangue . Tonifica la pelle e riduce le macchie sul viso, rinforza il cuoio capelluto e riduce la forfora. Particolarmente utilizzato per curare il dolore dei muscoli e le articolazioni ed anche lo stress utilizzando il suo olio essenziale già dai tempi degli antichi Egizi, che si avvalevano del suo succo per curare anche le dermatiti.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
Oltre allo sciroppo “<b>LUMANADA</b>” (ليمونادة) limonata, si faceva anche il liquore con le bucce sottili messe a macerare con alcool e zucchero, una sorta di “<b>limoncello</b>”, inoltre si faceva anche la <b>marmellata </b>mescolata a arance, si faceva anche i canditi da mettere nei dolci o per condire la “<b>burbara</b>” fatta con frumento bolliti nel giorno di St. Barbara e condito con zucchero, cannella e canditi di arance e limoni e distribuito ad amici e parenti. </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgEeISoGJ_D9SbtyxJHM8_3XFceS7vkvuZ3wFdTZoODemnwwSTcQjzncFm90t7LWeksUj8UGi09dNlZjyPRh79Eewax-zeO0DcMCwfJvyP-j7wYWivVfgPIj5X5v8fBl0FhsO1w0uZ29-E/s1600/Senza-titolo-3.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="239" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgEeISoGJ_D9SbtyxJHM8_3XFceS7vkvuZ3wFdTZoODemnwwSTcQjzncFm90t7LWeksUj8UGi09dNlZjyPRh79Eewax-zeO0DcMCwfJvyP-j7wYWivVfgPIj5X5v8fBl0FhsO1w0uZ29-E/s320/Senza-titolo-3.jpg" width="320" /></a>La bevanda estiva più importante oggi è la <span style="color: #b45f06;"><b>“limonata alla menta e ghiaccio”</b></span> che si trova in tutti i bar e per le strade dove passano i turisti e pellegrini. Quando sono laggiù mi fermo spesso e mi gusto un bicchierone, che tra latro assomiglia molto al <b>“MOITO ARGENTINO”</b> ma senza liquore. <b>La menta va pestata e mai frullata in quanto non deve sembrare verdognola ma gialla opaca al sapore di menta. La limonata viene consumata anche calda quando si ha un imbarazzo addominale dopo una grande mangiata. </b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
Il limone viene molto usato anche in cucina per marinare e condire la carne, il pollo ed il pesce oltre a tutte le salse “<i>hummos, salsa piccante, cetrioli e yogurt, melanzane, zucchine e tabbuleh ecc ecc</i>”, e qui do atto alla saggezza dei palestinesi che si garantiscono il cibo dagli attacchi di microrganismi in quanto molti cibi sono considerati <i>“di strada”</i>. </div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
L’albero del limone ha colpito molto negli ultimi anni e dopo la proiezione del film israelo/palestinese <b><span style="color: #b45f06;">“il giardino dei limoni del 2008”</span></b> del regista israeliano <b>Eran Riklis</b> con <b>Hiam Abbass, Doron Tavory, Ali Suliman, Tarik Kopty</b> che racconta il conflitto visto con gli occhi di una donna vedova coraggiosa che difende il suo limoneto molto significativo come simbolo di resistenza alla distruzione degli alberi molto praticata dall'esercito israeliano negli ultimi 30 anni. </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<b>Con questi racconti abbiamo sottolineato l’importanza dei limoni nella nostra vita quotidiana e per questo che dobbiamo considerarlo un punto fermo nella nostra vita e se il grande poeta Montale lo ha citato e così pure il regista israeliano nel film “il giardino dei limoni”e lo scrittore egiziano che ha dedicato una canzone “shajar al laimun” vuol dire che questo albero deve essere protetto e non oggetto di vendetta per punire un popolo cancellando le cose più care a lui e cioè: </b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<b></b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<b> Gli alberi. </b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<b><br /></b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<b><span style="color: #b45f06;">"La mia nazionalità? Il cuore di tutti gli uomini! Toglietemi un po' questo passaporto".</span></b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="color: #b45f06;"><b></b></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<b><i><span style="color: #b45f06;">Samih al Qasem poeta e scrittore palestinese.</span></i></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Bassima Awad e Fatima Abbadihttp://www.blogger.com/profile/16945385238786825804noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-9044911311152688027.post-78777367040964859572013-07-12T00:32:00.000-07:002013-07-12T00:32:07.089-07:00Una piccola anticipazione..."l'albero dei limoni"<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">La prossima settimana vi parlerò del limone, questo magnifico frutto radicato nella cultura Palestinese, dalle proprietà e benefici infiniti.</span><br />
<div>
<br />
<div>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Cosi aspettando il prossimo articolo, vi lascio con una bellissima canzone di <i>Mohamad Monir</i> intitolata "<i>l'albero dei limoni</i>" شجر الليمون </span><br />
<br /></div>
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="//www.youtube.com/embed/ooXqUmVn9PY" width="420"></iframe>
</div>
Bassima Awad e Fatima Abbadihttp://www.blogger.com/profile/16945385238786825804noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9044911311152688027.post-26721240861919974262013-07-09T02:46:00.001-07:002013-07-09T02:46:33.562-07:00UNA CENA “TIPO ” DELLE NOSTRE ULTIME CENE…….<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj94qTMT4N7uFkd-PzCtz9rD7a2H0rk4QQHtclBiVgyY92EpRBnlF2Meg8RzL6ibliyOrl8PwBUm3Mo8EAY90Kkkgf-ephMN1jmToDaGzZ3S4ql2F8TSb1S7QC1jAfUBv79CuQwttYYnRg/s1600/Senza-titolo-1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj94qTMT4N7uFkd-PzCtz9rD7a2H0rk4QQHtclBiVgyY92EpRBnlF2Meg8RzL6ibliyOrl8PwBUm3Mo8EAY90Kkkgf-ephMN1jmToDaGzZ3S4ql2F8TSb1S7QC1jAfUBv79CuQwttYYnRg/s640/Senza-titolo-1.jpg" width="444" /></span></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0OfnOmxHZdtH7vf1zjL5o8Z7af733coB9719KjFKzMtE9qVeGbKEUkDqE5EGadxDN_f2jaylPvNtbXYD5Oidvn89lmc1JnCIiIHhxObRTHxGvA6gOOouiECCZNV0Le1Eb6brH9RNcv98/s1600/1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"></span></a></div>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"> </span><b style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">…Organizzate in questi ultimi giorni a Schio</b><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"> e a </span><b style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Resana </b><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">e qualche tempo fa a Padova con l’Arci e Este e presto abbiamo un’altra in programmazione a Padova insieme all’associazione Dott. Clown per raccolta fondi per il nostro ormai famoso progetto: </span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #b45f06; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>“Campo Estivo rivolto alle donne e bambini del villaggio di Artas”</b></span></div>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Tutte le nostre cene sono considerate della resistenza e portano avanti informazioni su “cosa mangiano i palestinesi”, così facendo riusciamo forse a far sopravvivere l’identità culturale delle famiglie e delle donne in particolare, cosa che mi ha sempre colpita positivamente ed incoraggiata ad andare avanti insieme alle persone che credono nei nostri progetti che mirano a rivalutare il nostro “slow food” che sta avendo dei problemi seri a causa dell’ingresso nella società palestinesi del fast food straniero con tutto ciò che porta dietro di bevande e bibite. </span><br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0OfnOmxHZdtH7vf1zjL5o8Z7af733coB9719KjFKzMtE9qVeGbKEUkDqE5EGadxDN_f2jaylPvNtbXYD5Oidvn89lmc1JnCIiIHhxObRTHxGvA6gOOouiECCZNV0Le1Eb6brH9RNcv98/s1600/1.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="239" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0OfnOmxHZdtH7vf1zjL5o8Z7af733coB9719KjFKzMtE9qVeGbKEUkDqE5EGadxDN_f2jaylPvNtbXYD5Oidvn89lmc1JnCIiIHhxObRTHxGvA6gOOouiECCZNV0Le1Eb6brH9RNcv98/s320/1.jpg" width="320" /></a><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">In Palestina questo fatto non dovrebbe accadere in un momento storico molto difficile di occupazione e trasformazione con metodi sottili usati da chi colonizza la nostra terra con intenzione di cambiare le abitudini culturali e culinarie che fanno della Palestina la “storia dell’identità sociale”. La Palestina non deve abbandonare o sostituire il cibo storico per correre dietro all’hamburger con il suo dannoso condimento che invoglia bambini e mamme delle città che spesso sono le prima a rincorrere questo cibo esotico che s’infiltra nei paesi del terzo mondo colpendo le classi sociali più ricche e nel caso della Palestina le donne che iniziano a non cucinare più e trovare tale cibo più comodo e più economico e più semplice da reperire.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Il fast food esiste già in Palestina, è un piatto invidiato e copiato da tutto il mondo, cibo chiamato da strada, completo e nutriente e non dannoso per la salute. Spesso quando scendo in Palestina cerco di consumarlo sia come panino o seduta nella bottega di Abu Shukri che prepara il falafel ed il hummos più squisito della città con le bevande fresche di carote o di melograno o il succo di limone con la menta.</span><br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjSBK7jh1hTWGD3M01BSm6p5U2yhxIg8XHj27-vOxfpi0p_hpo_XRuvkt8wnfQm67t-jJooYDMV8tfH7t4y_D4f5ad2QNonVVjzD32lVcQkd4kpOQO30mBz8UlZG22QG5e99u_jdg_Lv0A/s1600/2.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="239" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjSBK7jh1hTWGD3M01BSm6p5U2yhxIg8XHj27-vOxfpi0p_hpo_XRuvkt8wnfQm67t-jJooYDMV8tfH7t4y_D4f5ad2QNonVVjzD32lVcQkd4kpOQO30mBz8UlZG22QG5e99u_jdg_Lv0A/s320/2.jpg" width="320" /></a><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Per tornare alle nostre cene, scopriamo con tanta gioia che ogni volta partecipano tante persone nuove che ci onorano con la loro presenza che accolgono l’invito sia per contribuire al progetto ma anche per mangiare il buon “cibo palestinese della resistenza” preparato con impegno e rigorosamente simile a quello fatto nelle case palestinesi. </span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Nessuno può immaginare la nostra gioia nel vedere Odilla impegnata ad organizzare una serata a tutto punto con la sua vena artistica, o Lucia di Este, Silvia, Chiara, Pina, Francesco e Andrea ecc, che si mettono in gioco per rendere la serata interessante dandomi lo spazio per presentare i piatti e le spezie usate oltre all’informazione generale sulla vita in Palestina e sul progetto motivo di tutto questo movimento di donne.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">In preparazione di ogni serata, la mia cucina si trasforma per una settimana in una cucina pubblica, sul muro, trovate attaccato il MENU’ che preparo molto in anticipo, sistemo tutta la spesa necessaria in tutti gli angoli della cucina(fortunatamente grande). Il giorno dell’evento è molto movimentato che mi mette in ansia per la paura che qualcosa non funzioni all’ultimo momento o non sia come l’avevo progettata in testa mia.</span><br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKY8XPWP2Q22-I0bbQad5I69FCjRsIwPxrn2tM8_VyYpgGds-S3z-8ASBQhLFWFG1hrCF8AaKohW0ElB5TF6jsj5H_B0_sAz5eyiFKXaNICAid9W0bf6oZ9JrqBahXGh0h5bo6iOq-Rk8/s1600/3.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="239" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKY8XPWP2Q22-I0bbQad5I69FCjRsIwPxrn2tM8_VyYpgGds-S3z-8ASBQhLFWFG1hrCF8AaKohW0ElB5TF6jsj5H_B0_sAz5eyiFKXaNICAid9W0bf6oZ9JrqBahXGh0h5bo6iOq-Rk8/s320/3.jpg" width="320" /></a><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">All’ora x si parte (per qualsiasi città) con le pentole ed i vassoi carichi di tutto: pane, focacce involtini e dolci, tutto già tagliato e pronto per non trovarci dopo nella confusione totale.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">La nostra energia e dico nostra perché siamo una squadra importante di 4/5 donne (Fatima, Silvia, Franca,Anna Maria e Renzo il grande collaboratore). </span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"> </span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Portare avanti la nostra nuova esperienza nel villaggio ci farà incontrare una trentina di donne faccia a faccia ed interloquire con loro e parlare di problemi comuni delle donne e dell’infanzia che ci permettono di confrontarci su argomenti cari a loro e permettere contemporaneamente a noi di poterle aiutare senza arrogarci il diritto di invadere o offendere la loro privacy per voler sapere ciò che loro non intendono raccontare o rivelare. I nostri principali argomenti saranno dedicati alla cucina ed alla prevenzione e cura e salvaguardia dell’ambiente e dell’identità culturale. La storia del villaggio “Artas” sappiamo bene che era nota per la presenza di donne famose e non che hanno scritto e raccontato per più di 150 anni (festeggiati l’anno scorso), la generosità e la bellezza dell’ambiente e degli abitanti. Noi ora e dopo diversi anni che li frequentiamo possiamo essere pronte per continuare questo filo storico in un momento in cui le condizioni economiche e sociali in questi ultimi 50 anni sono cambiate portando 4 mila persone in uno stato di povertà e degrado.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Aver scelto la cultura del cibo ci rende merito nel capire le usanze e le tradizioni di un piccolo villaggio simbolo di una dura resistenza culturale, civile ed umana per dimostrare che, ci si può rialzarsi ed andare avanti perché la Palestina è storia la Palestina è cultura la Palestina è vita e libertà.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"> </span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdso7II2Wzk36PmrTk1FBQKS_doIuOZg33F2wnF5bz4BzH1ed-0krJkNASN8ReGfbpSBRShq2_QKazDkSEhZban2NYJ1Jm3LNGP2Q8l5F90wO_6btQrUJQeWZSutFHbruF2mnqEDf2btw/s1600/4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><img border="0" height="239" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdso7II2Wzk36PmrTk1FBQKS_doIuOZg33F2wnF5bz4BzH1ed-0krJkNASN8ReGfbpSBRShq2_QKazDkSEhZban2NYJ1Jm3LNGP2Q8l5F90wO_6btQrUJQeWZSutFHbruF2mnqEDf2btw/s320/4.jpg" width="320" /></span></a></div>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>Le nostre cene tipo </b>sono semplici ma ricche di racconti di storie, di dimostrazioni e di scelte specifiche di alcuni piatti tipici che spesso la Palestina rischia la loro assimilazione o la loro estinzione.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Assimilazione da parte dell’occupante che ormai ci ha rubato il meglio della nostra eredità cultura e l’estinzione come conseguenza dal vocabolario culinario palestinese.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>I nostri piatti freschi base che sono le salse tipiche: </b>hummos, shatta piccante, cetrioli con yogurt ed anche babagannoug.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Piatti con verdure fresche tipo tabbuleh con burgul fine e tanto prezzemolo pomodori e na’na’(menta) o insalata mista di pomodori cetrioli cipolla menta tagliata fine da accompagnare alla “mujaddara” oltre allo yogurt che spesso facciamo in casa.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>Piatti a base di pasta pane; </b>oltre al pane fatto in casa tipo shraq (steso sottile e cucinato sulla piastra), pane tipico arabo da farcire e spalmare, pagnotte da ½ kilo impastate con la nigella, con l’origano o con la curcuma, involtini “sambusek”con spinaci o con za’tar verde o con cavolfiori o con cipolla e carne, focacce “manaqish” con pasta pane spruzzato con olio d’oliva e polvere di “mescolanza di za’tar (origano) con le spezie”.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>Piatti di riso con i ceci e curcuma, </b>riso con lenticchie, riso con hashweh ousi con piselli carne e carote.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>Piatti di maftul</b> (cous cous palestinese) con verdure stufate o carne o qualsiasi altro condimento.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>Piatti di burgul</b> (frumento spezzato grosso o fine) con lenticchie o asciutto.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>Piatti di zuppa di lenticchie</b> e di ceci con cipolle.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>Dolci </b>con datteri, noci “ka’ek u ma’mul” </span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>Dolci </b>con semi di fieno greco “hilbeh”</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>Dolci </b>con yogurt “basbuseh” o harisseh.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>Biscotti </b>alle varie spezie “noce moscata, curcuma, zenzero e cannella”.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>Budini </b>e creme varie al riso o semolino o amido e all’acqua di rose.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>Thè </b>alla menta e alla salvia.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>Tisane </b>alle varie spezie.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Grazie a tutti coloro che hanno sempre creduto in noi e continuano a farlo partecipando alle nostre iniziative di solidarietà verso un popolo che lotta ogni giorno per la sua libertà “giusta”.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Bassima e Fatima.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="color: #b45f06; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Mi dicono: se trovi uno schiavo addormentato, non svegliarlo, forse sta sognando la liberta’. Ed io rispondo: se trovi uno schiavo addormentato, sveglialo e parlagli della liberta’. </span><br />
<i><span style="color: #b45f06; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>Jubran khalil jubran</b></span></i><br />
<div>
<br /></div>
Bassima Awad e Fatima Abbadihttp://www.blogger.com/profile/16945385238786825804noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9044911311152688027.post-78050652314375086162013-06-18T02:12:00.000-07:002013-06-18T02:12:09.709-07:00 (habbe sauda benedetta) القزحه او حبة البركه <span style="color: #b45f06; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>Oggi parleremo un po’ della NIGELLA SATIVA, o GRANO NERO.</b><span class="Apple-tab-span" style="white-space: pre;"> </span></span> <br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg84LttJbLzyAb5HMgHq8RxI30Vt4e2FI4D_xKwESmKFZ28a8h-1J1VBzOoVNglP0OUYI_9ynfl9vVbx0uXCTkZ7IcWAhP9ldgK3JcQB87VwxvC3ZmhE4Vwr6qIaj38q_InWXlGSG1G98M/s1600/1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="237" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg84LttJbLzyAb5HMgHq8RxI30Vt4e2FI4D_xKwESmKFZ28a8h-1J1VBzOoVNglP0OUYI_9ynfl9vVbx0uXCTkZ7IcWAhP9ldgK3JcQB87VwxvC3ZmhE4Vwr6qIaj38q_InWXlGSG1G98M/s400/1.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Il Profeta dell'Islam, ha tramandato nei suoi detti dicendo che "<i><b>esiste al mondo un rimedio per ciascuna malattia</b></i>" e che "<i><b>il grano nero cura tutte le malattie, eccetto la morte</b></i>". Trovo bellissima questa espressione nel descrivere questo seme per le sue virtù. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Questo seme benedetto è molto conosciuto e usato e apprezzato in Medio Oriente ed India, mentre in Occidente come del resto la maggior parte delle spezie. Leggendo molto sulle spezie ho approfondito la conoscenza su questi meravigliosi semi e li ho piantati nel mio orto, convinta che non sarebbero mai nati, la loro crescita mi ha stupito ed incoraggiato a cercare più informazioni e mentre le piantine crescevano osservavo stupefatta l’eleganza degli steli ed i fiori bianco/panna, sono stupendi sapevo che non dovevo reciderli perché quando appassiscono inizia a gonfiarsi una capsula verde che in qualche giorno si riempie di semi prima verdi e poi neri. Bisogna controllare che non si aprano altrimenti perdono i preziosi semini.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><b><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Mi ha illuminato il fatto che la Nigella sativa, era già conosciuta ed apprezzata dagli antichi egizi: il fatto di aver ritrovato nella tomba del faraone Tutankhamon delle anfore colme di olio di grano nero è illuminante sul valore che tale olio rivestiva presso gli Egizi.</span></b></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Ricordo che un giorno avevo chiesto al mio ‘attar “droghiere” di darmi dell’olio naturale per frizionare il mio ginocchio dolente e lui subito e senza esitazione mi consegnò una boccetta con l’olio di Nigella e chiedendogli come veniva estratto l’olio dal seme, lui disse che “l’estratto essendo limitato e prezioso va mescolato all’olio di semi di sesamo”.</span></div>
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZcOJrhIsBCehs_zaGsebpYfWbxFzzYvtKMvIDesGlotivSzhmeClgDgQc3KS_LwNSSyWRYeaRZaGJPqZS7c0nuN4u7NO_dCuwjgzpM_SHMmF4zvJrayu7CPdqQ7O4-nS-iCiTrMtoAeo/s1600/2.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: justify;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZcOJrhIsBCehs_zaGsebpYfWbxFzzYvtKMvIDesGlotivSzhmeClgDgQc3KS_LwNSSyWRYeaRZaGJPqZS7c0nuN4u7NO_dCuwjgzpM_SHMmF4zvJrayu7CPdqQ7O4-nS-iCiTrMtoAeo/s320/2.jpg" width="180" /></span></a><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Un giorno accompagnando un gruppo nella città di Nablus sono entrata in un frantoio di Sesamo e per la mia felicità trovo anche un altro frantoio per i semi di Nigella, comprai un vaso di crema di sesamo ed un altro di crema di nigella mista alla crema di sesamo e scopro che questa crema cura le ulcere gastriche. All'epoca soffrivo di una gastrite forte e con quella cura sono guarita.</span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Anche all'epoca medievale, le sue proprietà furono studiate e catalogate dai famosi ricercatori arabo/islamici, in particolare dal grande e <b>famoso fisiologo Avicenna (Ibn Sina)</b> che, nel suo "<i>Canone della Medicina</i>", sostiene che I semi del grano nero hanno la proprietà di stimolare l'energia corporea ed hanno la funzione di ricostituente naturale. Fedeli al detto del Profeta che consigliava di <i>"<b>usare sempre I semi del grano nero poiché essi curano tutte le malattie, tranne la morte</b>"</i>, essi sono stati usati per secoli, e con successo, dalla medicina naturale tradizionale per curare disturbi e malattie vere e proprie, quali l'asma, le bronchiti, I reumatismi, I processi infiammatori e per stimolare il sistema immunitario. Il suo olio è sempre stato usato per trattare dermatiti, scottature ed eczemi. La grande versatilità della pianta nel trattamento di tante e diverse sintomatologie gli ha procurato, presso i popoli arabi, l'appellativo di "<i><b>habbatul barakah</b></i>", e cioè "<b>seme benedetto</b>". La cosa più strabiliante che ho letto sul conto di questo seme è l’importanza scientifica condotta nei laboratori internazionali, noi in Palestina la usiamo perché sappiamo che fa bene, ma tutto il resto per me risulta una scoperta molto importante. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"> </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><b><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">La ricerca scientifica moderna riconosce alla pianta il potere di "regolatore del sistema immunitario": Sappiamo bene dell’importanza di un buon sistema immunitario per prevenire la stragrande maggioranza delle malattie, ne consegue che I semi del grano nero sono utili per contrastare temibili malattie degenerative, quali il cancro. Ricerche condotte dal Cancer Immuno-Biology Laboratory della Carolina del Sud (USA), hanno evidenziato l'importante ruolo svolto dall'olio di grano nero nella produzione e nella stimolazione delle cellule immunitarie e nella generazione dell'interferone. Secondo l'immunologo tedesco Peter Schleicher, le virtù dell'olio della Nigella sativa sono fornite dagli acidi grassi essenziali, come quello linoleico (stabilizzatore della membrana cellulare), gammalinolenico e prostaglandina, utile alla produzione di anticorpi per contrastare allergie e focolai infiammatori.</span></b></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Scopro anche che in India e in Cina l’olio di Nigella sativa viene usato come un “antibiotico naturale” e durante un congresso internazionale sul cancro a Nuova Delhi si è parlato dell'effetto anti tumorale di tale medicamento naturale e viene indicato anche per curare: acne, allergia, angina, mancanza di appetito, asma, asma bronchiale, aumento dei globuli rossi, rinforza le autodifese, bronchite cronica, candida albicans, colesterolo (regolatore), colibacillosi, colica intestinale, infiammazione del colon, difficoltà di concentrazione, crampi intestinali, crosta lattea, debolezza immunitaria, svogliatezza, depressione (disturbi ormonali), dermatosi, dermatosi squamosa, diabete, diarrea (cronica), foruncoli, gastrite, infezioni, influenza, infiammazioni intestinali, spasmi intestinali, ulcere intestinali, infiammazione dei nodi linfatici, menopausa, crampi mestruali, nevralgie, disturbi ormonali, ossiuri, osteoporosi, orticaria, malattie della pelle, cicatrici, psoriasi, raffreddore da fieno, iperacidità gastrica, ulcere gastriche ecc ecc.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Che meraviglia studiare ed usare (nel giusto modo) questi semi neri, mi sento orgogliosa di usare le mie tradizioni e costumi sia nel cibo che nelle abitudini sociali. Vi consiglio di far uso di questo meraviglioso seme e trovo che il modo migliore per farlo(oltre a rivolgersi ad una erboristeria specializzata) è iniziare a consumarlo in cucina mettendolo su alcune pietanze facendolo tostare prima dell’uso, lo si può mettere anche sui dolci (come si usa l’anice) oppure sul pane (come si usa il sesamo) o semplicemente condire le patate lesse o anche sulla pasta aglio olio peperoncino oltre ad una presina di Qizha (seme nero), anche l’olio di questo seme che troverete (forse) nelle erboristerie e che viene usato come integratore per i fisici deboli, lo si può usare anche come un condimento per le insalate ed i legumi insieme all'aceto di mela, si può anche macinarlo ed insieme ad un po’ di sale usarlo come condimento abituale.</span></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Provate a frizionare il cuoio capelluto con la nigella in polvere mescolata a qualche goccia di limone e vi assicuro che vi sentirete più rinvigoriti.</span></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Quando ho scritto sulla mia porta: “<b>Lasciate fuori le tradizioni, prima di entrare</b>”, neanche un’anima ha osato venirmi a visitare o aprire la porta. <i>Jubran Khalil Jubran</i>.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
Bassima Awad e Fatima Abbadihttp://www.blogger.com/profile/16945385238786825804noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9044911311152688027.post-26729104963889497262013-06-07T06:15:00.000-07:002013-06-07T06:15:22.428-07:00Mahshi Kusa - محشي كوسا <span style="color: #b45f06; font-size: large;">Oggi Mahshi Kusa e melanzane e pomodori, insieme alle primizie di foglie di vite.</span><br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Vi ricordate il pranzo della settimana scorsa, Quello delle frittate fatte con la polpa ricavata dallo svuotamento delle zucchine?</div>
<div style="text-align: justify;">
Ecco alcune di quelle zucchine, sono finite nella pentola per essere cucinate con un liquido di acqua e yogurt dopo averle farcite di riso, carne, pepe, sale (<i>vedi pranzi precedenti)</i>. Il liquido deve essere abbondante perché a fine cottura deve risultare concentrato e vellutato, ci vuole un’ora per la cottura a fuoco medio <b>foto1.</b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjKlUqIHJD6YR9sjdZSNurZEfImDR16Pf0r7J9L4wUel5MlP8tOEIW2aoBlI_brYmv20T95nnpse5uMnv0Gfbgw2BuGzoabogZ4fUrZa58qtf8tE7rPKOAFyO2gEmAPldppMN2XPjCJb0/s1600/1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="295" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjKlUqIHJD6YR9sjdZSNurZEfImDR16Pf0r7J9L4wUel5MlP8tOEIW2aoBlI_brYmv20T95nnpse5uMnv0Gfbgw2BuGzoabogZ4fUrZa58qtf8tE7rPKOAFyO2gEmAPldppMN2XPjCJb0/s400/1.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Foto 1</td></tr>
</tbody></table>
<span style="text-align: justify;">A quasi fine cottura si mette un cucchiaino di menta secca ridotta in polvere per dare l’aroma che richiama la maggior parte dei nostri antipasti a base di yogurt. Difatti la menta va messa sempre sopra i cetrioli con yogurt o anche insalata di pomodoro o anche sopra “<i>labaneh</i>” (crema di yogurt).</span><br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjvw-lEk3fKqZm7E3fvsXbFCwLfSHxIiJqY-xEEgAJ4tDE9nelDrI0Hq9TMj1eyzYoeEABLjB8vXPh2w9pwMi4Bh_A7QnNuw43t7CpEHQAcsrHNUCX548TGShj_DqXasA6ckH48w3fdJQI/s1600/2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="236" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjvw-lEk3fKqZm7E3fvsXbFCwLfSHxIiJqY-xEEgAJ4tDE9nelDrI0Hq9TMj1eyzYoeEABLjB8vXPh2w9pwMi4Bh_A7QnNuw43t7CpEHQAcsrHNUCX548TGShj_DqXasA6ckH48w3fdJQI/s320/2.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Foto2</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Il resto delle zucchine scavate e sempre farcite (<i>mahshi kusa</i>) con lo stesso insieme ho messo dei pomodori e melanzane ripiene e tante foglie di vite fresche, piccole, tenere e possibilmente di una vite d’uva nera (<i>sono da preferire in quanto sono morbide e più saporite</i>), da ricordare sempre che devono essere anche di piante non trattate con anticrittogamici e non appoggiate per terra per evitare che siano attaccate da insetti o sporco di terra. Le foglie d’uva devono essere raccolte prima ancora che gli acini maturino in quanto sono un po’ asprigne e saporite e per questo motivo la loro raccolta non dura tutta l’estate.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ricordo che le mie zie e mia madre in Palestina comperavano delle grandi quantità di foglie ed impegnavano tutta la famiglia a curare e controllare minuziosamente per assicurarsi che sono pulite e sane e poi tagliavano il gambo e le selezionavano per ordine di grandezza (un lavoro noioso per noi ragazzine), poi le ponevano in’ordine una sopra l’altra a seconda della grandezza, questo lavoro le aiutava molto quando avranno da riempirle. Le foglie si conservavano per l’inverno e specialmente per i pranzi delle feste comandate, si cucinavano insieme alla spalla d’agnello o alle zampe o testa o ecc ecc. Il modo migliore per conservarle prima dell’arrivo del freezer era infilarle negli spaghi come delle corone e le lasciavano asciugare all'aria aperta o in una mansarda ventilata, un altro modo di conserva era quello di metterle nei vasi in salamoia o sotto-sale, ma il miglior modo di oggi al quale sono ricorse tutte le donne arabe e mia madre resta il freezer, si adattarono tutte ma spesso ho notato mia madre fare un uso scriteriato (povero freezer) ma per il carattere che ha non mi sono mai permessa di farle osservazioni e perciò non tocchiamo questo tasto dolente.</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwGm09ryOngy5FhQL3EiHrgbDh3s7JxhTjl3QDPaLRlAAw3wtb_3J8SiUQMGn2SI1oeplMFnV1IYn-QTLbT5V4FZL78Gz6_tYRXVexwSLjtPBGxsvVV4lmm-kf4_SOznoE5DeF1iKr6A8/s1600/3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="236" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwGm09ryOngy5FhQL3EiHrgbDh3s7JxhTjl3QDPaLRlAAw3wtb_3J8SiUQMGn2SI1oeplMFnV1IYn-QTLbT5V4FZL78Gz6_tYRXVexwSLjtPBGxsvVV4lmm-kf4_SOznoE5DeF1iKr6A8/s320/3.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Foto 3</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Come si fa a farcire le foglie giovani di vite (primizie) , nella <b>foto 2 e 3</b> sopra vedete come le ho stese dopo averle sbollentate, notate che cambiano colore da <u>verde a verde scuro</u>? Metto i mucchietti di farcitura (la stessa che uso per il Mahshi di zucchine ecc.) e sto attenta a non riempirle tanto, chiudo con 4 passaggi importanti che mi assicurano la sigillatura, come nella <b>foto 3</b>.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Quando ho fatto una buona quantità, inizio a foderare il fondo della pentola mettendo anche qualche osso o qualche pezzo di muscoletti di montone bollito e poi procedo a mettere in ordine di grandezza le zucchine (quelle più grandi sotto) e cerco di riempire tutti gli spazi mettendo ogni tanto un pomodoro o qualche foglia, deve risultare omogeneo e livellato perché alla fine dovrei coprire il tutto con un piatto rovesciato che tenga fermo il tutto.</div>
<div style="text-align: justify;">
Copro il tutto con acqua e sale ed un po’ di olio di mais (questo per rimanere contenuti coi grassi), mia madre metteva dei pezzi di “<i>lyiet kharouf</i>” o il lardo o pancetta di montone, certo che il sapore risulta più buono ma anche più pesante e per questo che io non uso grassi aggiuntivi se non l’olio o qualche pezzo d’agnello(spalla o coscia) nelle circostanze importanti.</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhk8LS9qesnbnBwFjq1tNg8IVCzavDOP8cYwqDYaKDzQsSzcMeKJAXFFDBfMZFXOENTTDCWdhi0T3ttsHrZwco1itPoBmnnCbkIU7GSYcbgkXUTjze0Oml-uugJsQoSARplsX7TyEUzSbE/s1600/4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="236" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhk8LS9qesnbnBwFjq1tNg8IVCzavDOP8cYwqDYaKDzQsSzcMeKJAXFFDBfMZFXOENTTDCWdhi0T3ttsHrZwco1itPoBmnnCbkIU7GSYcbgkXUTjze0Oml-uugJsQoSARplsX7TyEUzSbE/s320/4.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Foto 4</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
I tempi di cottura sono lunghi in quanto si devono cucinare bene le diverse verdure e ci vuole poco più di un’oretta, bisogna ricordarsi che ogni tanto si deve muovere la pentola in senso orario (senza stravolgere il tutto) per assicurarsi che il fondo non si è attaccato, l’acqua si deve asciugare tutta ma prima di spegnere si può assaggiare una foglia per capire se è cotto.</div>
<div style="text-align: justify;">
Alla fine cottura si lascia riposare 15 min e poi quando tutti i commensali sono seduti si rovescia la pentola su un vassoio grande e il cibo deve risultare asciutto e lucido e nessuna zucchina si deve rompere durante il passaggio (<b>foto4</b>).</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #b45f06;">Qualora ci fossero degli ospiti sarà compito della padrona di casa di servirli mettendo sul piatto un po’ di tutto e se non ci sono i componenti della famiglia si serviranno da soli scegliendo ciò che preferiscono. E’ un pranzo meraviglioso che si presenta molto bene e si può accompagnare con l’insalata e lo yogurt e secondo me è sufficiente così.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Buon appetito a tutti e che dio ci conservi a lungo questi piatti speciali per il loro sapore e per la loro unicità. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh51AsEtK1HdgpsX1YMfINcp687QskGcwSchq8GOXiHzLlM1itejUSCugtyYzLmJvMyum6QpyDZ0qgnaXXCdzIlxNBIRnot4gsghfKmGgwDr0XPEjsr0XJ90fk14BwHTePTT19cpNGbXbk/s1600/Senza-titolo-3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh51AsEtK1HdgpsX1YMfINcp687QskGcwSchq8GOXiHzLlM1itejUSCugtyYzLmJvMyum6QpyDZ0qgnaXXCdzIlxNBIRnot4gsghfKmGgwDr0XPEjsr0XJ90fk14BwHTePTT19cpNGbXbk/s1600/Senza-titolo-3.jpg" /></a></div>
<br />
<b>Le persone aspettano tutta la settimana per arrivare al venerdì, tutto l’anno per arrivare all’estate e tutta la vita per la felicità e NOI palestinesi aspettiamo da sempre la giustizia e la libertà.</b><br />
<b> </b><br />
<span style="color: #b45f06;"><b>Bassima e Fatima.</b></span><br />
<div>
<br /></div>
Bassima Awad e Fatima Abbadihttp://www.blogger.com/profile/16945385238786825804noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9044911311152688027.post-82311740841677142782013-05-31T05:26:00.002-07:002013-05-31T05:26:41.422-07:00FRITTATA FATTA CON LA POLPA DELLE ZUCCHINE . <div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<span style="color: #b45f06;"><b>OGGI VI PRESENTO IL MIO PRANZO “MOLTO SPECIALE”: LA FRITTATA FATTA CON LA POLPA DELLE ZUCCHINE .</b></span><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiT5pC2fH_S6RIVMpfw9ajCyHsTOdBGr9m40sZpVC4MV-z0uXynv9nhuukoFlcPwjOsCKUYpAp7FBzR2SZ_1dDj0rXIZP4blgQWNk8GfOuYjfijtbbJHS7H_vHxhbGzccEs50IOsRlZ0b0/s1600/Senza-titolo-1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="215" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiT5pC2fH_S6RIVMpfw9ajCyHsTOdBGr9m40sZpVC4MV-z0uXynv9nhuukoFlcPwjOsCKUYpAp7FBzR2SZ_1dDj0rXIZP4blgQWNk8GfOuYjfijtbbJHS7H_vHxhbGzccEs50IOsRlZ0b0/s320/Senza-titolo-1.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
E’ una versione speciale della classica frittata, in arabo viene chiamata <b>‘Iggeh</b>, la frittata si sa che la si può fare con le patate, le zucchine, le melanzane, le cipolle, gli spinaci ma quella più buona è fatta con i cavolfiori ed in quel caso si chiama <i>mshat </i>mentre con i pomodori si chiamerebbe <i>qallaie </i>ecc ecc ecc. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ricordate le zucchine scavate che in uno dei precedenti pranzi raccontavo la preparazione del nostro famoso <i>mahshi</i>? Pranzo tipico palestinese che impegna le donne in cucina per una mattinata o forse di più ma dipende sempre dalla quantità di zucchine da scavare, ricordo che mia madre scavava già una trentina, allora, mi sembravano tantissime ma pensando alla sua pignoleria nel sceglierle scrupolosamente piccole e se non le trovava era disposta ad andare da un’altra contadina per completare il numero (erano tempi quelli!!!). </div>
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhW1RJ976XJ56Fc0AkaOeZIYloO1-hLg0BWHDPQ0Pf_tRTbGej7UckFfB2OwJG0DBtCVCKrH5Jb5PczccT5hsVPcQNa8XnFCiz0Us9dIies_lH4o2oOMLRtNmRq5XO28woB7vq6Eu7_Xbg/s1600/Senza-titolo-3.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;"><img border="0" height="224" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhW1RJ976XJ56Fc0AkaOeZIYloO1-hLg0BWHDPQ0Pf_tRTbGej7UckFfB2OwJG0DBtCVCKrH5Jb5PczccT5hsVPcQNa8XnFCiz0Us9dIies_lH4o2oOMLRtNmRq5XO28woB7vq6Eu7_Xbg/s320/Senza-titolo-3.jpg" width="320" /></a><br />
<div style="text-align: justify;">
Ora, qui in Italia sono certa di non trovare le zucchine piccole come le voleva lei perché io non sono disposta ad andarle a cercare in quanto non ho la sua mentalità ossessiva che il piatto di <i>mahshi </i>si deve presentare perfetto con le zucchine o melanzane che siano ma è importante per ma che siano tenere fresche e lucide. Vi assicuro che 6/7 zucchine (per 2/3 persone) sono sufficienti per un pranzo da consumare in una volta sola (mia madre aveva la mania di avanzare 2/3 Z per il giorno dopo). </div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Questa mattina ho scavato tutte le zucchine ed ho raccolto in un piatto la loro polpa (ritengo sia la parte più buona della zucchina), ho masso da parte le zucchine ed ho strizzato la polpa e l’ho tagliuzzata in pezzi piccoli (a mano e non nel frullatore) l’ho unita ad un po’ di prezzemolo tritato e cipolla bianca ed un pezzetto d’aglio, a parte ho sbattuto 2 uova e sempre a mano(il frullatore fa perdere la distinzione del sapore), sale e pepe.</div>
<div style="text-align: justify;">
Preparo una piccola padella e scaldo un po’ di olio d’oliva ed inizio a versare dei piccoli mestoli di composto ed aspetto che le frittate si cucinano da una parte e dall’altra. Le metto in un piatto con carta assorbente, (vengono una decina di frittate circa). </div>
<div style="text-align: justify;">
Le frittate piccole sono più facili da maneggiare e servire ma la cosa più importante specialmente se sono fatte con delle verdure (a crudo) è che si cucinano meglio all’interno.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Ecco “il pranzo è servito”: sul tavolo stendo o semplicemente appoggio un telo di KEFIA segno che “questo piatto è palestinese”, oltre alla frittata metto anche un po’ di olive, una tazza di yogurt e dell’insalata e certo che non può mancare il mio pane steso e tirato e cotto al momento sulla piastra antiaderente.</div>
<div style="text-align: justify;">
Mia madre diceva sempre e alla sua maniera; che le frittate facevano bene perché contenevano tutti gli ingredienti di una sana alimentazione completa di carboidrati grassi e proteine oltre alle varie vitamine, io con questo le do atto.</div>
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7AfrYLbcYlSTJHqwfVfdlIWjeeWMTP_-x4Plp-h_t_z66VYk9rLgiIpN4O1xOBmnxgfM_CHykYNrN5jpKu-CBN19LopitWbeRaKwPFNqGN_TSJssEguFAesSiy1uyJlRwamlJsa6xo3Y/s1600/Senza-titolo-2.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: justify;"><img border="0" height="224" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7AfrYLbcYlSTJHqwfVfdlIWjeeWMTP_-x4Plp-h_t_z66VYk9rLgiIpN4O1xOBmnxgfM_CHykYNrN5jpKu-CBN19LopitWbeRaKwPFNqGN_TSJssEguFAesSiy1uyJlRwamlJsa6xo3Y/s320/Senza-titolo-2.jpg" width="320" /></a><br />
<div style="text-align: justify;">
Ricordo che il <i>'Iggeh</i> la mangiavamo molto spesso perché costava poco e ne venivano tante frittatine, specialmente quando le faceva con prezzemolo aglio e cipolla, ricordo anche che mia madre le accompagnava con un piatto di patate fritte e poi ce la metteva dentro un pane (arabo) con qualche patata e qualche pezzo di pomodoro (questo era il nostro pranzo), <i>Al Iggeh</i> era anche il nostro panino quando andavamo in gita (poche ma c’erano). </div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La frittata morbida <i>‘Iggeh</i>, viene spesso paragonata alle guance dei bambini paffuti o anche ad una persona cicciottella e morbida; si dice “<i>morbida come al ‘IGGEH</i>”, questo per dire quanto sia buona questa frittata semplice e poco costosa ma di grande valore energetico per confermare ciò che ho imparato da mia madre, certo che ci accontentavamo dicendo che (il cibo dei poveri è sempre più buono).</div>
<div style="text-align: justify;">
Le zucchine le cipolle l’aglio ed il prezzemolo, insieme al pane, si può considerare un piatto unico e prezioso che può benissimo sostituire la carne ed anche i piatti laboriosi e costosi.</div>
<br />
Brava mamma, che Dio ti conservi ancora per molto.<br />
<br />
<span style="color: #b45f06;">Buon appetito a tutti</span><br />
<span style="color: #b45f06;">Bassima e Fatima</span><br />
<br />
<br />
<b> "Il mondo è quel disastro che vedete, non tanto per i guai combinati dai malfattori, ma per l'inerzia dei giusti che se ne accorgono e stanno lì a guardare." </b>Albert Einstein</div>
Bassima Awad e Fatima Abbadihttp://www.blogger.com/profile/16945385238786825804noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-9044911311152688027.post-39600877681787435362013-05-17T02:25:00.001-07:002013-05-17T02:25:44.281-07:00Ousi o qousi أوزي = Kharouf Mahshi <br />
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-size: 18pt;"><span style="color: #b45f06;">Un piatto molto
speciale per il nostro pranzo di oggi.</span></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-size: 18pt;"><span style="color: #b45f06;"><br /></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b>Ousi o qousi <span dir="RTL" lang="AR-SA">أوزي</span><span dir="LTR"></span><span dir="LTR"></span> =
Kharouf Mahshi</b> in
arabo e si riferisce ad un piccolo capretto o agnello non da latte ripieno che
potrebbe pesare 10/11 kili che dopo essere lavato e pulito con aglio pestato e
limone e sale (per togliere l’odore di freschino) può essere farcito di riso o burgul
(precedentemente cotti) insieme ad altre carni rosolate e speziate oltre alle
verdure ed alla frutta secca tostata o anche alle prugne secche o uvetta bianca
possibilmente senza semi e poi cucito e cotto.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Si usava
cucinarlo per le grandi occasioni di festa e nel caso della Palestina si preparava
e si prepara ancora in caso di nascita di un maschio e qui vorrei rimarcarlo in
quanto l’ho vissuto sulla mia pelle perché è così (mentre per la nascita di una
bambina un capretto viene ucciso solo se nasce dopo qualche maschio).<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Mia madre mi
raccontava la felicità di mia nonna quando nacque mio fratello, maschio nato dopo
di me, le ha preparato delle galline ripiene (era povera) per 40 gg. per
poterlo allattare e nutrire mentre quando nacqui io non era nemmeno venuta a
vedermi (poi nella vita mi aveva amata lo stesso, povera nonna). <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Il capretto
(svezzato) veniva e viene ancora cucinato in situazioni di benessere economico,
si cucinava già nel Medioevo ed ai tempi dei Romani, dagli Ottomani, dai
Persiani, dagli Egizi e dagli Arabi e dai Greci. La cottura era la classica
cottura sullo spiedo oltre alla cottura nel forno pubblico del quartiere steso su
un vassoio e rivestito di fette di pancetta (non di maiale) o anche su brace e avvolto
con la carta stagnola perché conservi la sua morbidezza.<span style="font-size: medium;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbmRS3ZITC4612bfggpvTRXGV1VviEHiVZWACh5-vcTDKqZJh0VvK6l5MCnwsj666TVuNwM9q8k_lEhTpRiGeONWXuw4vsySzvKdXhtDT9v1UB5PPWQTPw2oI5zIy5PdoYGkRN0YSZt3k/s1600/Senza-titolo-1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="86" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbmRS3ZITC4612bfggpvTRXGV1VviEHiVZWACh5-vcTDKqZJh0VvK6l5MCnwsj666TVuNwM9q8k_lEhTpRiGeONWXuw4vsySzvKdXhtDT9v1UB5PPWQTPw2oI5zIy5PdoYGkRN0YSZt3k/s400/Senza-titolo-1.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
In epoche moderne
e nelle condizioni non agiate si usa ancora cucinare <b>l’OUSI </b>maggiormente nelle
zone del nord della Palestina ed in Siria ma in maniera meno esagerata ed
appariscente ed anche meno costosa e a portata anche dei poveri dimostrando
ugualmente generosità e squisitezza del piatto ed proprio questo che oggi
vorrei proporre in quanto è stupendo e saporitissimo che ho scoperto in
diaspora perché mia madre non l’aveva mai fatto e credo lo conosca solo di nome
in quanto nelle belle occasioni ha sempre farcito polli o spalle di montoni o
anche aiutato a preparare il capretto con qualche famigliare ma<b> l’OUSI</b> che
propongo oggi non lo aveva mai fatto.<br /><o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi9tzpyQRq0yiHUbUE0voEwlX8MrB9abzJutlSoUJcYypDFHpRJipFpkeUnmSEA4DW-YHWJHvl3VpYm_NbGELnWeN80IiPfVu4B95D4tfTregJ7JQr1-hMs-DtXwsfMHT_QfJc0DHmu42M/s1600/Senza-titolo-2.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="245" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi9tzpyQRq0yiHUbUE0voEwlX8MrB9abzJutlSoUJcYypDFHpRJipFpkeUnmSEA4DW-YHWJHvl3VpYm_NbGELnWeN80IiPfVu4B95D4tfTregJ7JQr1-hMs-DtXwsfMHT_QfJc0DHmu42M/s320/Senza-titolo-2.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><a href="http://posta48a.mailbeta.libero.it/cp/ps/Mail/preview/PreviewFrameset?d=libero.it&u=bassi48&pct=6d6987d569d38d49&pid=bb81f0c33cd89bd78c115644ed2a7c94&ai=4&currpage=1"></a></span></b><b>Ousi </b>si chiama anche il ripieno cucinato da solo senza
l’involucro di un animale o anche con un involucro <b>pasta/pane semplice
senza lievito</b> e divisa in panetti piccoli e poi tirati molto sottile del
diametro di <st1:metricconverter productid="20 cm" w:st="on">20 cm</st1:metricconverter>
, oggigiorno e con la globalizzazione si può ricorrere alla <i>pasta cinese</i> pronta
che si usa per gli involtini primavera <b>“spring roll pastry”</b> però <b>non
fa al mio caso</b> perché ci tengo molto a ricordare le ricette antiche con gli
stessi ingredienti di allora, <b><i><span style="color: #b45f06;">che resistenza sarebbe se io cambiassi le
materie prime originali?</span></i></b><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><o:p></o:p></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Appoggio un disco
di pasta sottile su una tazza grande e nel mezzo metto il ripieno fatto con il
riso media grandezza <i>RIBE</i> (poco amido) i piselli e le carote tagliate a dadini oltre
alla carne macinata e cotta con le cipolle e con l’aggiunta delle spezie necessarie
a questo piatto(<i>pepe nero curcuma zenzero cardamomo e chiodo di garofano</i>) e
cotto tutto insieme per 15/20 minuti.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
In caso di
commemorazioni funebri o feste particolari si potrebbe aggiungere anche un
pezzo di carne d’agnello magra pepata e salata e cotta come per lo spezzatino
ma senza pomodori, 4/5 cucchiai di ripieno freddo sono sufficienti per una
porzione che poi chiudo ermeticamente piegando la pasta dai 4 lati creando così
<b>alcuni fagotti <span dir="RTL"></span><span dir="RTL"><span dir="RTL"></span> </span></b><b><span dir="RTL" lang="AR-EG">صرر</span></b>che si allineo su
una teglia da forno oleata pennellando di burro fuso ogni fagotto e metto in
forno caldo 180° giusto 15 minuti prima del pranzo.<span style="font-size: medium;"><span dir="RTL"></span></span><span dir="RTL" style="font-size: 14pt;"><span dir="RTL"></span> </span><span style="font-size: medium;"><o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
</div>
<div class="MsoNormal">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgR51WEnHHwcj8oqL50HqhHaDZp5wXlV_N3Df7iz5-E2WnnAKfpI10sAiebOXrVqf_f6en6iomJBGZ2OGkUhJ8BWQMdUUv9OqOBLrOVwxVFJMxNExVFlC_qmhG5W_kdZ74zeNcPx_pOw3I/s1600/Senza-titolo-3.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: justify;"><img border="0" height="245" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgR51WEnHHwcj8oqL50HqhHaDZp5wXlV_N3Df7iz5-E2WnnAKfpI10sAiebOXrVqf_f6en6iomJBGZ2OGkUhJ8BWQMdUUv9OqOBLrOVwxVFJMxNExVFlC_qmhG5W_kdZ74zeNcPx_pOw3I/s320/Senza-titolo-3.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Questi fagotti si presentono molto bene con una crosta croccante e
conservano la temperatura giusta e velocizzano il servizio in caso di numerosi
commensali invitati, Vanno accompagnati da
ciotole di yogurt individuali e insalata di pomodori. </div>
<o:p></o:p><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Sono molto buoni e saporiti e leggeri, certo che il riso del Kharouf Mahshi
ha il sapore più intenso e più gustoso per i sughi che la carne lascia giù sul
riso all'interno del capretto.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Un pranzo che si presenta molto bene ed anche contenuto nel prezzo e
facile da preparare (anche il giorno prima) ma la farcitura va fatta al momento
per non danneggiare la pasta.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif;"><b><span style="color: #b45f06; font-size: large;">Non dovete scoraggiarvi noi siamo pronti a
prepararvelo, anche a casa vostra, contattateci.</span></b></span><br />
Bassima Awad e Fatima Abbadihttp://www.blogger.com/profile/16945385238786825804noreply@blogger.com0