La cena d'ieri fatta a 15 corsisti di lingua araba dell' Università Popolare di Camponogara insieme al loro insegnante Andrea Fachin, è stata bella e importante perchè abbiamo ribadito che il nostra impegno nella cucina tradizionale palestinese ha lo scopo di "resistere per esistere" e siccome la cucina tipica è a rischio estinzione, anzi trasformazione come lo è stata la terra palestinese nella storia "attaccata sottratta e trasformata" da chi la terra non ce l'aveva, ma con arroganza e prepotenza ha cancellato anche la storia identitaria e l'eredità culturale di un popolo che nonostante tutte le angherie subite ha saputo resistere per continuare ad esistere e noi come appartenenti a quel popolo dobbiamo continuare a cucinare e mangiare ed offrire piatti sempre diversi ai nostri amici della diaspora per far conoscere la nostra storia culturale attraverso il cibo. Il nostro compito e praticare.
Iniziamo sempre con il coprire i tavoli con le tovaglie fatte di "kefia" comperata a Hebron a metratura lunga diversi metri e cucita da usare sempre nelle nostre frequenti cene tipiche e giusto come ho sempre dichiarato che la kefia è la nostra identità che sta anch'essa cambiando per prendere altri colori ed altri formati ma per noi rimane sempre quella bianco/nera con le sue frange bianche.
Hummos il piatto più tipico ma sfortunatamente più posseduto per il suo sapore delicato e privo di colesterolo e con pochi grassi .
Salsa piccante calibrata con peperoncino ed insieme alle spezie ed il pomodoro risulta molto gradevole e tollerata .
Focacia con le spezie è una novità suggeritomi da un amica in quanto ho messo sopra "ducca" di Gaza e cioè composta di spezie come la curcuma cumino zenzero coriandolo origano e summacco .
Involtini con za'tar e nigella (qizha) fatti con pane steso sottile e cotto su padella antiaderente.
Per ultimo abbiamo offerto il thè alla salvia ed al cardamomo. semplicemente meraviglioso.
La resistenza attraverso la cucina e la sua antica storia.
Iniziamo sempre con il coprire i tavoli con le tovaglie fatte di "kefia" comperata a Hebron a metratura lunga diversi metri e cucita da usare sempre nelle nostre frequenti cene tipiche e giusto come ho sempre dichiarato che la kefia è la nostra identità che sta anch'essa cambiando per prendere altri colori ed altri formati ma per noi rimane sempre quella bianco/nera con le sue frange bianche.
Il menù era composto così :
Anche se insistiamo sul piatto MUJADDARA ma riteniamo sia il piatto più in pericolo, non perché gli israeliano lo rubino ma perché i palestinesi lo fanno poco con il burgul (in via di estinzione) componente naturale e primario in questo delizioso piatto. Notiamo che è molto gradito e ritenuto un piatto completo sia per le calorie che i valori nutrizionali.
Hummos il piatto più tipico ma sfortunatamente più posseduto per il suo sapore delicato e privo di colesterolo e con pochi grassi .
Salsa piccante calibrata con peperoncino ed insieme alle spezie ed il pomodoro risulta molto gradevole e tollerata .
Focacia con le spezie è una novità suggeritomi da un amica in quanto ho messo sopra "ducca" di Gaza e cioè composta di spezie come la curcuma cumino zenzero coriandolo origano e summacco .
Involtini con za'tar e nigella (qizha) fatti con pane steso sottile e cotto su padella antiaderente.
Tabbuleh fatta al momento con pomodori prezzemolo cipollotti menta e "burgul" che ormai in Palestina è scomparso insieme alla terra e di fatto viene importato dalla Turchia come lo troviamo qui in Italia.
Pane alla nigella " 'assaj " su piastra di zinco ma io uso l'antiaderente .
Hilbeh (forse questo piatto non lo prenderanno) è un dolce fatto semplicemente con il semolino ed il burro insieme ai semi di "fieno greco", un piatto delizioso salutare e senza uova.
Avevamo allestito anche una mostra delle spezie che usiamo nella cucina palestinese stesa su una kefia (logico) ed attorniata da qualche bellissimo rosario arabo islamico .
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