Ero stata contattata dalla Presidente del gruppo “donne della Banca del Tempo” di Piove di Sacco, avevo come al solito accettato l’invito a testimoniare attraverso il “cibo” in quanto sono convinta che l’identità di un popolo è rappresentata anche dal suo gusto e dai suoi abitudini alimentari. Non potevo non accettare di partecipare a questo “corso” presentando alcune portate tipiche di cibo da “strada” del mio paese. Anna Paola mi informava che ci sarebbero state una trentina di donne interessate a conoscere da vicino alcuni elementi della cultura del cibo palestinese. Al corso sono state chiamate altre due donne dell’area del Mediterraneo (Marocco e Tunisi)per rappresentare il loro cibo.
Raccontare il cibo della mia terra mi ha sempre affascinata e indotta a manifestare come la “resistenza del cibo” o il “cibo della resistenza” possono dimostrare che il nostro popolo palestinese vanta una storia culinaria millenaria. Il mio impegno è sempre stato di portare avanti un progetto preciso che risalta il lavoro delle donne in tutte le sue sfaccettature ed in particolare “la cucina”.
Da diversi anni lavorato con le donne palestinesi in Palestina ed anche a distanza organizzando cene e aperitivi e buffets attraverso l’appoggio di diverse associazioni ed amici in diverse città del Veneto contribuendo così al sostentamento di un gruppo di donne e bambini del villaggio di “Artas” . Fatta questa premessa potrei spiegare che la serata è andata benissimo in quanto tutte le donne presenti erano desiderose di vedere e commentare e chiedere sul come e perché certi cibi e certe spezie messi insieme possano risultare gradevoli nel gusto e nell'aspetto. Ho raccontato l’importanza delle spezie specialmente quelle più usate : cannella cardamomo zenzero curcuma pepe nero cumino coriandolo nigella sesamo e sommacco che se misurate e mescolate possono dare un sapore speciale alle carni e verdure dando il “marchio”che identifica e distingue alcuni da altri. Il pane tirato a mano e cucinato su una piastra e così pure la carne cucinata velocemente su una padella antiaderente oltre alle insalate di verdure fresche da accompagnare come farcitura al panino.
Tante domande e tante risposte e tanti sorrisi e ringraziamenti reciproci per aver conosciuto il loro interesse insieme alla mia disponibilità ad insegnare loro altri modi di altri mondi così distanti così vicini . Tante piadine sono state farcite e mangiate nel nome dell’interscambio culturale battendo il pregiudizio che spesso ci rende diffidenti gli uni dagli altri.
Viver sotto lo stesso cielo vuol dire essere potenziali amici, mangiare lo stesso cibo e respirare la stessa aria.
Grazie Mariapaola per aver creato le condizioni.
Bassima e Fatima