Il limone (ليمون) è una pianta molto antica della famiglia degli agrumi, inizia il suo viaggio dalla zona montana della Cina meridionale al Pakistan e dalla valle dell'Indo raggiunge la Mesopotamia e da lì si sposta verso il medio oriente e la Palestina ed a oriente verso il Mediterraneo e nell’antico Egitto dove ebbe iniziò la loro coltivazione circa 2400 a.c. In Europa è stata introdotta da Carlo Magno in seguito alle sue dominazioni ed in Italia dagli arabi. In Egitto è stato usato per la cosmesi ed i profumi e per l’imbalsamazione dei cadaveri e per la conservazione dei cibi. Il suo nome deriva dal Persiano limu.
Il limone è una pianta che fiorisce tre volte all'anno : da marzo a maggio con produzione da ottobre a febbraio. La seconda fioritura in giugno con produzione a marzo di limoni giallo/chiari molto succosi. La terza fioritura si ottiene effettuando la forzatura in agosto settembre con produzione a giugno di limoni “verdelli” chiamati in Palestina “Ben Zuher” piccoli e meno succosi ma vengono impiegati in cucina dopo averli seccati e grattugiati.
Esso contiene 50-80 grammi per litro di acido citrico, e diversi altri acidi organici tra cui l'acido ascorbico; è molto ricco di vitamine. 100 grammi di prodotto contengono 45 Kcal, 85 gr. di acqua, o,6 gr. di lipidi, 149 mg di potassio, 11 mg di calcio, 11 mg di vitamina C (71% del fabbisogno giornaliero di vitamina C per un adulto), 28 mg di magnesio ecc ecc.
La Palestina era ricca di piantagioni di limoni e per questo lo scrittore “Abdel Rahim Mansour” ha scelto l’albero del limone come simbolo di resistenza per scrivere una canzone che rappresenti i giovani palestinesi e dice che le foglie del limone non appassiscono mai ma resistono alle difficoltà e semmai potessero appassire si deve cercare le cause e le condizioni in cui versano, così pure le condizioni dei giovani palestinesi hanno un limite di sopportazione alle difficoltà che riflette sul loro stato d’inquietudine e resistenza. La pianta del limone è una pianta forte che fa parte dell’orgoglio nazionale di ogni paese in cui viene coltivata.
La Palestina è una di questi paesi piena di agrumeti e ne produce quantità enormi di limoni e di arance. Ricordo il marchio “JAFFA” quando ero ragazzina che poi divenne un’appartenenza ad un luogo e ad un’etnia di cui la Palestina andava orgogliosa di coltivare questo frutto considerato “re degli agrumi e della frutta”.
Con la Nakba del 48 le piantagioni di agrumi furono spazzati via insieme agli abitanti per far spazio alle nuove abitazioni e nuovi insediamenti. Cancellando così intere piantagioni di agrumeti che della Palestina fanno la storia. Altre piantagioni di limoni rimangono comunque in Palestina e nelle zone depresse di Gerico.
Anche il grande poeta italiano Montale nella sua poesia “i limoni” si rivolge al lettore, all'uomo comune, invitandolo a notare la differenza di poetica tra quella dei poeti illustri (Carducci e D’annunzio) che usano un linguaggio scelto con cura, menzionando piante dai nomi poco conosciuti come bassi, ligustri ed acanto, e la sua, che utilizza termini semplici e comuni. Io dice il poeta: “Amo le strade di campagna che portano agli erbosi fossi pieni di pozzanghere dove i ragazzi riescono a pescare qualche anguilla, amo i sentieri erbosi, gli orti e le stradine dove crescono le piante di limoni”.
Il fresco profumo dei limoni riporta il poeta nel suo semplice paesaggio familiare che gli fa dimenticare l’angoscia della solitudine e lo mette in contatto con la realtà facendogli intuire il mistero che avvolge la vita.
Lo sguardo scruta intorno e la mente cerca di approfondire il mistero della natura e quando, a sera, il profumo dei limoni si fa più intenso, in quegli attimi di silenzio, sembra che ogni ombra sia una divinità.
Ma qui il poeta ritorna all'illusione che si dissolve subito, la mente non riesce a penetrare il mistero che ci avvolge e con la delusione si ritorna nella triste realtà delle città rumorose. Qui non c’è più il profumo dei limoni ma pioggia e freddo che rendono il giorno più breve e l’animo più triste anche se è sempre possibile ritrovare la speranza. Essa (la speranza) infatti si riaccende con le illusioni ogni qualvolta da un portone mal chiuso si intravede tra gli alberi di un cortile il giallo dei limoni.
Proprietà terapeutiche: Il limone si presenta come un ottimo antisettico e battericida, rafforza le difese immunitarie in quanto è in grado di “aumentare” la produzione dei globuli bianchi, è rinfrescante, disintossicante, e calmante, è ottimo contro i dolori reumatici e contro la pressione alta, è anti-anemico e se usato regolarmente protegge stomaco fegato e pancreas dal tumore e mantiene regolare il livello dello zucchero nel sangue . Tonifica la pelle e riduce le macchie sul viso, rinforza il cuoio capelluto e riduce la forfora. Particolarmente utilizzato per curare il dolore dei muscoli e le articolazioni ed anche lo stress utilizzando il suo olio essenziale già dai tempi degli antichi Egizi, che si avvalevano del suo succo per curare anche le dermatiti.
Oltre allo sciroppo “LUMANADA” (ليمونادة) limonata, si faceva anche il liquore con le bucce sottili messe a macerare con alcool e zucchero, una sorta di “limoncello”, inoltre si faceva anche la marmellata mescolata a arance, si faceva anche i canditi da mettere nei dolci o per condire la “burbara” fatta con frumento bolliti nel giorno di St. Barbara e condito con zucchero, cannella e canditi di arance e limoni e distribuito ad amici e parenti.
La bevanda estiva più importante oggi è la “limonata alla menta e ghiaccio” che si trova in tutti i bar e per le strade dove passano i turisti e pellegrini. Quando sono laggiù mi fermo spesso e mi gusto un bicchierone, che tra latro assomiglia molto al “MOITO ARGENTINO” ma senza liquore. La menta va pestata e mai frullata in quanto non deve sembrare verdognola ma gialla opaca al sapore di menta. La limonata viene consumata anche calda quando si ha un imbarazzo addominale dopo una grande mangiata.
Il limone viene molto usato anche in cucina per marinare e condire la carne, il pollo ed il pesce oltre a tutte le salse “hummos, salsa piccante, cetrioli e yogurt, melanzane, zucchine e tabbuleh ecc ecc”, e qui do atto alla saggezza dei palestinesi che si garantiscono il cibo dagli attacchi di microrganismi in quanto molti cibi sono considerati “di strada”.
L’albero del limone ha colpito molto negli ultimi anni e dopo la proiezione del film israelo/palestinese “il giardino dei limoni del 2008” del regista israeliano Eran Riklis con Hiam Abbass, Doron Tavory, Ali Suliman, Tarik Kopty che racconta il conflitto visto con gli occhi di una donna vedova coraggiosa che difende il suo limoneto molto significativo come simbolo di resistenza alla distruzione degli alberi molto praticata dall'esercito israeliano negli ultimi 30 anni.
Con questi racconti abbiamo sottolineato l’importanza dei limoni nella nostra vita quotidiana e per questo che dobbiamo considerarlo un punto fermo nella nostra vita e se il grande poeta Montale lo ha citato e così pure il regista israeliano nel film “il giardino dei limoni”e lo scrittore egiziano che ha dedicato una canzone “shajar al laimun” vuol dire che questo albero deve essere protetto e non oggetto di vendetta per punire un popolo cancellando le cose più care a lui e cioè:
Gli alberi.
"La mia nazionalità? Il cuore di tutti gli uomini! Toglietemi un po' questo passaporto".
Samih al Qasem poeta e scrittore palestinese.